GROSSETO. L’associazione Città e partecipazione, rinata nel 2020, interviene sul centro storico, dopo l’intervento del circolo centro del Pd.
«A Milano, Bologna e Torino – scrivono -, non passa giorno senza che, nelle cronache locali, si elenchi una crescente ondata di violenza, spesso gratuita, spesso ad opera di giovani, spesso contro le donne».
«Oggi si può solo immaginare l’angoscia di un genitore che vede uscire il sabato sera le proprie figlie, sapendo che potrebbero andare incontro a qualsiasi nefandezza, che potrebbero essere coinvolte in qualsiasi violenza. La certezza è che i buoni suggerimenti di una volta, di stare in centro, evitare zone isolate, rimanere in gruppo, possono non bastare più e questo è disorientante».
«La nostra città, seppur in maniera minore, manifesta ormai le stesse tendenze; alcune zone sono già off limits di sera. Ecco allora spuntare, non si capisce se per ingenuità, la proposta di un circolo che indica la soluzione, che pone le sue idee criticando la politica: più iniziative culturali, più festival , più musica».
Città e partecipazione: pronti a confrontarsi sul centro storico
«Va benissimo, siamo d’accordo, accettiamo volentieri l’invito! Parliamone, confrontiamoci, collaboriamo ad iniziative culturali comuni. Noi ci siamo, “Città e Partecipazione” risponde presente».
«Però ci permettiamo di presentare le nostre valutazioni ed i nostri dubbi. Bologna, Milano, Roma, città universitarie, ricchissime di continui eventi in tal senso dimostrano che non è solo così che si può dirimere questa deriva di impunita violenza. Recentemente qualcuno ha scritto: senza green pass arrivano le forze dell’ordine, se spacci in centro arriva Brumotti in bicicletta».
«Crediamo che questo sia un argomento da non inserire in interventi che un’opposizione, sempre legittimamente essendo il suo lavoro, fa verso la maggioranza avversa per criticarne la linea di governo, crediamo che sia molto, moltissimo riduttivo annoverare questi problemi nelle mancanze di iniziative di una giunta comunale, ma che invece ci siano problemi ben più gravi e radicati che andrebbero esaminati, valutati e risolti tutti insieme lasciando da parte ogni idea politica».
«I recenti fatti avvenuti a capodanno contro inermi ragazze, che qualcuno configura nella strategia di umiliazione della donna, con l’assalto organizzato e le violenze sessuali, il doloroso elenco di ragazze umiliate o ferite, per le quali nessuno si inginocchia, per le quali, la nostra farraginosa giustizia fatica a svolgere compiutamente il proprio ruolo, l’arroganza non perseguita dei ladri di case e altro, ci certificano l’assenza del diritto, la impunità della delinquenza, la consapevolezza che siamo disarmati e privi di tutela di fronte a chiunque voglia usarci violenza».
«Ad invitarci al buonismo ed alla tolleranza spesso sono quei politici annegati nei privilegi, ai figli dei quali, magari paghiamo la scorta mentre studiano all’estero. Ed allora non rimane che fare un’onesta riflessione su quello che sta accadendo».
«La decadenza dei valori, l’impunità figlia di un certo “buonismo”, l’impossibilità di perseguire efficacemente i crimini, dettata dal pensiero unico che ci dice: “nessuno tocchi Caino”, i ridicoli provvedimenti con i quali si pensa di punire i colpevoli (tipo daspo urbano) sono il fertile terreno sul quale fiorisce l’arroganza diffusa di chi vuol commettere reati».
«Una volta tornare a casa con una nota sul diario era motivo di preoccupazione; oggi lo è per la professoressa consapevole che il giorno dopo potrebbe essere aggredita dai genitori; oggi lavorare in un pronto soccorso include la possibilità di essere molestati da pazienti o parenti degli stessi».
«Molto probabilmente se si incominciasse a pensare che determinati tipi di reati, e sottolineiamo la parola reati, non dovrebbero, come spesso succede, essere derubricati a semplice bravata come suonare i campanelli e scappare in una notte d’estate, e fossero giustamente collocati per gravità e puniti con fermezza, si riuscirebbe piano piano a controllare la situazione. Altrimenti succederà che un giorno ci sveglieremo e sarà troppo tardi».
«I giovani adolescenti conoscono ormai l’impunità di agire in gruppo, gli immigrati sanno che corrono dei rischi neanche paragonabili a quelli che correrebbero per lo stesso reato nel loro paese e si sentono spesso intoccabili. Le Forze dell’ordine sono impotenti e spesso all’indice anche quando svolgono il loro compito di rilevare un comportamento illegale e tentano di identificare il colpevole. In caso di colluttazione in fase di arresto gli agenti rischiano il processo per violenza».
«I signori ladri agiscono impunemente; gli occupanti abusivi di appartamenti minacciano sia i giornalisti che i proprietari e, magicamente dopo avere sfondato una porta, acquisiscono diritti che diventano quasi inviolabili, molti di più di chi magari aspetta diligentemente in fila da anni un alloggio popolare».
«L’elenco dei misfatti tollerati è infinito, dai rave party (rave vuol dire delirio) allo spaccio continuo, dalle aggressioni con piccone agli sbarchi indiscriminati di chi non fugge da nessuna guerra: sembra un piano di autodistruzione… Qualcuno un giorno dovrà assumersi la responsabilità».
«Intanto un circolo politico chiede più vivacità nei centri storici e punta l’indice contro l’amministrazione che non è della sua parte. Sarebbe una battuta spiritosa se non fosse la testimonianza di come siamo lontani da una visione concreta della realtà».
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