GROSSETO. Sembrava che non dovesse mai succedere e invece, giovedì 3 ottobre, i mezzi militari sono arrivati intorno alle 12.30 in via Castiglionese per caricare i cavalli del Cemivet. Container dell’Esercito italiano, che hanno varcato il cancello del Centro militare veterinario giovedì 3 ottobre, sotto una pioggia battente.
L’ingresso dei grossi mezzi verde militare al Cemivet segna la fine di un’epoca: quella cominciata nel 1870 quando è stato aperto il centro quadrupedi a Grosseto.
Un centro d’eccellenza, dove sono stati allevati cavalli per la forza armata. Cavalli che vengono utilizzati dall’Esercito italiano per scopi istituzionali, dall’attività sportiva agonistica, alla rappresentanza militare e all’addestramento degli allievi delle accademie militari.
Un centro per l’ippoterapia
L’allarme per il trasferimento dei cavalli del Cemivet era stato lanciato lo scorso maggio quando il consigliere della Lega Gino Tornusciolo, aveva presentato un ordine del giorno al consiglio comunale.
A quell’ordine del giorno era seguita la nascita di un comitato che in poche settimane è riuscito a raccogliere migliaia di firme. La politica, con i parlamentari Fabrizio Rossi e Marco Simiani, il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna hanno provato a fare desistere l’Esercito da questa decisione. Al coro di no che si era alzato in città, si erano aggiunti anche quello dell’europarlamentare Susanna Ceccardi, e del sottosegretario Matteo Perego di Cremnago.
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Ma l’Esercito non ha fatto alcun passo indietro: al Cemivet resterà solo il centro di addestramento delle unità cinofile per l’Esercito, centro d’eccellenza in tutta Italia. Attività questa, che sarà affiancata da quella del centro italiano per l’ippoterapia che verrà organizzato insieme alla Croce rossa.
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