GROSSETO. Nicolas Mathias Del Rio è morto per soffocamento. Resta questo, almeno al momento, uno dei pochi punti fermi nella tragedia dell’omicidio del corriere, scomparso il 22 maggio mentre trasportava un prezioso carico di borse di Gucci e ritrovato morto il 25 giugno in un pozzo.
Pochi giorni fa è stata depositata la consulenza tossicologica richiesta dalla Procura. Esame tossicologico risultato negativo: a Nicolas non sarebbe stata somministrata alcuna sostanza per stordirlo o per ucciderlo.
Interrogato in carcere il terzo uomo
In attesa che venga depositata l’autopsia, il lavoro dei carabinieri non si ferma. Gli investigatori infatti devono ricostruire le fasi dell’omicidio del quarantenne di origine argentina che aveva scelto di vivere sull’Amiata con la sua famiglia.
Intanto, in carcere a Siena dov’è rinchiuso dal giorno del suo arresto, qualche giorno fa è stato interrogato dai sostituti procuratori Valeria Lazzarini e Giovanni De Marco, Emre Kaja, il 28enne turco accusato, insieme a Klodjan Gjoni, albanese di 33 anni e a Ozkurt Bozkurt, turco di 44 anni, difeso dall’avvocato Diego Innocenti, di omicidio volontario aggravato, rapina, rapimento e occultamento di cadavere.
Il ventottenne, difeso dall’avvocato Federico Cocchi, è stato l’ultimo dei tre a scegliere di farsi interrogare in carcere dopo l’arresto. «Ha anche lui fornito la sua versione dei fatti ai magistrati – dice l’avvocato Cocchi – Versione che ora verrà approfondita attraverso le indagini». Il 28enne, che il giorno del rapimento era in auto con i suoi due complici, è stato l’ultimo a finire in carcere.
Sull’Amiata, viveva in casa con Bozkurt. Per questo, non è stata chiesta alcuna misura alternativa al carcere.
Le ultime ore di Nicolas
È una tragedia senza fine quella vissuta dalla famiglia di Nicolas. Dal padre Eduardo, dalla moglie Carolina e dal loro bambino, rimasto troppo presto senza il suo babbo.
Il corpo di Nicolas era stato recuperato il 25 giugno dai vigili del fuoco in fondo al pozzo del giardino di una villetta a Case Sallustri, a pochi chilometri da Arcidosso. Villetta della quale si prendeva cura il padre di Gionj, il cui nome è finito nel registro degli indagati.
Il corpo del corriere 40enne è stato trovato avvolto in una coperta, con le mani legate e la testa in un sacchetto di plastica, a una profondità di circa 6 metri. Era vivo quando è stato calato nel pozzo? O era già stato ucciso? I primi accertamenti sulla salma non hanno dato risposta a questo quesito. Per averla, sarà necessario aspettare il deposito dell’autopsia.
Autore
-
Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli