GROSSETO. Il teatro di discussione questa volta è stato quello del consiglio comunale. Quelle vignette sulla neo segretaria del partito democratico Elly Schlein, condivise dal sindaco via Facebook, erano state seguite dalle scuse di Antonfrancesco Vivarelli Colonna e da una commissione.
Questa volta la discussione si è allargata al consiglio comunale. Con una opposizione che ha chiesto nuovamente le dimissioni del sindaco e ha portato in approvazione l’adozione del Manifesto delle parole non ostili da parte dell’amministrazione. Pd, Movimento 5 stelle e Grosseto città aperta hanno portato in votazione anche il “Progetto educativo contro il body shaming” rivolto soprattutto alle giovani generazioni. Il dibattito si è acceso più volte, ma nessuna delle loro richieste è stata accolta.
Ad assistere ai lavori un piccolo gruppo di donne che ha applaudito spesso agli interventi dell’opposizione e di Giacomo Cerboni. Mugugni, invece, sono stati riservati a ogni altra replica della maggioranza.
«Il sindaco ci ma messi in imbarazzo tutti»
Il consigliere del Pd Davide Bartolini è stato il primo a intervenire. «Il sindaco ha messo in imbarazzo la città – ha precisato subito – Abbiamo chiesto le sue dimissioni. Abbiamo sentito giustificazioni dove su quelle immagini si è parlato di ironia. Manca proprio la consapevolezza della gravità del gesto».
«Il sindaco ha detto che la sua era una battuta, però allo stesso tempo ha annunciato di denunciare chi lo ha offeso in questi giorni – precisa – Quindi per la Shlein era ironia e andava bene, contro il sindaco però si tratterebbe di offese passibili di denuncia».
«Lei, sindaco – rivolgendosi direttamente al primo cittadino – ha prestato giuramento sulla costituzione, articolo 3 compreso. Noi oggi promuoviamo anche il Manifesto della comunicazione non ostile e oltre alla sua adesione- conclude – chiediamo di realizzare un progetto educativo rivolto ai giovani. Per far conoscere e sensibilizzare sul bullismo e sul body shaming. Individuando gli strumenti utili al loro contrasto».
Rosini: «Anche a me hanno rubato la bici»
Ironico ma non meno caustico, è stato l’intervento dell’altro esponente Pd Stefano Rosini. «La cosa più incredibile è che – richiamando il sindaco – a mo’ di giustificazione ha detto che anche lei ha subito offese di questo tipo. Mi scusi, potrei dire allora che anche a me hanno rubato una bici».
Si interrompe qualche secondo tra qualche risatina degli uditori. Poi prosegue. «Le scuse sono state assurde – precisa Rosini – il sindaco ha detto “non posso privarmi la libertà di esprimere il mio sarcasmo”. Certo è che il suo sarcasmo è giunto ad un livello tale che forse non lo sa più nemmeno lei quando sta scherzando oppure no. Poi, comunque vada, afferma che non voleva offendere».
«Come esponente politico – dice Rosini – in casi simili o non si è consapevoli della propria responsabilità di primo cittadino, e mi chiedo cosa lo si faccia a fare allora. Oppure si dice quello che si pensa per poi correre a chiedere perdono per evitare le conseguenze. Chiedere scusa non basta. Sicuramente verranno dimenticate alla prima occasione. E il sindaco non è un comico tv o un vignettista satirico, ha una funzione pubblica, non sono figure equiparabili».
La maggioranza risponde
Il primo a replicare all’opposizione è il consigliere Andrea Vasellini. «Non state ragionando secondo il normale buonsenso – dice all’opposizione – Sono convinto che chi riveste un profilo istituzionale debba avere un rispetto nella cornice del suo ruolo. Le immagini delle quali stiamo discutendo non sono state divulgate in un contesto istituzionale. E non ci trovo del sessismo – precisa – Nella cultura di destra l’avversario non è un nemico. Invece per la sinistra pare così. Il movimento 5 stelle poi, è nato da un comico coi vaffaday. Così state denigrando il sindaco, delegittimandolo».
