GROSSETO. Si va verso un Natale al buio in centro storico. Ma non per la crisi energetica conseguenza alla guerra in Ucraina, ma solo per l’incapacità dei commercianti di trovare un accordo per dividersi il costo dell’installazione delle luminarie. Una cosa che, negli ultimi anni, costava 70 (settanta) euro a negozio, come un paio di scarpe, una maglia, venti gelati o una cena per due. Anche se quest’anno, va detto, potrebbe costare qualcosa in più, anche perché il Comune non pare disponibile a pagare l’energia elettrica come negli anni scorsi.
Proprio in questi giorni il Ccn (centro commerciale naturale) ha mandato un avviso a tutti i propri associati, spiegando di non essere più disponibile ad anticipare la cifra necessaria all’azienda che installa le luci in centro, per poi andare a chiedere ai soci la propria parte di contribuzione. E che quindi ogni strada deve organizzarsi per conto proprio se vuole le luci.
Peraltro, in estate, sono state anche smontate le frasi luminose della canzone in corso Carducci. Quindi si riparte dal nulla, dal buio.
Il Ccn ha mandato l’avviso adesso, con un certo anticipo, proprio per vedere se ci sia un minimo di volontà di non arrivare alle feste senza la giusta atmosfera. Ma i problemi da affrontare sono parecchi.
Solo l’anno scorso una cinquantina di negozi, con una scusa o un’altra, non hanno partecipato alla ripartizione delle spese.
Le catene commerciali, ad esempio, non pagano quasi mai, proprio perché è difficile fare riferimento a una proprietà, ma si parla solo con una direzione del negozio. E le scuse sono anche banali, tipo «la mia catena ha mille negozi nel mondo, mica può pagare mille luminarie»… Come se non pagasse anche mille affitti, mille direttori di negozio, mille commesse… Sono quei 70 (settanta) euro in più che fanno la differenza.
Ma così è. E quest’anno, dopo le polemiche dell’anno scorso per le luminarie un po’… curiose, si va verso un Natale al buio.
Un Natale al buio, il Ccn: «Non possiamo accollarci il costo e poi passare le giornate a chiedere»
Il Centro commerciale naturale per il centro storico fa molto. E lo fa per far crescere il cuore commerciale della città. Ci sono persone che si sono prese l’impegno e che, sacrificando lavoro e famiglie, dedicano ore e giorni alla causa comune. Proprio per questo non possono fare gli esattori “cattivi” a giro per le vie del nostro centro storico.
Fino a prima della pandemia era la ditta installatrice a raccogliere le quote. Poi la patata bollente è passata nelle mani del Ccn.
«La cifra è importante – dice Enrico Collura, presidente del Ccn – ma, se ripartita fra tutti, è un costo sopportabile. Il problema è che passiamo le giornate a chiedere ai colleghi la loro quota, tanti ci rinviano a dopo le feste, molti alla fine non pagano. E con le catene è uno scontro continuo. Quest’anno non ce la sentiamo di farlo, ogni strada si organizzi da sola se vuole le luci».
Sennò sarà un Natale al buio.
C’è chi paga per tutti, in sostanza: «L’anno scorso ci sono state vie e piazze dove 1-2 hanno pagato per tutti. E non può essere il Ccn a coprire chi non contribuisce. Possiamo muoverci per trovare qualche contributo sotto forma di sponsor, ma poi ognuno deve fare la propria parte. Sennò saremo una città che risparmia, ma sarà un Natale triste».
Intanto, però, in via Tripoli, subito fuori dal centro, ha già un accordo per le luminarie. Loro si sono organizzati per tempo.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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