CASTIGLIONE DELLA PESCAIA. Nell’ottobre del 1982 veniva inaugurato a Castiglione il palasport Casa Mora, un impianto unico e visionario per l’epoca, diventato un punto di riferimento per lo sport castiglionese, hockey e pattinaggio in testa.
A Casa Mora la prima “Fiera del Madonnino”
L’area di Casa Mora infatti, era da tempo stata indicata dal Comune come sede degli impianti sportivi. Lo stadio di baseball ospitò la serie A con il Jolly Roger e il campionato europeo, tanto che il presidente della Fibs Bruno Beneck voleva fare diventare Castiglione il centro tecnico federale. Solo se avesse avuto però anche la foresteria: il podere che oggi è diventato il centro di cura per i disturbi alimentari. Al campo da baseball, poi si sono aggiunti il palazzetto, lo stadio di calcio e il Casamorino.
Pochi se lo ricorderanno, ma dove è stato realizzato lo stadio di baseball (oggi Simone Piani), alla fine degli anni Settanta si tenne anche la prima “Fiera del Madonnino”, con tanto di trattori e attrezzature per l’agricoltura. Un “esperimento” voluto allora da Aldo Faralli, storico imprenditore di vivai e piante, a lungo presidente della Castiglionese calcio. Ci aveva visto lungo, tanto che la Fiera del Madonnino, ribattezzata così per la nuova sede, fu trasferita a Braccagni, dove tutt’ora si svolge con grande e crescente successo.
Sempre alla fine degli anni Ottanta, tanti volontari incominciarono a sistemare l’area sportiva di Casa Mora, partendo dalla recinzione che delimitava gli impianti: un lavoro enorme, fatto praticamente a mano.
La prima costruzione era stata la pista all’aperto per l’hockey e il pattinaggio. l’Hc stava crescendo: la società, fondata nel 1969 partendo dal campionato di serie C, (i primi allenamenti sulla pista della Capannina a Poggio d’Oro), anche queste posate dai tanti volontari, iniziava a portare a casa i primi risultati.
Con il passare degli anni, la squadra di hockey, grazie anche a una dirigenza che voleva in tutti i modi fare il salto di qualità, sentiva la necessità di una vera casa. E il giovanissimo sindaco Giancarlo Farnetani decise che era arrivato il momento di costruire il palasport.
Il progetto dell’ingegner Francesco Martino: avanguardia per l’epoca
A redigere il progetto, fu incaricato l’ingegner Francesco Martino: «Fu una vera sfida – ricorda Martino – all’epoca ero giovanissimo e un incarico del genere rappresentò un’occasione importantissima per me. Fu un lavoro impegnativo, posso dire all’avanguardia per l’epoca».
«In primo luogo, perché fu realizzato in stretta economia. Costò circa 300 milioni, meno di un capannone industriale. Secondo perché adottammo soluzioni complesse ma di grande impatto. La struttura infatti non ha elevati verticali, che potevano ostruire la vista e spazio ai volumi interni. Presenta una copertura fatta con il reticolato spaziale, molto innovativa per l’epoca. Tanto che poi è stata ripresa per il palaGolfo a Follonica e anche a Ribolla», spiega Martino.
Le caratteristiche del palasport
Il palasport ha alcune caratteristiche decisamente uniche: il volume è enorme con i circa 1000 metri quadrati della struttura e non è allineato alla pista di mattonelle (40×20). Fu una scelta voluta perché nella parte finale fu inserita la “palestra”: un’area con la base in linoleum che avrebbe potuto ospitare la pallavolo, cosa che è avvenuta, ma solo per pochi anni. Ma anche un campo di basket, anche se non furono mai acquistati i canestri mobili.
La volontà dell’amministrazione di centrosinistra era chiara: tutti gli impianti sportivi dovevano confluire a Casa Mora.
Chi fu tra gli artefici della costruzione e della realizzazione degli impianti sportivi, fu l’allora giovanissimo sindaco Giancarlo Farnetani, al suo primo mandato. Lo scorso ottobre ha festeggiato i 23 anni da primo cittadino, lasciando il testimone a Elena Nappi, che ha sempre visto nello sport e nell’impiantistica una leva importante per lo sviluppo economico e sociale per la crescita del paese.
«All’inizio degli anni Ottanta con l’assessore allo sport Giorgio Rotoloni – racconta Farnetani – decidemmo di riqualificare l’area di Casa Mora e con il materiale fornito dall’amministrazione, tanti volontari iniziarono a sistemare la recinzione e costruire la pista per il pattinaggio per l’hockey, all’aperto. E poi il campo di baseball e, a seguire, lo stadio di calcio. Nel 1982 ospitammo la Nazionale olimpica di baseball e nel 1983 i Campionati europei sempre di baseball. Volevamo anche realizzare una pista ciclabile di circa 800 metri, un sogno rimasto nel cassetto. Quello – conclude Farnetani – per Castiglione della Pescaia è stato un periodo d’oro con entrambe le squadre di baseball e di hockey che giocavano nei rispettivi massimi campionati nazionali».
Il Casa Mora teatro di eventi
Il palasport Casa Mora non ha ospitato solo eventi sportivi. Dentro le sue mura si sono svolti convegni e manifestazioni di tutti i tipi, dai campionati italiani di dama alle recenti riprese per il film di Giovanni Veronesi, che a causa del brutto tempo ha trovato all’interno del palasport un luogo ideale per girare alcune scene.
L’impianto è sempre stato considerato una risorsa imprescindibile. L’hockey l’ha fatta da padrone, con la squadra che ha giocato diversi campionati in serie A anche con campionissimi italiani e stranieri che hanno lasciato un segno indelebile, con una storia che ancora continua.
La storia del Casa Mora ha visto sommarsi negli anni una vera miriade di eventi: dal gran gala di pattinaggio artistico di Marco Santucci, pluricampione del Mondo con i colori dell’Hc, a tutte le gare Fisr e Uisp sempre di pattinaggio. E ancora feste dell’ultimo dell’anno e anche un funerale. Un evento questo che coinvolse centinaia di persone, con il Casa Mora che si è dimostrato comunque una cornice prestigiosa, stimolo di unione davanti a un evento così drammatico
Marcello Pericoli, che nella società di hockey ha ricoperto tutti i ruoli, oggi ne è il presidente e conosce ogni angolo della struttura. Un luogo il palazzetto al quale è profondamente legato: «Sono già passati quarant’anni dall’inaugurazione e sembra ieri – dice Pericoli – e questo impianto è davvero molto importante per tutti, non solo per la nostra società. Non è mai facile gestire una struttura del genere».
«Uno dei momenti difficili è stato quando il tetto ha avuto bisogno di essere rifatto – ricorda – ormai non era più possibile contenere la pioggia viste le infiltrazioni. Abbiamo ospitato di tutto e chiunque ha una necessità sa che il Casa Mora sarà sempre disponibile. Siamo arrivati ad un bel traguardo, e la storia continua».
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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