«Ma perché – chiede Vasellini – Perché ha paragonato la Schlein a un cavallo? Questo è odio? Ho visto immagini del presidente del consiglio Meloni raffigurata a testa in giu. Il sindaco ha chiesto scusa sia come sindaco che come uomo. Superiamo la vicenda».
«A sinistra sono tristi, fatevi una risata, sindaco li inviti a cena»
Dopo che l’assessora alla gentilezza Angela Amante in un breve intervento ha ricordato a tutti che Grosseto nel 2021 ha aderito al “Manifesto città gentile” è intervenuto il consigliere Cosimo Pacella. «Il nostro sindaco ha chiesto umanamente scusa – ha detto – Faccio notare la mancanza di ironia e autoironia che esiste nella sinistra italiana. Ragazzi – invitando i consiglieri d’opposizione – venite a cena con noi. Vi faccio divertire la sera».
Poi torna alla difesa del sindaco. «Ricordo di affermazioni fatte contro il nostro sindaco sulla sua fisicità – dice Pacella – Esisteva un giornale, “il male”: faceva satira, ironia. Poi è scomparso.
Lì tutti i politici venivano colpiti».
«Ora nel chiedere anche le dimissioni del sindaco per questa vicenda, mi pare che dalla tristezza si passi al ridicolo. Antonfrancesco è così. Anton – rivolgendosi al primo cittadino – invitali a cena».
«A Berlusconi è stato detto di tutto e di più – conclude Pacella – Ma lui non ha battuto ciglio. Do due consigli alla sinistra: Andate a cena e divertitevi. Portate anche il Termine (Giacomo, il segretario provinciale Pd). E leggetevi “il male”».
«Il sindaco non è stato sessista»
In difesa del sindaco si alza anche il consigliere Paolo Serra. «Non è stato sessista – dice l’avvocato – Non ha discriminato per il suo sesso la Schlein. Né è stato violato l’articolo 3 della costituzione».
Poi si rivolge all’opposizione: «Vi siete inventati la questione per screditare il sindaco – dice – Può avere avuto poca educazione col suo gesto, ma ha chiesto scusa. Cosa vogliamo fare di più?».
A rinforzo delle parole di Serra arriva anche il contributo del consigliere Andrea Guidoni: «Questo è un tentativo di strumentalizzazione politica – rimarca – il sindaco ha chiesto scusa. Non riteniamo certo che si debba dimettere, ha dimostrato di avere capacità di amministrare. Non deve certo rassegnare le dimissioni per questa vicenda»
«L’ironia a sinistra c’è. Si prenda esempio dai ragazzi»
Carlo De Martis, risponde piccato all’opposizione. «L’ironia a sinistra c’è, dalle riviste di satira ad altro, è sempre stata accettata. In questo caso però il sindaco è una figura istituzionale e ha offeso e denigrato una persona perché donna. Quando si afferma “cosa volevate per due euro Belen” si offendono tutte le donne».
«I ragazzi intervenuti qui stamani dicono che online tutto si amplifica – I nostri ragazzi si fidano di noi adulti. Dobbiamo essere capaci di essere un esempio per loro. Il sindaco ha una responsabilità pesante sulle spalle – precisa – Quando sbaglia gli errori si ripercuotono sulla collettività. Il sindaco rappresenta tutti. Tutti devono avere diritto e possibilità di identificarsi in quella figura al di là delle idee politiche».
«Tutti possiamo commettere errori – conclude – E anche per questo, per impegnarci, invitiamo a sottoscrivere il manifesto delle parole non ostili. Non basta dire scusa. Chiediamo – rivolgendosi alla maggioranza – di assumervi le responsabilità di quanto fatto andando a sostenere il manifesto e appoggiando una serie di progetti volti alla sensibilizzazione».
«Ne hanno parlato tutti, è stata danneggiata l’immagine di Grosseto»
«La presenza dei ragazzi oggi in consiglio ci ha dato una lezione – dice il consigliere Giacomo Gori (M5s) – Il sindaco ha più volte portato alla ribalta delle cronache la città. Questa sua esposizione mediatica porta a una sua moltiplicazione di responsabilità. Giornali tv e radio hanno parlato di questa ultima vicenda. Al centro c’era il primo cittadino. Ha messo in difficoltà l’onorabilità e la credibilità del Comune».
