GROSSETO. Gli appelli al Ccn a tornare sui propri passi e a “scongelarsi” sono arrivati da tutti, nel corso della giunta comunale aperta sul centro storico, culmine di un dibattito (ri)aperto da MaremmaOggi e che anima la città da alcune settimane. Le associazioni si sono schierate a sostegno, Confcommercio e Confesercenti con un documento comune, ma anche l’Amministrazione, tramite il vicesindaco e assessore alle attività produttive, Bruno Ceccherini, ha parlato chiaro.
«Ho 50mila euro da destinare agli eventi – ha detto – ed erano destinati al Ccn. Al momento la programmazione primaverile è saltata, siamo ancora in tempo per estate e Natale. Ma se non avrò riscontro dal Ccn in tempi brevi sarò costretto a fare una gara ad evidenza pubblica. Così i soldi finiranno a qualche agenzia chissà di dove, che poco conosce la nostra realtà».
Certo è che il Ccn il problema ce l’ha bello grosso. E sta tutto in un numero: 22 (ventidue). Sono 22 (su circa 250), infatti, gli aderenti al Ccn nel 2023, anche dopo l’appello di gennaio che metteva la scadenza del 15 marzo per arrivare almeno a 100. Invece si sono voltati tutti dall’altra parte, convinti che tanto alla fine qualcuno gli eventi gli organizzerà, accenderà le luci o li rappresenterà nei confronti dell’Amministrazione stessa.
Vediamo che succederà. Fra l’altro il Ccn avrebbe anche un’importante proposta di sponsorizzazione da Conad per tutti gli eventi.
Intanto c’è il rischio, concreto, che la città rimanga senza eventi e iniziative da ora alla fine dell’anno. Un danno enorme, se si considera che la vera attrazione del Comune di Grosseto per i turisti è proprio il centro storico. Oggi, giovedì di Pasqua, in centro già girano inglesi, svizzeri e tedeschi. E ci saranno fino ai Morti, quindi a inizio novembre: sono sette mesi. Un’enormità rispetto alla stagione del mare.
Cosa stiamo offrendo loro?
L’altro rischio è che l’Amministrazione non abbia un interlocutore con cui discutere il programma di rilancio. Un solo esempio, tanto per chiarire, perché tante associazioni hanno fatto presente il problema. È allo studio un codice decoro, insieme ad un codice colore. Il Comune, magari obbligando le nuove aperture e dando un po’ di tempo per adeguarsi a chi già è aperto, imporrà di avere “dettagli” uguali per tutti.
Dettagli che sono sostanza.
Quindi basta ombrelloni della Sammontana e sedie di plastica della Coca Cola, senza niente togliere alle due grandi aziende che regalano gli arredi, basta fioriere di 16 tipi diversi, magari tenute con le piante secche e piene di cicche e basta bandoni di ferro arrugginiti e insegne multicolor da sala giochi di Las Vegas.
Ci saranno regole per tutti, per dare un colpo d’occhio assai più piacevole. «Ci stiamo pensando e va fatto – ha aggiunto Ceccherini – però sappiate che alcuni commercianti dovranno spendere per adeguarsi, perché situazioni insostenibili in centro ne vedo parecchie».
Una parte del decoro, poi, lo hanno sottolineato in tanti nella sala del consiglio comunale, dovrà poi essere a carico del Comune.
Al primo posto c’è la pavimentazione di gran parte delle vie del centro. Alcune sono impraticabili, pericolose, con pietre smosse e voragini. Poi andrà affrontato una volta per tutte il problema dei loggiati di piazza Dante, basta farci due passi per vedere in quali condizioni siano, ma in gran parte sono privati. L’Ance ha messo in evidenza anche il problema dell’utilizzo delle piazze, con piazza San Francesco e piazza della Palma che sono utilizzate ben al di sotto delle possibilità.
Ultimo aspetto, ci sarà da pianificare in che modo utilizzare il Marraccini, dopo lo sforzo fatto per acquistarlo e rimetterlo in condizioni dignitose.
Centro storico: una giunta di ascolto, presto una di proposte
Il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna l’ha detto subito: «Siamo qui per ascoltare e fare un punto chiaro di cosa possa essere utile fare. Abbiamo anche noi le nostre idee, sia chiaro, ma ci rivedremo a breve per sottoporle a tutti».
