GROSSETO. Controlli a tappeto dei carabinieri forestali sulle aziende che producono canapa “regolare”, quella destinata alla trasformazione, alla produzione di alimenti, cosmetici, semilavorati innovativi per le industrie di diversi settori. Nome scientifico Cannabis Sativa.
Ed è proprio durante questo controlli che le forze dell’ordine hanno riscontrato, invece, diverse irregolarità che fanno presumere un uso diverso da quello legale.
Due le piantagioni di canapa accertate come illegali e non conformi alla messa in commercio. In totale occupano una superficie di circa 2 ettari e ospitavano 1.000 piante. I prodotti erano in parte già confezionati. 114 erano sacchetti da circa 150 grammi già pronti. Parte del prodotto era ancora in fase di essiccazione.
Thc troppo alto, essiccatoio e sacchetti pronti per la vendita
In un primo caso, il campionamento dei prodotti freschi in campo e dei prodotti essiccati ha fatto emergere il superamento del livello di THC previsto dalla legge. Il prodotto infatti, con le concentrazioni di principio attivo rilevate, non poteva essere immesso in commercio e pertanto è stato avviato alla distruzione.
Nell’altro caso, il titolare dell’azienda non è stato in grado di dimostrare alcuna destinazione legittima della canapa coltivata. Non è riuscito neanche a fornire garanzie sulla tracciabilità del prodotto, ovvero sul rispetto della filiera che dal seme arriva fino al prodotto lavorato e pronto per la vendita.
I carabinieri forestali che hanno effettuato l’ispezione nell’azienda hanno, inoltre, trovato un annesso che aveva funzione da essiccatoio e da laboratorio di trasformazione del prodotto coltivato. All’interno sono stati trovati sacchetti già pronti per la vendita.
I controlli dei carabinieri
I carabinieri del comparto forestale sono impegnati nel controllo del rispetto della filiera agroindustriale della canapa (Cannabis Sativa), regolamentata dalla legge 242 del 2016. Una norma il cui principale obiettivo è garantire corretti parametri di concentrazione di tetraidrocannabinolo (Thc) sulla canapa commercializzata. Che, allo stesso tempo, deve essere accompagnata da garanzie di tracciabilità.
Gli uomini dell’arma verificano quindi la regolarità del prodotto: il corretto rispetto della conservazione, etichettatura e provenienza dei semi, le procedure di coltivazione e di lavorazione del prodotto fresco, fino alla messa in commercio presso i punti vendita.
«Il settore è particolarmente delicato, il confine tra un prodotto perfettamente in regola e quello che invece può avere un effetto “drogante” è sottile e spesso difficile da individuare. Il controllo di tutta la filiera, a opera dei carabinieri è scrupoloso e serve, appunto, a far sì che un prodotto così regolamentato sia messo in commercio rispettando tutti i parametri di sicurezza», spiegano i carabinieri.
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