FOLLONICA. Non è piaciuta affatto al Partito Democratico la conclusione a cui è giunta la seconda commissione consiliare presieduta dall’assessora Eleonora Goti e che lo scorso mercoledì si è riunita per rivedere il regolamento della prossima Commissione pari opportunità. Commissione che manca da 9 mesi.
Le modifiche alle Pari opportunità
Ricordiamo che detta Commissione, prevista per ogni mandato quinquennale della pubblica amministrazione, ha lo scopo di promuovere l’uguaglianza e la parità tra i cittadini, eliminando le discriminazioni così come sancito dalla Costituzione. Nel concreto queste sono le modifiche più importanti presentate dall’assessora Goti rispetto al precedente regolamento:
- si ritornerà a definirla Commissione pari opportunità, anziché Commissione Politiche di Genere;
- il numero dei componenti sarà ridotto ad un massimo di 15;
- eliminato il Punto di Ascolto Antiviolenza come membro di diritto all’interno della Commissione.
«A nulla sono valse le nostre richieste di riconsiderare queste scelte discutibili – spiegano i consiglieri Pd – l’assessora Goti si è trincerata dietro un atteggiamento di ostinato rifiuto di qualsiasi modifica fornendo come unica motivazione il fatto che questa era la decisione e non intendeva tornare indietro».
Tre passi indietro per ridurne l’autonomia
Per i consiglieri Pd c’è una spiegazione chiara per ognuno di questi cambiamenti a partire dal primo. «Cambiare il nome da Commissione Politiche di Genere al vecchio Commissione Pari Opportunità è semplicemente aver dovuto trovare il modo per non dire chiaramente che è il termine “genere” che spaventa l’amministrazione, evocativo di fantomatiche teorie che tanto piacciono al centrodestra. Volerne poi diminuire il numero, considerando che l’adesione è esclusivamente volontaria e che non viene erogato nessun compenso o beneficio ai partecipanti, significa l’esclusione automatica di qualcuno e quindi una perdita di saperi e conoscenze».
Via il punto d’ascolto di Olympia de Gouges
«Togliere il diritto al Punto di Ascolto dell’Associazione “Olympia de Gouges” invece, equiparandola a qualunque altra associazione, cela la volontà di disconoscerne il valore e ciò che ha rappresentato dal 2011 ad oggi; anni in cui il tema della violenza di genere era sotto l’attenzione di tutti per la quantità di casi che emergevano e per il numero di femminicidi che ogni anno si contavano. L’assessora Goti – continuano dal Pd – non rispetta nemmeno l’impegno totalmente gratuito delle volontarie che vi operano, delle operatrici opportunamente formate che hanno iniziato ad accogliere le donne ed a fornire loro aiuto per uscire, insieme ai loro figli, da situazioni di violenza familiare, a superare il trauma legato a violenze sessuali, a trovare soluzioni lavorando all’interno di una rete che si è consolidata nel tempo». Insieme a loro le Forze dell’Ordine, il Codice Rosa, il Centro per l’impiego, le associazioni di categoria e altre associazioni del territorio tra cui la Caritas che hanno collaborato regolarmente con il Punto di Ascolto antiviolenza che, sì seguiva le donne, ma promuove anche progetti di prevenzione nelle scuole e verso la cittadinanza. «Oggi più che mai la violenza di genere è la madre di tutte le altre forme di discriminazione e violenza e i femminicidi, come purtroppo leggiamo quasi quotidianamente, sono sempre più efferati e gli autori sono sempre più giovani. – dicono – Ebbene sappiate che per l’assessora Goti il Punto di Ascolto Antiviolenza è equiparabile alla sezione femminile di burraco, con tutto il rispetto per chi ha la passione per questo gioco».
Autore
-
Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli