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Corriere rapinato e ucciso, strozzato con un cavo elettrico

Lo hanno trovato i carabinieri quando hanno tirato su il cadavere dal pozzo nel quale era stato nascosto. Intanto, salgono a 8 gli indagati
L'ingresso della villetta di Case Sallustri e il pozzo dove è stato ritrovato il corpo di Nicolas Del Rio
L’ingresso della villetta di Case Sallustri e il pozzo dove è stato ritrovato il corpo di Nicolas Del Rio

GROSSETO. Hanno utilizzato forse un cavo elettrico per ucciderlo, dopo averlo legato mani e piedi. Prima di avvolgere il suo corpo in una coperta e calarlo in fondo al pozzo dov’è stato ritrovato il 25 giugno 2024, dopo che i sostituti procuratori Valeria Lazzerini e Giovanni De Marco avevano sentito Klodjan Gjoni, l’albanese di 33 anni che secondo le indagini ha fatto parte del commando che ha rapinato e ucciso il quarantenne di origini argentine. 

Già dai primi risultati dell’analisi medico-legale effettuata sul corpo del corriere, la causa di morte ipotizzata era stata quella per soffocamento. Le indagini ulteriori sul cadavere del 40enne, che si trova ancora all’obitorio, avevano escluso che all’uomo fosse stata somministrata qualche sostanza per stordirlo o ucciderlo. 

Attesa per la restituzione del corpo ai familiari

È un dolore senza fine quello al quale sono stati costretti i familiari di Nicolas Matias Del Rio, scomparso l’11 maggio mentre stava portando un carico di borse di Gucci del valore di 500.000 euro. Il corpo del quarantenne, ritrovato senza vita il 25 giugno nel pozzo della villetta di Case Sallustri, frazione di Arcidosso non è ancora stato restituito ai suoi familiari.

Non è stato possibile, per loro, riconoscerlo. Per questo la procura ha richiesto l’esame del Dna. I campioni prelevati sono stati portati a Careggi, dove sono in corso le analisi. 

Strangolato e gettato nel pozzo

Quando i vigili del fuoco hanno tirato su dal pozzo il corpo di Nicolas, si sono accorti che intorno al collo c’era un cavo elettrico, ancora arrotolato. 

Le prime analisi, poi, avevano confermato che il quarantenne era morto per soffocamento, anche se manca ancora il risultato dell’autopsia. Per la rapina, l’omicidio volontario, l’occultamento del cadavere, il danneggiamento e il sequestro di persona, tre persone sono finite in carcere: oltre a Gjoni, Ozgur Bozkurt, 38enne turco residente ad Arcidosso, ed Emre Kaia, 28enne turco residente ad Arcidosso.

Nei guai i familiari dei tre uomini arrestati

Poco dopo l’arresto dei tre uomini, sono finiti nei guai anche alcuni loro familiari. Niko Gjoni, padre di Klodjan, che aveva le chiavi della villetta di Case Sallustri e Zindan Bozkurt, il fratello di Ozkurt.

Indagate anche Elmira ed Ersiana Gjoni, la madre e la sorella di Klodjan, accusate di favoreggiamento. Anche il nome di Georgiana Eugenia Bartic, romena che abita ad Arcidosso, è finito sul registro degli indagati: per lei l’accusa è quella di ricettazione.

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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