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Coldiretti Grosseto: «Autonomia di grano per 2-3 mesi»

Filippi: «I nostri granai hanno un’autonomia di almeno due-tre mesi, dovremo averne abbastanza fino alla prossima mietitura a giugno, molto dipenderà dall’evoluzione del conflitto»
Una mietitrebbiatrice al lavoro

GROSSETO. In maremma in 40 anni, la superficie coltivata a grano si è ridotta di 40mila ettari.

Osservando i dati Istat, Coldiretti Grosseto, traccia un report che dà motivo di esistere alla dipendenza dall’estero di frumento. Nata e sviluppata grazie anche alla spaventosa riduzione delle superfici destinate alla coltivazione di frumento duro e tenero in Toscana, e in Italia.

Una mietitrebbiatrice al lavoro

«Siamo di fronte ad un errore strategico di cui le imprese agricole sono le prime vittime. Potremo aumentare notevolmente la nostra capacità di produrre materie prime essenziali per la nostra alimentazione ma non ci sono le condizioni. – analizza il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – Per tornare a coltivare con costanza ed aumentare le produzioni deve essere garantito almeno il costo di produzione alle imprese. Oggi non accade. Serve un vero patriottismo alimentare».

Il calo produttivo

Dati alla mano Coldiretti fa notare che le superfici di grano duro per la produzione della pasta si sono ridotte del 58% dal 1982 passando da 34 mila ettari agli attuali 14 mila ettari, che garantiscono una produzione di 550 mila quintali di grano. Le superfici coltivate a grano tenero, per fare pane e dolci, si sono ridotte dell’84%, per attestarsi dal 2000 ad oggi intorno ai 3 mila ettari, con una produzione di 110 mila quintali. Lo stesso è accaduto per il mais per alimenti da zootecnia: nella maremma si coltivano appena 100 ettari (-97% rispetto al 1982).

Le ragioni

La ragione di questa progressiva ritirata, sottolinea Coldiretti, è da ricercare nel proliferare fuori controllo degli ungulati, diventati una vera e propria calamità per la cerealicoltura toscana. Ai danni, si aggiungerebbero i bassi compensi riconosciuti agli agricoltori, «Perché molte industrie, per miopia – sostiene Coldiretti – hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti da noi».

Due cinghiali

«Ci sono le condizioni produttive, le tecnologie e le risorse umane per ridurre la dipendenza dall’estero – rilancia il presidente di Coldiretti Toscana -. La pandemia e la crisi ucraina ci stanno dando un grande insegnamento. Produrre cibo è un tema strategico di sicurezza nazionale. La pandemia prima, oggi il conflitto, devono porre questo tema al centro dell’agenda del Governo”.

Salvo evoluzioni negative del conflitto, non si profilano al momento all’orizzonte, problemi alle scorte di grano, come sostiene Filippi: «I nostri granai hanno un’autonomia di almeno due-tre mesi e questo significa che se le forniture dall’estero continuano ad arrivare non avremo problemi particolari. Dovremo averne abbastanza fino alla prossima mietitura a giugno. Molto dipenderà dall’evoluzione del conflitto. Noi tutti preghiamo per una soluzione di pace rapida e duratura».

Grano

«Il problema più attuale in agricoltura – conclude Filippi – è il prezzo del grano tenero mai così alto dal 2008: 37 euro al quintale. In continua salita, così come per il grano duro oltre i 50 euro al quintale. Aumentati anche i prezzi anche di mais e soia, che rappresentano la base dell’alimentazione del bestiame e da cui dipendiamo in buona parte dalle zone interessate dal conflitto. Di questo passo il settore sarà spazzato via. Bisogna fare di tutto per non far chiudere le aziende agricole e gli allevamenti sopravvissuti con lo sblocco di 1,2 miliardi per i contratti di filiera già stanziati nel Pnrr, ma anche incentivare le operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito delle imprese agricole e fermare le speculazioni sui prezzi pagati degli agricoltori, con un efficace applicazione del decreto sulle pratiche sleali». 

Per informazioni: Sito Coldirettipagina Facebook Coldiretti Toscanapagina InstagramTwitterYouTube

Autore

  • Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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