GROSSETO. La Corte d’appello aveva detto di sì all’estradizione. Poi c’era stata anche la Corte di Cassazione ed infine il ministro della Giustizia Carlo Nordio che non si è opposto alle richieste della giustizia Albanese.
Davide Pecorelli, l’imprenditore umbro scomparso e riapparso al largo di Montecristo 6 mesi dopo, è stato condannato dal tribunale di Scurati a una pena di 4 anni.
Era finito a processo per truffa aggravata, profanazione di tombe, distruzione della proprietà tramite incendio in concorso e attraversamento illecito della frontiera. «Ma ho risarcito le persone che avevo danneggiato – dice – Avevo chiesto di poter scontare la pena in Italia con un regime alternativo. Invece dovrò attraversare il mare».
La nuova avventura di Pecorelli, una linea di alta moda
Dopo la caccia al tesoro di Montecristo, finita in balia delle onde su un gommone che stava andando alla deriva e dopo i processi, in Albania e a Grosseto, Pecorelli ha deciso di cambiare vita.
Si è sposato con Jonida, una donna albanese, si è laureato e ora ha lanciato anche una sua linea di alta moda che verrà presentata a Parigi. Una linea di abiti da uomo realizzati con tessuti pregiati, come la giacca che ha mostrato durante la presentazione del suo marchio all’Hotel Tiferno a Città di Castello venerdì 28 marzo.
Linea d’alta moda che si chiama “Castello d’If”, realizzata in collaborazione con l’associazione no profit “Il Conte di Montecristo” fondata dall’ex imprenditore e arbitro.
La decisione del ministero
Non c’era solo la giacca in cachemire con bottoni d’oro zecchino del valore di oltre 20.000 euro a tenere banco durante la presentazione della linea di alta moda. C’era soprattutto la vicenda processuale che ha visto protagonista Davide Pecorelli.
L’imprenditore, dopo aver trascorso mesi in Albania, era rientrato in Italia per ricomparire al largo delle coste di Montecristo, dov’era andato a cercare il tesoro.
Il tribunale di Grosseto, lo aveva condannato a un anno di lavori socialmente utili per i reati di autocalunnia, presentazione di falsa documentazione e sostituzione di persona dalla procura di Grosseto che lo aveva indagato, inizialmente per ricettazione.
«La decisione del ministro Nordio di consegnarmi alla giustizia albanese – dice Pecorelli – mi prende di sorpresa. Sono veramente preoccupato per la mia famiglia, per mia moglie e per i miei quattro figli, due dei quali ancora minorenni, un padre di 90 anni e un fratello di 60 entrambi disabili».
Pecorelli si era appellato direttamente al ministro della giustizia Nordio. «In un anno ci sono stati tre episodi – dice – il rifiuto di consegnare il fidanzato di Ilaria Salis alle autorità ungheresi, il rilascio dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi e quello di Almasri, che era ricercato dalla Corte internazionale dell’Aia. Un criminale vero, che aveva ucciso anche dei bambini. La decisione del ministro devo accettarla ma penso che sia un’ingiustizia vera».
«Andrò in carcere a Tirana»
I prossimi giorni saranno dolorosi per Pecorelli che ancora oggi non sa quando dovrà salire sull’aereo che lo porterà in Albania. E nemmeno da quale aeroporto dovrà farlo.
«Andrò in carcere a Tirana – dice – Il giudice avrà 48 ore di tempo per decidere se lasciarmi lì oppure darmi una misura alternativa. Sono sposato con una donna albanese. Una volta pagato il mio debito con la giustizia, resterò in Albania e rinuncerò alla cittadinanza italiana».
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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