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Centinaia di persone accolgono il vescovo Bernardino

Folla a porta Corsica, in piazza e in Duomo per l’arrivo a Grosseto del vescovo Bernardino: «Grazie per la splendida accoglienza». IL VIDEO e LE FOTO
Il vescovo Bernardino accanto al vescovo Roncari davanti al Duomo. Dietro don Giampaolo e don Franco
Il vescovo Bernardino accanto al vescovo Roncari davanti al Duomo. Dietro don Giampaolo e don Franco

GROSSETO. Centinaia di persone, a porta Corsica, hanno accolto il vescovo Bernardino, al suo arrivo a Grosseto. Applausi, cori, striscioni, tanti bambini schierati sotto un sole primaverile in attesa di Bernardino.

Lui, dopo le tappe a Roselle, all’ospedale ed al carcere, ha sorriso, scherzato, stretto mani, parlato con tutti.

Commovente l’incontro e l’abbraccio con don Franco Cencioni.

In piazza il vescovo ha ricevuto una maglia del Grifone dal direttore sportivo del Grosseto, Filippo Vetrini, accompagnato da Viola Lamioni.

Poi i saluti istituzionali, da un emozionatissimo sindaco Vivarelli Colonna, al presidente della Provincia, alla prefetta Paola Berardino.

LE FOTO

Il vescovo Bernardino: «Grazie per la splendida accoglienza»

«Che splendida accoglienza – ha detto il vescovo sotto al sole di porta Corsica -. Quanti volontari, quanta gente si è prodigata. Molto bello essere accolti così».

«Bellissimo vedere tanti giovani. Questa è una speranza, anche per le tante cose che si faranno insieme, così come con il mondo delle famiglie e le realtà che ho conosciuto in questi giorni. Che questi momenti diventino una forza».

Sopra a porta Corsica ecco lo striscione “Benvenuto vescovo Berna”.

«Vero, è il mio soprannome

IL VIDEO

 

 
 
 
 
 
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L’ingresso in Duomo e la cerimonia

Il vescovo ha ricambiato i saluti istituzionali ringraziando calorosamente la Maremma per l’accoglienza riservata e ha consegnato due parole: “Insieme” e la consapevolezza che “la fatica non è una sconfitta”.

Terminato questo momento, il vescovo Bernardino, sulla soglia del portale d’ingresso della Cattedrale, ha ricevuto da un canonico il Crocifisso, per baciarlo in segno di venerazione.

Ha poi asperso con l’acqua benedetta i presenti e processionalmente si è diretto verso la cappella del Santissimo Sacramento per un breve momento di adorazione, mentre la schola formata da coristi della corale Puccini e del coro diocesano Gaudete, diretti dal m° Luca Bernazzani, responsabile musica sacra dell’ufficio liturgico diocesano (all’organo il m° Alessandro Mersi, più fiati e ottoni) ha intonato l’Inno del Giubileo della Speranza.

Quindi monsignor Giordano si è recato nel vicino palazzo vescovile, dove ha indossato le vesti liturgiche e da dove è partita la processione introitale dei vescovi con il canto delle litanie dei santi. Contemporaneamente, dal palazzo del Capitolo è partita la processione del clero. Giunti in piazza Duomo, all’altezza del Municipio, le due processioni si sono fuse in una unica per l’ingresso solenne in cattedrale mentre il coro ha intonato “Ecce sacerdos magnus”.

Due cardinali e 12 vescovi presenti

La prima parte della liturgia è stata presieduta dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, in qualità di arcivescovo metropolita di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, di cui la diocesi di Grosseto è suffraganea.

Ha assistito alla celebrazione il cardinale Ernest Simoni, in rappresentanza dell’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, impossibilitato a partecipare per un impegno nella sua diocesi.

Hanno concelebrato

  • mons. Franco Agostinelli, emerito di Prato e già vescovo di Grosseto;
  • mons. Cristiano Bodo, vescovo di Saluzzo;
  • mons. Roberto Campiotti, vescovo di Volterra;
  • mons. Rodolfo Cetoloni, emerito di Grosseto;
  • mons. Fabio Dal Cin, arcivescovo prelato di Loreto;
  • mons. Roberto Filippini, emerito di Pescia;
  • mons. Simone Giusti, vescovo di Livorno;
  • mons. Giovanni Roncari, emerito di Pitigliano-Sovana-Orbetello e da domenica anche di Grosseto;
  • l’abate di Monte Oliveto Maggiore dom Diego Maria Rosa;
  • mons. Alberto Silvani, emerito di Volterra;
  • mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e di Pescia;
  • mons. Mario Vaccari, vescovo di Massa Carrara-Pontremoli.

Il cardinale Scola, che ha retto la Diocesi di Grosseto dal 1991 al 1995, impossibilitato a raggiungere la Maremma, ha fatto pervenire al vescovo Bernardino parole di affettuosa vicinanza.

Poco meno di 80 i sacerdoti concelebranti. Tra loro, una cinquantina di sacerdoti del clero di Grosseto; sacerdoti delle diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello, di Saluzzo, di Massa Carrara-Pontremoli, il cappellano militare di stanza a Grosseto; il cappellano dei fedeli ucraini greco-cattolici; il ministro provinciale il segretario dei Frati Minori di Toscana.

