GROSSETO. I rapporti fra Comune di Grosseto e Coeso, la società della salute di 20 Comuni maremmani su 28, non sono mai stati idilliaci. La mancata presidenza al capoluogo (il presidente è Marcello Giuntini, sindaco di Massa Marittima) è stata oggetto di molte polemiche. Ma ora lo scontro si alza, anche se Giuntini si scusa e parla di “fraintendimento”.
Perché il sindaco di Grosseto vuole sapere, detto con parole molto povere, come vengono spesi i soldi che il Comune dà alla Sds.
I numeri, in fondo, parlano chiaro. Di 7,9 milioni di euro che i 20 Comuni versano al Coeso 4 li versa Grosseto. La metà, più o meno. E su 160mila persone assistite dal Coeso, 80mila sono grossetane. Quindi Grosseto, con le parole del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, vuole sapere dove finiscono quei soldi. E non solo, perché il primo cittadino contesta anche un’altra serie di problemi.
Va ricordato che le Società della salute, integrando i servizi e le attività di Comuni e aziende sanitarie, lavorano per offrire alle persone risposte unitarie ai bisogni sociosanitari e sociali e diventano l’unico interlocutore e porta di accesso ai servizi territoriali.
In Toscana ci sono 16 Società della salute e 12 zone distretto senza SdS. In Maremma c’è il Coeso che, come detto, è la Sds della zona nord, 20 comuni su 28, e c’è la zona distretto Colline dell’Albegna, che comprende gli altri 8 Comuni (Capalbio, Isola del Giglio, Magliano in Toscana, Manciano, Monte Argentario, Orbetello, Pitigliano e Sorano).
Vivarelli Colonna: «Vogliamo sapere come vengono spesi i nostri soldi»
«Il Comune di Grosseto – scrive in una nota il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna – da diverse settimane ha fatto una richiesta al Coeso, nell’ambito di un’azione e di verifica dei propri centri di costo, di avere indietro alcune schede disarticolate, riguardanti l’accordo tra la nostra amministrazione e la Sds».
«Ancora non abbiamo avuto risposte e questa, evidentemente, è la considerazione che l’attuale governance nutre nei confronti del comune capoluogo, altro che richieste da fare in giunta ed in assemblea come sostenuto dal presidente Giuntini, quando di fronte ad una domanda di documenti di nostro interesse c’è una chiusura a riccio».
«Vogliamo capire come vengono spesi i nostri soldi e non ci bastano generiche voci che riguardano tutti e venti i comuni. Se nel Coeso, dopo aver disatteso il patto parasociale ed impedito al sottoscritto di diventarne il presidente, vogliono mettere Grosseto in un angolo, allora che ci facciano vedere come vengono spesi i nostri soldi, ma questo a qualcuno dà evidentemente fastidio, come se ci fosse qualcosa da nascondere».
Vivarelli Colonna: «Pensiamo a un distretto solo nostro»
A questo punto il Comune di Grosseto farà le sue valutazioni.
«Il maxi distretto socio sanitario che fa capo al Coeso è troppo grande e non funziona – dice il sindaco- le esigenze dei piccoli comuni montani o collinari e quelli della città sono troppo diversi tra loro, sia per ragioni di distanze geografiche, sia per necessità. Da più parti si sta alzando una voce per ripensarli».
«In provincia di Arezzo si è già tornati indietro ai precedenti tre, a Grosseto dobbiamo valutare, il consiglio regionale con la mozione 105 e con l’emendamento al Prs del consigliere Ulmi ha dato un indirizzo chiaro, anche in favore delle comunità locali».
«Anche perché o la governance cambia, dunque si dà il giusto peso alle singole realtà e Grosseto lo deve avere per gli oltre ottantamila abitanti che rappresenta, anche nell’esprimere le figure apicali, oppure è giusto cambiare e lo si può fare ripensandone le dimensioni o, addirittura, fino a giungere ad un’uscita del capoluogo che con i suoi abitanti supera la soglia per costituire un distretto autonomo».
«Su questo stiamo lavorando a livello politico e amministrativo, perché la situazione attuale non ci soddisfa, soprattutto dovendoci rapportare con amministratori che non sanno neppure mantenere non solo la parola data, ma anche quella scritta e sottoscritta, evitando anche di fornirci dati disarticolati che ci riguardano e che rappresentano un nostro diritto ricevere».
Il presidente Giuntini: «Solo un fraintendimento»
«Nessuna volontà di tenere all’oscuro il Comune di Grosseto – spiega Marcello Giuntini, presidente di Coeso Società della salute -, ma un mero fraintendimento di cui mi scuso e mi assumo la responsabilità. Abbiamo sempre dimostrato di essere collaborativi con tutti i soggetti consorziati per tutte le questioni di natura tecnica e professionale».
«Abbiamo ricevuto – spiega Giuntini – due richieste dal Comune capoluogo: una relativa al bilancio consolidato, l’altra più generica sui dati circa i centri di costo. Ingenuamente abbiamo ritenuto che si trattasse della medesima richiesta e gli uffici hanno, di conseguenza, fornito i dati relativi alla prima questione».
Il presidente di Coeso Società della salute, quindi, smorza i toni e precisa: «Per quanto attiene la seconda richiesta di chiarimenti, che abbiamo compreso essere di diversa natura dopo le dichiarazioni del sindaco Vivarelli Colonna, abbiamo bisogno, come riportato in una lettera che abbiamo oggi predisposto, di un referente tecnico del Comune di Grosseto, in modo che i nostri uffici si possano interfacciare per dare risposte, nel più breve tempo possibile, alle domande presentate».
«Il sindaco di Grosseto ha tutto il diritto di chiedere dati e sono convinto che, all’esame di questi, emergerà senza dubbio il fatto che tale Comune non sia mai stato penalizzato».
Giuntini: «Da me sempre spirito bipartisan»
«Per quanto riguarda la questione dei patti parasociali non rispettati – aggiunge Giuntini – è evidente che il primo cittadino di Grosseto non può riferirsi alla mia persona: non ho mai trattato i temi della governance, ma mi sono trovato a ricoprire un ruolo, in modo legittimo, in una situazione di impasse e tensione. L’ho fatto con il massimo dell’impegno e della dedizione e con uno spirito assolutamente bipartisan, che credo possa essere difficilmente contestato».
«Invito, quindi, a lasciare la mia persona fuori dalla polemica politica, perché in questi mesi di mandato ho gestito la Società della salute con trasparenza e apertura, senza fare figli e figliastri, così come ho sempre detto di essere disponibile a fare un passo indietro qualora la politica trovasse una soluzione condivisa».
Infine Giuntini, torna sulla questione del maxi distretto: «Il tema della risuddivisione territoriale è serio e non può essere declinato con prove di forza tra i soggetti politici, perché ne andrebbe della qualità dei servizi ai cittadini. Per questo, torno ad invitare tutti a un confronto costruttivo e concreto che lasci da parte questioni ideologiche e di appartenenza».
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