FOLLONICA. Martedì 31 ottobre sarà l’ultimo giorno di apertura per Il Caffè d’Arte di Maurizio Ceccarelli. La sera si abbasserà la saracinesca per non rialzarsi più. Un’altra nota attività follonichese chiude i battenti, non senza dispiacere e un pizzico di malinconia.
L’attività di famiglia era cominciata nel 1984 quando i genitori di Maurizio aprirono una pasticceria in via Norma Pratelli. Lì producevano e vendevano le loro bontà ai bar della città, ai ristoranti, ai panifici. Dopo quattro anni trasferirono tutto in via Litoranea, nel quartiere di Pratoranieri e nel 2001 Maurizio e la moglie Enrica decisero di aprire anche la vendita al dettaglio.
Un caffè di pura arte
È così che è nato Il Caffè d’Arte, uno spazio in cui oltre a bere un ottimo caffè, si poteva anche entrare in contatto con varie forme di arte che sono state lì ospitate nel corso degli anni. Quadri e pittori, scultori e sculture, poesie e scrittori, musica e musicisti sono passati dal caffè. Animando e colorando una colazione fatta con bombolone alla mano, un’istituzione, praticamente obbligatorio.
Chi faceva capolino nel bar di Maurizio ed Enrica non poteva non mangiare il bombolone, cantato come il meglio di Follonica da molti suoi appassionati e fedelissimi clienti, quelli della generazione più giovane venuti dopo la chiusura del bar Capolupi.
E così, prima di andare a mangiare l’ultimo bombolone nell’ultimo giorno di attività, Maurizio si è raccontato a MaremmaOggi.
La vostra pasticceria è indubbiamente una delle tre più conosciute e apprezzate dai follonichesi e anche dai turisti che popolano Pratoranieri nel periodo estivo. Come siete arrivati a questa decisione?
«Ho raggiunto l’età pensionabile, questo è un lavoro che ti guarda in faccia: sono entrato in laboratorio la prima volta, da dipendente, che avevo poco più di 15 anni nel 1978, e oggi ne ho 61. Stesso discorso vale per mia moglie Enrica, anche se è un po’ più giovane di me. Credo che possa bastare».
Dopo tanti anni, chiudere non è comunque facile
Non sarà facile per chi è stato al pubblico per tutta una vita, rinunciare a quello scambio umano che deriva dall’avere un’attività sempre piena di gente, ci avete pensato?
«Ci abbiamo pensato eccome, abbiamo valutato anche la possibilità di aprire solo nel periodo estivo ma poi analizzando i pro e i contro abbiamo deciso che la prima scelta era la migliore, anche perché i nostri figli Ilaria e Lorenzo hanno preso altre strade. Il rapporto con le persone, quello sì, ci mancherà tanto».
Secondo lei c’è ancora spazio per i prodotti artigianali, oppure la grande distribuzione è destinata a farli sparire?
«Molte attività hanno già deciso di tirare giù la saracinesca e temo che altre ne seguiranno nel giro di pochi anni. Lo Stato dovrebbe tutelare le attività artigianali. Commercio e artigianato sono stati per anni il fiore all’occhiello dell’Italia permettendoci di essere apprezzati in tutto il mondo. Oggi purtroppo non è più così, nessun incentivo per chi mette soldi, passione, competenza e fatica nella propria attività. La grande distribuzione ha dato sicuramente un duro colpo a tutto il settore. Mi auguro che ci possa essere una ripresa ma non credo che ci siano grosse possibilità e lo dico con grande dispiacere».
Che cosa consiglierebbe ad un giovane che volesse intraprendere questo tipo di attività?
«Non la consiglierei, sono lavori che richiedono un sacrificio totale anche alla famiglia. Serve una grandissima passione e come detto un sacrificio enorme. Non so se oggi ci sono giovani disposti a fare questo e ad investire risorse umane ed economiche in un’attività che garantisce poche certezze».
Autore
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Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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