GROSSETO. La Capwatt, colosso portoghese nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, sbarca in Maremma e promette una rivoluzione nel panorama del biogas (e dei cattivi odori che affliggono la città da anni). Sia perché trasformerà le centrali, passando alla produzione di biometano, sia perché coprirà le vasche esterne, principali responsabili delle ondate di cattivi odori.
La società è presente in Portogallo, Messico, Spagna e Italia e ha un vasto portafoglio di progetti in gestione, essendo riconosciuta come produttore di energia indipendente. In Maremma arriva come Capwatt Italia, sede a Brescia.
Investendo complessivamente circa 20 milioni di euro, da dicembre a oggi ha acquistato 4 centrali a biogas presenti sul territorio: una da Futura Energia, una da San Lorenzo Green Power e due da Site Holding. Con queste 4 sono 22 le centrali gestite da Capwatt in Italia.
L’iniziativa è stata illustrata dal sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e da Sandro Bracchi, ceo di Capwatt. L’azienda, che gestisce mille ettari agricoli in Maremma implementabili, ha acquisito recentemente quattro impianti nella zona, partecipando all’asta ministeriale del Gestore dei Servizi Energetici (Gse) per il revamping a biometano.
Vivarelli Colonna: «Opportunità unica per Grosseto»
«Un’opportunità unica – commenta il primo cittadino Vivarelli Colonna – per il territorio grossetano. In particolare, il progetto contribuirà a risolvere problemi ambientali, in primis quello delle maleodoranze che recentemente hanno colpito la città, migliorando la sostenibilità e la qualità della vita».
«Tra gli obiettivi principali dell’azienda c’è infatti quello di chiudere le vasche degli impianti, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie. Inoltre, il revamping degli impianti porterà vantaggi in termini occupazionali, con nuovi posti di lavoro e l’acquisto di beni e servizi locali. Le aziende agricole della zona saranno coinvolte per l’approvvigionamento di biomasse vegetali, tramite contratti di filiera e coltivazione»
Con l’investimento di circa 20 milioni di euro, Capwatt si prepara a fare di Grosseto un polo di eccellenza per la produzione di biometano, con effetti positivi sull’ambiente e sull’economia locale.
Il biometano è una fonte rinnovabile strategica per l’Italia, con un potenziale di produzione annuo di circa 5 milioni di metri cubi, pari al 13% del fabbisogno nazionale di metano fossile. Ogni chilogrammo di biometano prodotto consente di risparmiare circa 2 chilogrammi di Co2, contribuendo a migliorare la sostenibilità ambientale. Inoltre, l’utilizzo di biomasse agricole e reflui animali stimola l’economia circolare, riducendo ulteriormente le emissioni di Co2.
Bracchi (Capwatt): «Vogliamo contribuire allo sviluppo locale»
«Il piano agricolo di Capwatt prevede una serie di interventi strategici per massimizzare l’efficienza del processo produttivo e stimolare lo sviluppo locale – spiega Sandro Bracchi, ceo di Capwatt – In particolare, l’azienda mira a produrre circa 120k tonnellate di biomassa per alimentare l’impianto a biometano, vendendo la produzione principale sul mercato e recuperando i sottoprodotti per la produzione di biomassa energetica. Un obiettivo fondamentale del piano è studiare e stimolare i migliori abbinamenti agricoli, promuovendo la diversificazione delle coltivazioni e supportando colture locali, come l’olivo, ma anche il grano».
«Inoltre, Capwatt collaborerà con società locali per la gestione di circa mille ettari, favorendo la crescita di queste imprese nel settore dei servizi agricoli, tra cui il trasporto, la semina, la cura e la raccolta delle colture e dei loro sottoprodotti. L’azienda investirà anche in tecnologie avanzate per migliorare l’efficienza del processo e l’utilizzo dei sottoprodotti».
A regime, quindi entro il giugno del 2026 (il bando è legato al Pnrr), le centrali di Capwatt produrranno 1070 m3 di biometano all’ora.
Il digestato come fertilizzante
Particolare attenzione sarà dedicata all’utilizzo del digestato come biofertilizzante, che potrà contribuire al miglioramento delle coltivazioni agricole biologiche della Maremma, riducendo i costi per l’uso di concimi chimici, migliorando la sostanza organica del suolo e favorendo lo sviluppo di microrganismi benefici.
«Con questo progetto, Capwatt non solo mira a rendere Grosseto un esempio virtuoso – conclude Bracchi– ma si propone anche come motore di sviluppo per il settore agricolo locale, promuovendo l’efficienza e la sostenibilità in tutti i suoi processi».
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