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Con il passamontagna per spacciare: condanna e maximulta

A 23 anni gestiva il traffico di cocaina ed eroina nel bosco rifornendo decine di clienti. Non si faceva mai vedere in volto: dovrà scontare 6 anni e pagare 30.000 euro di multa
Carabinieri nel bosco

MANCIANO. L’eroina era “la lenta”, la cocaina “la veloce” per distinguerne gli effetti. E il dress code utilizzato da due ragazzi di origini marocchine che avevano scelto di diventare spacciatori e aprire una pizza nel bosco non lontano dai Poderi di Montemerano, prevedeva che indossassero un passamontagna per non farsi vedere in volto

Poi c’era il resto: i machete, i bilancini di precisione, varie schede sim e cellulari per restare in contatto con i clienti. Loro facevano l’ordine, gli spacciatori inviavano la posizione con Google maps e poi avveniva lo scambio. Eroina e cocaina. 

Di bivacchi, i carabinieri, ne hanno trovati e smantellati due. E due ragazzi sono finiti in carcere. Uno di questi, Said Elhadaoui, ha scelto di farsi giudicare con il rito abbreviato, chiedendo di poter rilasciare spontanee dichiarazioni al giudice Giuseppe Coniglio

Dichiarazioni che però non sono servite a cambiare l’esito del processo. Difeso dall’avvocata Mara Renzetti, il 23enne che è rinchiuso nel carcere di Siena, è stato condannato a 6 anni e al pagamento di 30.000 euro di multa

Clienti in fila per comprare droga dallo spacciatore con il passamontagna

Quando i carabinieri di Manciano, che sapevano che alla Pianaccia, ai Poderi di Montemerano, c’era una piazza di spaccio dalla fiorente attività, sono intervenuti, hanno trovato due giovani, poco più che ventenne, entrambi con il passamontagna in testa. Uno dei due è scappato, ma è stato preso poco dopo. 

Elhadaoui è stato bloccato dopo che due militari gli sono corsi dietro nella boscaglia. Sono riusciti ad atterrarlo, ma per tutta risposta il ragazzo si era messo a scalciare. Durante la fuga, aveva gettato via un bilancino di precisione. Nel marsupio, nascondeva 38 dosi di cocaina e 49 di eroina, oltre a due cellulari, 5 schede Sim e 945 euro in contanti. 

L’attività di spaccio messa in piedi dal giovane era fiorente: in tanti andavano a comprare eroina e cocaina nel bosco, dopo aver preso appuntamento via messaggio Whatsapp. Ma nessuno aveva mai visto in faccia i due ragazzi.

Gli unici ad aver avuto il privilegio, erano stati due clienti, i più assidui e i più fidati. Quelli che potevano permettersi di pagare qualche dose portando da mangiare allo spacciatore, fornendo gli attrezzi che servivano per il bivacco o acquistando schede Sim o batterie per generare corrente. 

Le dichiarazioni del ragazzo: «Costretto a mangiare alla Caritas»

Il ventitreenne, durante il processo, ha voluto spiegare al giudice perché fosse stato trovato dai carabinieri a spacciare. Arrivato in Toscana nel 2022, aveva dapprima cercato un lavoro. «Vivevo in una casa abbandonata – ha spiegato – ed ero costretto a mangiare alla Caritas». Per necessità quindi, avrebbe seguito l’altro giovane nel bosco e si sarebbe messo a spacciare, guadagnando così dai 60 agli 80 euro al giorno

Parole, quelle del ragazzo, che non hanno fatto breccia in tribunale. Dove è stato smentito da una chat trovata nel suo telefono, nella quale comunicava a un suo connazionale, che stava cercando di dissuaderlo, di aver deciso di entrare nel giro dello spaccio con altri due ragazzi già nel novembre del 2022. 

Spacciatore professionista a vent’anni

Un’attività di spaccio, quella messa in piedi dal giovane, che rispondeva ai suoi clienti, quando non lo trovavano nel bosco, che sarebbe tornato quando i carabinieri, che avevano smantellato il bivacco, si sarebbero dimenticati di lui, che per il giudice era ben pianificata. E svolta, scrive nella sentenza di condanna, in maniera estremamente professionale

Attività che sarebbe stata finanziata proprio grazie ai capitali raccolti dallo spaccio: soldi che Elhadaoui avrebbe quindi reinvestito per comprare altra droga. Quando ha deciso di parlare con il giudice infatti, il ragazzo non ha fatto i nomi di chi gestiva il giro del quale faceva parte. 

Rinchiuso nel carcere di Siena dal giorno dell’arresto, avvenuto il 30 marzo 2023, il ragazzo è stato condannato. Dovrà scontare sei anni di carcere e pagare una multa di 30.000 euro, oltre alle spese processuali e a quelle di custodia in carcere. Il giovane è stato anche interdetto in perpetuo dai pubblici uffici. 

Autore

  • Francesca Gori

    Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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