GROSSETO. Il nuovo Indice del Clima 2025 redatto dal Sole 24 Ore e dalla giornalista Veronica Riefolo, misura la qualità del clima nei 107 capoluoghi italiani, sulla base di 15 parametri validati da 3bmeteo.
Grosseto stabile al 51esimo posto
Il nuovo report fotografa i cambiamenti degli ultimi 15 anni: il sud e le città costiere dominano la classifica, con Bari ancora al primo posto, mentre le aree interne e il nord fanno i conti con l’aumento delle temperature e l’esplosione degli eventi estremi.
La classifica, aggiornata con i dati forniti da 3bmeteo relativi al decennio 2014-2024, indica quale delle 107 città capoluogo ha il clima migliore, in grado di offrire un maggiore benessere a chi vive sul territorio, in base a quindici parametri che misurano le più frequenti condizioni di «bel tempo», 5 nuovi parametri in più rispetto alla classifica 2024. Gli indici che compongono la graduatoria finale sono stati scelti ed elaborati dalla redazione del Sole 24 Ore e validati dal team di esperti meteorologici di 3bmeteo.
Soleggiamento, notti tropicali e brezza estiva: Grosseto al top
Per Grosseto, i dati si riferiscono al decennio fra il 2014 e 2024 è all’11esimo posto nel “soleggiamento”, ore di media nel periodo con un valore di 8,6 e un punteggio di 762,3. Al 100esimo posto invece nell’Indice di calore, i giorni con la temperatura media percepita maggiore o uguale a 30 gradi, valore 95,4 punteggio di 201,4. Al 105esimo posto per le “ondate di calore” lo sforamento annuo maggiore o uguale a 30 gradi per 3 giorni consecutivi, valore di 26,0 e come punteggio 124,9.
Al 32esimo per “le notti tropicali”, con fascia oraria 0-6, con temperatura media maggiore o uguale a 20 gradi, con valore di 61,5 e un punteggio di 617,6. Al 97esimo per “caldo estremo”, giorni con temperatura massima superiore o uguale a 35 gradi, con valore di 24,4 e punteggio di 467,7.
Al 21esimo per la “brezza estiva”, nodi di vento nella stagione luglio-settembre con valore di 6,8 e punteggio di 681,8. Al 77esimo per “raffiche di vento”, giorni totali con raffiche superiori a 30 nodi, con valore di 23,8 e punteggio di 740,1. Al 46esimo per “l’umidità relativa”, giorni annui fuori dal comfort climatico maggiore del 70% e minore di 30 gradi con valore di 188,6 e punteggio di 490,9. Al 19esimo per la “circolazione dell’aria”, periodo di almeno 4 giorni con precipitazioni minori di 1 mm giornaliero, vento medio minore a 5km orari e nebbia assente, con valore di 17,6 e punteggio di 899,4. Al 103esimo per “escursione termica”, la differenza in gradi tra la temperatura massima e minima giornaliera, valore di 10.9 e punteggio di 123,2. Al 97esimo per la “percentuale di giorni consecutivi senza pioggia” ogni 100, con valore di 56,6 e punteggio di 306,6. Al 17esimo per l’intensità pluviometrica, accumulo medio in mm ogni 100, valore di 12,2 e punteggio di 771,7. Al 25esimo per “precipitazioni estreme”, giorni di accumulo di pioggia minore di 40mm per fascia oraria, con valore di 1,2 e punteggio di 800,0. Al 23esimo per “nebbia”, giorni annui con nebbia in almeno una fascia oraria esaoraria con valore di 2,1 e punteggio di 969,3. Al 23esimo per “giorni freddi”, giorni annui con temperatura massima percepita minore a 3 gradi, con valori di 0,6 e punteggio di 968,9.

In Italia prima è Bari
Bari anche quest’anno, è il capoluogo di provincia con il miglior clima in Italia. Il capoluogo pugliese si piazza sul primo gradino del podio, dove era salito già l’anno scorso, seguita da due territori della costa Adriatica: la vicina Barletta Andria Trani, al secondo posto (i dati sono riferiti alla performance media dei tre capoluoghi), e Pescara al terzo posto.
Tre città del Mezzogiorno, per la prima volta dalla pubblicazione dell’indagine (che ha debuttato nel 2019 e viene aggiornata ogni anno al decennio più recente), occupano tutto il podio della classifica. E – cosa, questa, più consueta – regnano sulla top 10, dove figurano anche Enna (prima classificata nell’indice di calore), Chieti e Catanzaro.
Tra i primi dieci figurano quasi tutti territori costieri e tra questi sono solo tre i capoluoghi di provincia del Centro (Livorno, Pesaro Urbino e Ancona) e uno del Nord, Trieste. Quest’ultima ha debuttato tra le prime dieci grazie alla leadership nell’indicatore sulla brezza estiva, mentre è ultima (e questa non è una sorpresa) per raffiche di vento. Non figura nella top 10 la pluri-premiata Imperia: dopo aver occupato il primo e il secondo posto, è scivolata al 17° forse a causa dell’introduzione di nuovi indicatori come i parametri negativi dei giorni consecutivi senza pioggia e delle notti tropicali. In chiusura dTutti gli articolii classifica c’è Caserta, preceduta da Terni, dalle province del Nord-ovest (Asti e Alessandria) e dall’Emilia Piacenza, Cremona, Parma e Reggio Emilia.