LE FOTO A ROSELLE, OSPEDALE E IN CARCERE

Presenti anche alcuni familiari di mons. Giordano

Come detto, la prima parte della messa è stata presieduta dal Cardinale Augusto Paolo Lojudice, il quale ha chiesto al cancelliere vescovile, don Jarek Migus, di mostrare la Bolla con la quale il Papa ha nominato mons. Giordano vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello, che restano unite in persona episcopi. Quindi mons. Roberto Nelli, decano del collegio dei consultori, ha dato pubblica lettura della Bolla.

Dato l’annunzio, il vescovo Bernardino ha ricevuto il pastorale dal cardinal Lojudice, ha indossato la mitria ed è salito alla cattedra sedendovisi. È stato questo il segno tangibile e visibile di tutto il suo ministero.

L’atto di obbedienza

Il vescovo Bernardino, presa possesso della cattedra, ha ricevuto “l’obbedienza” da una rappresentanza del popolo grossetano: un religioso, fr. Sergio Persici; una famiglia: Michele, Martina e la piccola Benedetta; un sacerdote, don Fabio Bertelli, parroco di San Giuseppe; un diacono Marcello Corsini; una religiosa, suor Emanuela Pariyathussery, superiora delle suore francescane di S. Elisabetta.

Terminato questo gesto, l’amministratore apostolico Giovanni Roncari ha rivolto alcune parole al vescovo Bernardino.

Il saluto di mons. Roncari al suo successore

“Caro Vescovo Bernardino, benvenuto in mezzo a noi, al tuo clero e per una circostanza particolare tre tuoi predecessori ti danno il benvenuto: il sottoscritto, il vescovo Rodolfo e il vescovo Franco. Sottolineo questo perché nelle ultime settimane abbiamo meditato sul significato della successione apostolica che ha costituito la Chiesa. Raccogli allora la nostra eredità, che mettiamo nelle tue mani. Un’eredità antica, lunga, bella, importante, ma che ha anche tanti problemi come la società di oggi ci presenta. Ti auguriamo che, attraverso l’ascolto della Parola di Dio, tu sia ambasciatore di Cristo, che porta la riconciliazione: all’interno della comunità ecclesiale; nella società civile. Ti auguriamo di essere un punto di riferimento, colui che unisce, che mette insieme e indica una strada. Te lo auguriamo di cuore caro Bernardino”

La prima omelia

Ha tratto spunto dalla domenica laetare, il vescovo Bernardino, per offrire il suo pensiero, il primo dalla cattedrale di Grosseto. Una domenica «particolarmente impegnativa, ma anche di gioia – ha sottolineato – perché se non facciamo festa non sappiamo neanche riconoscere il cammino che stiamo facendo. L’orientamento della nostra penitenza è, infatti, la gioia: il digiuno, l’elemosina la preghiera sono per un incontro!», ha esortato.

Per poi soffermarsi sul passo del Vangelo proclamato, la parabola del padre misericordioso.

«Ognuno può vivere alla sua maniera – ha detto – ma siamo comunque chiamati a far festa con Dio. Fare festa – ha aggiunto – significa avere dei legami: e quanto sono importanti! La nostra vita ce la costruiamo coi legami!»

E ha poi osservato: «C’è modo e modo di vivere ogni cosa: da dissoluti, cioè senza legami, oppure per cambiare. Questa domenica è un continuo richiamo alla nostra vita interiore. Riflettiamo, allora, davanti a Dio, su come siamo chiamati a ricostruire i nostri legami. Fossimo anche nel peccato più grave dobbiamo sapere che c’è un Dio che ci aspetta»

Mons. Giordano ha proseguito sottolineando che «il nostro credere è una relazione, ma se non la teniamo viva come possiamo portarla avanti?” E ancora: “La presernza di Gesù è viva nella nostra vita e ognuno di noi è segno di quella presenza. Allora la nostra identità non è solo segnata dal fare, ma diventa rapporto con qualcuno».

Poi rivolgendosi alle famiglie: «Voi ci dite come si vive la capacità di unificare e costruire ponti e ci ricordate che senza amore non si fa nulla».

Ha poi ricordato che tutti sono chiamati «a generare vita: nelle parrocchie, in diocesi, nelle relazioni. Ma generare senza amare non è possibile!»

Prima della benedizione finale, il vescovo Bernardino ha raggiunto l’altare della Madonna delle Grazie dove, circondato dai giovani, ha recitato per la prima volta la preghiera da lui composta in onore della Madonna delle Grazie, compatrona della Diocesi.

Terminata la celebrazione, il vescovo è uscito processionalmente dalla cattedrale verso il portale della facciata sud, che si affaccia su piazza Dante, dove ha potuto salutare i fedeli che hanno partecipato alla messa dall’esterno.

Rientrati in palazzo vescovile è stato firmato il verbale della presa di possesso canonico della Diocesi.

Autore

  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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