«Ci siamo esposti a danno erariale e reputazionale. Discutiamo di una mozione di sfiducia, invito la maggioranza a parlarne in consiglio» ha concluso.
Culicchi rincara: «sindaco lei è una continua provocazione. Non c’è scritto “balera” qui dentro»
Leonardo Culicchi, capogruppo dell’opposizione, si alza e si rivolge direttamente al sindaco. «Mi rivolgo a lei come uomo – Posso anche capire ci siano momenti di leggerezza. Ma è una figura istituzionale. Da uomo ha fatto le sue scuse. Ma come sindaco è imperdonabile. Anche le offese che ha ricevuto le ha ricevute da altrettanti uomini o donne, non da figure istituzionali».
«Il sindaco dovrebbe unire le diverse anime della città – chiosa Culicchi – lei sindaco è una continua provocazione. Finita la Schlein si è buttato su via Amirante. A Maiano Lavacchio in un’ora siamo passati dal ricordo dei Martiri di Istia al dare dei “mercati nel tempio” a chi lavora per la memoria. Non c’è scritto “balera” qui dentro»
«Non sono di sinistra, ma chi è di destra non dovrebbe ironizzare così»
Ad alzarsi dalla maggioranza contro il proprio sindaco è Giacomo Cerboni. Il consigliere espone le sue ragioni in un breve intervento. «Potrei dire che anche alcuni esponenti di sinistra si sono permessi di ironizzare sulla fisicità di Berlusconi e Brunetta» dice il consigliere.
«Accetto ancora meno il fatto che di questo tipo di ironia se ne facciano artefici esponenti di centrodestra. Soprattutto se rappresentanti delle istituzioni» dice Cerboni.
«Non credo comunque si debba parlare di dimissioni e sfiducia – Voterò a favore della mozione per adottare il manifesto delle parole non ostili. Perché io sto con coloro che nel centrodestra hanno ritenuto di stigmatizzare quanto successo esprimendo solidarietà alla Schlein».
«Vorrei che questo voto sia espresso anche dai consiglieri della maggioranza – conclude – Vorrei che si votasse a favore guardando ai nostri bambini, che non vedano le istituzioni fare questo tipo di ironia su qualcuno. Fatta per attrarre su se stessi quell’attenzione che quel giorno non si avrebbe altrimenti avuto».
Contro la propria parte anche la consigliere Rita Bernardini. «Quando si punta il dito si deve avere la coscienza pulita – non voterà a favore. Alcuni consiglieri d’opposizione mi dettero della scema. Aspetto le scuse da mesi».
Agresti: «Io l’odio lo ho sperimentato, andiamo avanti»
«Che a distanza di giorni si continui a sindacare su come ha chiesto scusa il sindaco lo ritengo ridicolo – dice l’assessore Luca Agresti – Come inappropriata è la strumentalizzazione dell’argomento per attaccare questa amministrazione».
«Se vogliamo parlare della cerimonia per la commemorazione dei Martiri d’Istia – dice Agresti – dove sono andato per una preghiera a memoria e per ascoltare gli interventi, ho visto che ci sono stati molti attacchi contro il sindaco. Molti si sono girati cantando “bella ciao”. Non lo trovo un comportamento corretto».
«Per aver avuto mio nonno nella repubblica sociale italiana, ho sperimentato in prima persona l’odio – ricordo Agresti – contro me e la mia famiglia. Quando vedo gesti di questo tipo provo tristezza. Provocano divisione. Ora chiedo all’opposizione di andare avanti. C’è stato un errore, ma basta, pensiamo alla città ora».
Poi arriva il momento di votare per il punto all’ordine del giorno. La votazione non va affatto a favore dell’opposizione, che si rimette al suo posto e prosegue col prossimo punto da seguire. La questione sembra chiusa, almeno questa. Aperto ancora il dibattito sull’intitolazione di una via in città a Giorgio Almirante.
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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