Le grandi città sono divise in due grandi gruppi: entro le prime 50 posizioni sono piazzate Venezia (15° posto), Cagliari (26ª), Napoli (28ª), Genova (33ª) e Roma (47ª). Le altre, invece, sono posizionate nella seconda metà bassa della classifica: Bologna, Milano e Firenze sono concentrate, rispettivamente, al 74°, 77° e 78° posto.
I primati
Stringendo il focus sui primati locali, positivi e negativi, che possono aiutare a spiegare meglio i posizionamenti nella classifica generale, Agrigento è prima nell’indice di soleggiamento con 9,2 ore di sole al giorno, in media, nel periodo analizzato (2014-24), contro i 6,7 di Belluno, agli antipodi di questa classifica. La città veneta è anche ultima per numero di giorni freddi (20,55 all’anno, in media, sul decennio esaminato) e per umidità relativa, intesa come quota di giorni fuori dal comfort climatico che sta tra il 30 e il 70% di umidità: sono ben 259,8. Belluno vanta però un primato, quello del minor numero di notti tropicali (uno degli indicatori di nuova introduzione): le notti in cui si registra, tra mezzanotte e le sei, una temperatura di 20 gradi o più, sono solo 14,3 contro le oltre 137 della provincia di Palermo. Venezia, invece, è prima per numero inferiore di giornate con una temperatura massima uguale o superiore a 35 gradi, pari a 0,4. Se si passa a Terni, invece, questo indice schizza a 45,5 giorni, risultando di gran lunga il più alto in Italia. Le aree interne come Terni risultano penalizzate negli indicatori come quello sull’escursione termica (è penultima, davanti a Rieti) dove invece primeggiano le località di mare. Lo stesso vale per la circolazione dell’aria che vede in testa Ancona mentre Torino è in fondo alla classifica, quindi con una maggiore persistenza di aria stagnante.
L’indagine
L’indagine prende in esame i dati climatici relativi all’ultimo decennio 2014-2024, rilevati e validati dal team di meteorologi di 3Bmeteo, del gruppo Meteosolutions Srl che gestisce l’omonimo portale di previsioni meteorologiche. I dati sono stati poi elaborati dall’ufficio studi del Sole 24 Ore e il punteggio finale viene attribuito in base ai 15 parametri climatici presi in esame (soleggiamento, brezza estiva, indice di calore, nebbia, ondate di calore, giorni freddi, precipitazioni estreme, umidità relativa, raffiche di vento, escursione termica, notti tropicali, circolazione dell’aria, caldo estremo, percentuale giorni consecutivi senza pioggia, intensità pluviometrica), ri-parametrati da 0 a 1000.
I trend
Dall’analisi longitudinale dei 15 parametri climatici presi in esame emerge anche l’aumento degli eventi climatici estremi. In generale si rileva l’aumento di episodi climatici più violenti tra il 2010 e il 2024. Ondate di calore, notte tropicali e picchi di caldo estremo: nelle città del Nord le temperature medie giornaliere sono cresciute in media di 2,4°C rispetto al 2010 e l’impennata si traduce in fenomeni climatici estremi di magnitudo sempre più elevata.
L’aumento delle temperature si è tradotto ad esempio in eventi di caldo estremo sempre più marcati: le giornate in cui sono stati toccati (o superati) i 35 gradi sono state 11 in più al Sud, passate da 6,4 a 17,6 all’anno; 12,5 in più al Centro, dove si è passati da 6,8 a 19,3 episodi. Questo tipo di eventi al Nord nel 2010 erano praticamente inesistenti (1,9 picchi di temperatura), mentre oggi se ne contano in media più di 11 all’anno. Il risultato, nella fascia oraria tra mezzanotte e le 6 di mattina, sono quasi 80 notti tropicali (con temperatura media uguale o superiore a 20°C) all’anno nelle città settentrionali, 36 in più rispetto a quante se ne registravano 15 anni fa. Gli inverni, inoltre, sono sempre più miti e i giorni di gelo (sotto 3°C) sono sempre meno anche al Nord, passati da 28 a 5 all’anno tra il 2010 e il 2024 (-23 giorni freddi, in media). Le nevicate sono ormai assenti in Pianura padana negli ultimi due anni.
Analizzando i dati sulle precipitazioni l’analisi si fa più complessa. I giorni piovosi diminuiscono e i periodi siccitosi sono sempre più lunghi, ma d’estate sale l’intensità pluviometrica media del giorno piovoso (da 9 a 13 millimetri di cumulata per ciascun giorno piovoso, nei 15 anni presi in esame). In pratica, piove meno ma più intensamente. I periodi di siccità più lunghi sono stati rilevati ad Agrigento e Cagliari.
Tutti i dati sono consultabili online su Lab24, l’area visual del sito del Sole24 Ore, saranno disponibili le classifiche integrali relative ai 15 parametri che compongono l’Indice del clima del Sole 24 Ore: per ciascuna delle città capoluogo prese in esame viene visualizzata una pagella con tutti i dati meteorologici riferiti a pioggia, soleggiamento, vento, ondate di calore, nebbia e così via. È possibile anche visualizzare in sintesi il trend, città per città, degli eventi climatici estremi.
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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