GROSSETO. «Questa è una tragedia che va oltre le appartenenze, questa è una tragedia di tutta la città»: Hubert Corsi, presidente della Croce Rossa, riassume così l’abbraccio di tutte le associazioni del volontariato del soccorso alle salme di Antonio Panico, Roberto Seripa e Nilo Naldini.
Diciotto luglio, quattro giorni dopo l’incidente.
Il sole è impietoso sulle pietre davanti al Duomo, ma la città ha il gelo dentro per una vicenda che è ancora difficile da capire, per quanto il destino ha voluto accanirsi in quel maledetto 14 luglio che Grosseto non dimenticherà mai.
Suonano per un attimo le sirene della polizia municipale, ma poi solo il “don don” lento delle campane scandisce l’attesa delle tre bare. I volontari sono tutti lì, a centinaia intorno a piazza Duomo, a testimoniare alle famiglie delle vittime la loro vicinanza. Poche parole, gli sguardi dicono già tutto.
Ci sono tutte le associazioni, vicine alle famiglie
Ci sono quelli dell’Humanitas, l’associazione di cui da poco Panico era diventato vicepresidente, ci sono gli altri delle Pubbliche assistenze, e poi la Croce Rossa, la Misericordia. Divise di colore diverso, stavolta unite in un arcobaleno di solidarietà.
Il vescovo Giovanni Roncari è sul portone del Duomo, le mani giunte. Attende le tre salme, attende le famiglie. Sa che le sue parole potranno portare solo un po’ di conforto in un dramma che ha sconvolto tutta Grosseto.
Il dolore delle famiglie è straziante.
Poi si entra in chiesa, in silenzio, per l’ultimo saluto ad Antonio, Roberto e Nilo.
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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