Gli ha fatto eco Bruno Ceccherini, quasi militare nel dirigere i lavori: «Non parla nessuno se non io e il sindaco. Queste oggi sono le regole di ingaggio. Noi ascoltiamo, prendiamo appunti, e promettiamo di rivederci a stretto giro di posta. Sperando che il Ccn ci ripensi, perché l’organizzazione degli eventi è una vera e propria emergenza».
In realtà un piccolo strappo lo fa l’assessore Riccardo Megale, per fare un appello ai proprietari dei fondi sfitti: «Fate attenzione che c’è un regolamento del 2018 che impone, a chi ha fondi sfitti, di tenerli in modo dignitoso. Ce ne sono alcuni che sono discariche. Presto applicheremo le sanzioni, perché non è giusto che chi resiste con l’attività abbia accanto fondi in certe condizioni».
Un appello, prima delle associazioni di categoria, è arrivato da Amedeo Vasellini, quale portavoce del comitato per il controllo del vicinato: «Parlo a nome dei residenti – ha spiegato – che, in questo dibattito che si è acceso sono stati tenuti in disparte. Chiedo a tutti di tenerne conto, perché in centro storico vivono 16-17mila persone (in realtà sono solo 1200, forse lui intende anche la zona di via Roma e dintorni, ndr). E come i commercianti hanno bisogno dei residenti, in fondo lo zoccolo duro della loro clientela, i residenti hanno bisogno dei commercianti».
«Chi vive in centro ha più disagi, perché trova parcheggio con difficoltà, ha problemi nel portare la spesa a casa o gestire i figli piccoli, oltre a tante altre piccole cose, sicurezza compresa. Ecco perché chiedo che, in qualunque scelta si faccia per il centro storico, si tenga conto delle circa 5000 famiglie che lo abitano e lo vivono ogni giorno. Me compreso, da 25 anni».
Confartigianato: «Gestire la movida, sistemare i portici»
Carlo Ricci, per Confartigianato, ha presentato un documento, che sarà poi trasmesso all’Amministrazione, nel quale evidenzia le criticità del commercio nel centro storico: «I problemi sono tanti, dalla qualità dell’offerta commerciale, al costo degli affitti, alla crisi degli uffici pubblici, ma dopo averli analizzati bisogna pensare a cosa fare».
«A nostro avviso va presa come esempio l’esperienza di via Galileo, dove la sinergia fra commercianti ha portato ottimi risultati. E si può ripetere ovunque».
Nel sottolineare che la movida è un aspetto positivo e che va gestita al meglio e che la priorità è rimettere a posto i portici di piazza Dante, Confartigianato si è detta pronta a sostenere il Ccn: «Per quanto è nelle nostre possibilità siamo pronti ad affiancare i commercianti nell’organizzazione di eventi che valorizzino il cuore della città».
Confedilizia: «Ripartire dal nostro questionario»
Paola Tamanti, per Confedilizia, ha riproposto il questionario che, a settembre 2021, fu sottoposto ai candidati a sindaco, compreso Vivarelli Colonna. Dieci punti ai quali si poteva rispondere con un voto da 1 a 10 a seconda di quanto era importante.
«Vedo solo voti 10 – ha detto – ma in realtà le promesse al momento non sono state mantenute. Si parlava di centri commerciali, decoro urbano, parcheggi agevolati, sgravi ad Imu e Tari. Non ci pare che al momento sia stato fatto molto in questo senso» .
E poi la proposta culturale: «Vanno pensati eventi per la fascia di età 16-25, che al momento, a parte l’aperitivo, hanno ben poco da fare in centro storico».
Confcommercio e Confesercenti insieme: «Le nostre strutture a servizio del Ccn»
Le associazioni dei commercianti, stavolta, hanno deciso di presentarsi insieme. Seduti accanto in sala consiliare, con un documento comune. QUI PER SCARICARLO
Non un dettaglio, ma una scelta sostanziale, a dimostrare che la categoria è compatta di fronte al problema. Hanno parlato i presidenti, Giulio Gennari e Giovanni Caso, al loro fianco le direttrici Gabriella Orlando e Gloria Faragli.
«Oggi facciamo una proposta comune – hanno detto Giulio Gennari e Giovanni Caso -, perchè il Ccn negli anni ha fatto un lavoro molto apprezzabile, poi i tempi sono cambiati, con il Covid e la crisi susseguente, quindi serve più forza per ripartire. Certo la presenza di due centri commerciali e l’alto costo degli affitti non aiuta, anche alcune scelte politiche non sono condivisibili, ma ora servono soluzioni strutturali per il futuro».
