Casi di west nile tra i cavalli, isolati 4 focolai | MaremmaOggi Skip to content

Casi di west nile tra i cavalli, isolati 4 focolai

La malattia si trasmette attraverso la puntura delle zanzare. La dottoressa Anna Carone (Asl): «I repellenti sono un valido aiuto, ma la vaccinazione è la miglior forma di prevenzione per questa malattia»
Cavalli in Maremma.

GROSSETO. La Maremma è da sempre terra di cavalli e anche se l’uso di questi animali è ineluttabilmente cambiato, ci sono numerosi e affezionatissimi proprietari di questi splendidi animali nella nostra terra che portano avanti questa tradizione. Negli ultimi mesi purtroppo, tra la popolazione equina, la febbre del Nilo occidentale (nota anche con il nome inglese “west Nile Disease” ) ha fatto registrare numerosi casi in Maremma. La malattia si trasmette tramite la puntura di zanzara e fra i vertebrati può colpire in particolar modo il cavallo. Per fare chiarezza sul tema, ne abbiamo parlato con la dottoressa Anna Carone, dirigente veterinario di sanità animale della Asl Toscana Sud Est, Unità Funzionale di Grosseto.

Asl: la vaccinazione è la miglior prevenzione

Dottoressa Carone, cos’è la febbre del Nilo occidentale?

«Parliamo di una malattia causata da un virus, il cui vettore è rappresentato da una zanzara che a sua volta si è infettata pungendo uccelli di diverse specie quali corvi, gazze, cornacchie, che fungono da serbatoio del virus. Il passaggio dagli uccelli ai vertebrati avviene quando una zanzara infetta ,in particolari condizioni climatiche, punge il cavallo o l’uomo. Va però chiarito che l’uomo ed il cavallo sono considerati “ospiti a fondo cieco”, in quanto il virus non raggiunge mai nel sangue di quest’ ultimi concentrazioni sufficientemente elevate da infettare altre zanzare, pertanto, il ciclo di trasmissione non riesce a perpetuarsi».

Quattro focolai in provincia

Di quanti casi parliamo attualmente e quali sono i sintomi?

«Attualmente parliamo di 4 focolai in provincia, tutti confermati dalle analisi effettuate del Cesme (“Centro di Referenza Nazionale per lo studio e l’accertamento delle malattie esotiche degli animali”). La malattia può anche decorrere in forma assolutamente asintomatica, ma qualora fossero presenti, i sintomi tipici sono febbre, atassia (progressiva perdita della coordinazione muscolare) paralisi del treno posteriore, fascicolazioni muscolari (contrazione rapida e spontanea dei muscoli). La malattia non ha cura specifica , la terapia è sintomatica (mirata a  curare i sintomi). La mortalità tra gli equini è stimata tra il 30-40%. Il clima caldo prolungato degli ultimi anni ha sicuramente peggiorato la situazione, poiché ha fatto si che le zanzare fossero presenti per periodi più lunghi e in numeri maggiori».

Cosa si può fare per prevenire?

«L’azione preventiva più immediata è l’uso di repellenti per zanzare, anche ambientali, ma meglio se a uso topico (utilizzo locale sull’animale). Ma senza dubbio poi l’azione più efficace , raccomandata anche dal ministero della salute, è la vaccinazione. Il vaccino si può fare già per animali di 6 mesi di età, si effettua con una prima dose seguita poi da un richiamo a 3-5 settimane e un richiamo annuale. La tempistica più adatta è di fare le vaccinazioni entro la primavera, così da permettere all’animale di arrivare con le difese pronte nel momento in cui vi è maggiore presenza delle zanzare. La vaccinazione per west nile ad oggi non è obbligatoria per i cavalli, ma come Asl, soprattutto alla luce dei recenti casi, consigliamo ai proprietari di vaccinare i propri animali e segnalare prontamente al proprio veterinario la presenza di sintomi sospetti, in modo da poter procedere agli accertamenti e identificare prontamente eventuali nuovi casi».

Autore

  • Collaboratore di MaremmaOggi. Ho una grande passione per il territorio e le sue potenzialità, con il giornalismo provo a raccontarlo al meglio. Mi interesso di storia e politica, ma sono esperto di tortelli Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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