«Siamo convinti che si possa fare molto di più, tenendo presente che il commercio non è solo nel centro storico, ma anche nel resto della città e nelle frazioni».
«Da parte nostra, dopo aver verificato che con i Cat (centri di assistenza tecnica) è possibile, siamo pronti a mettere tutta la nostra struttura e le nostre conoscenze a disposizione del Ccn, per aiutare il centro commerciale a ripartire».
Il Ccn: «Se restiamo in 22 non ha senso proseguire»
Enrico Collura, presidente del Ccn, è seduto in sala consiliare accanto ad Agata Renzo (Madamadorè), destinata, si sussurra, ad essere la nuova presidente e Andrea Mazzanti (Farm Holidays). Non c’è Vincenzo De Sapio, ma Collura spiega subito che le sue sono parole condivise con il suo vice.
«Ringrazio tutti – ha detto Collura – per il dibattito che si è riacceso, riaprendo una questione che ci trasciniamo da tempo. In tanti mi fermano, ora, dicendomi: “allora che si fa?” “ma i soldi ci sono?”. Tutto molto interessante, ma bisogna passare dalle parole ai fatti».
«Al momento siamo in 22, nonostante il nostro appello di gennaio. E 22 su oltre 200, non me ne vogliate, non sono rappresentativi. Abbiamo anche un importante contributo da Conad (25mila euro, ndr) per gli eventi, ma se siamo ancora solo 22 vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa. Al momento facciamo un passo indietro, pur pensando di aver fatto, nel tempo, un buon lavoro».
La Cna: «Serve un metodo. Un gruppo di lavoro permanente»
Parla a braccio Annarita Bramerini, direttrice di Cna. E mette subito il dito nella piaga.
«Non ha senso ogni volta riunirsi quando il problema è già esploso. Scusatemi, ma non serve a niente. Così si possono dare solo risposte emergenziali: più eventi o altre proposte che portino un risultato immediato, ma non durevole. Serve, invece, una programmazione».
«Noi proponiamo di creare un gruppo di lavoro, ristretto, agile, che magari comprenda anche altre realtà, penso alla pro loco, che sia in grando di monitorare la situazione e studiare soluzioni durevoli e replicabili, anno dopo anno. E che affronti situazioni che possono dare una svolta. Penso, ma solo come esempio, all’utilizzo del Marraccini».
L’Ance: «Sviluppo complessivo, arredo urbano, piazze»
Mauro Carri, direttore di Ance, affronta il problema più da un punto di vista urbanistico: «Serve un progetto complessivo per il centro storico, che lo renda più fruibile e anche più accogliente. Pensiamo a un piano per il decoro, ma anche all’utlizzo di ampi spazi ora marginali. Le piazze devono diventare delle vere agorà, dei punti di ritrovo. Invece piazza San Francesco e piazza della Palma, le più grandi del centro storico dopo piazza Dante, sono marginali e poco sfruttate».
«E poi – aggiunge – si metta mano una volta per tutte alla pavimentazione, ormai siamo giunti a un livello di degrado insostenibile».
Infine gli affitti: «È questione fra privati, ma mi sento di fare un appello ai proprietari dei fondi. Devono rendersi conto che le richieste che fanno per le locazioni sono fuori mercato».
La Camera di Commercio: «Tornare a essere una comunità»
Riccardo Breda, presidente della Camera di Commercio, punta il dito sui numeri del Ccn: «Mi hanno colpito i dati citati da Enrico Collura, perché se davvero solo in 22 hanno aderito, il problema è serio. Deve essere chiaro a tutti: questa battaglia la vinciamo solo torniamo a essere una comunità, tutti dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Quindi al rilancio del centro devono partecipare prima di tutto gli stessi commercianti, poi i proprietari dei fondi, infine anche i residenti».
«Certo l’Amministrazione deve fare la sua parte, ascoltando tutte le istanze che sono uscite in questo incontro e facendo delle proposte. Una cosa la sottolineo: sa davvero Conad ha messo questa cifra importante a disposizione, è evidente che non ci sia concorrenza fra centro storico e centri commerciali. Le due realtà possono e devono convivere»
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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