di Giovanni Poggiaroni
GROSSETO. L’emergenza abitativa a Grosseto e in Maremma ha numeri drammatici, anche se nel dibattito pubblico quotidiano, purtroppo, rimane spesso in secondo piano, nonostante il problema stia peggiorando e le sue conseguenze sociali si facciano sentire sempre di più.
«La situazione è drammatica- commenta Antonio Terribile segretario del Sunia Grosseto – nel 2024 le nuove richieste di sfratto saranno almeno 300, erano 400 l’anno scorso, di cui 200 quelle già eseguite, delle quali l’80% sono nel Comune di Grosseto. Il quadro non può che peggiorare, considerando che ci sono circa 2000 famiglie con un Isee al di sotto dei 16.500 euro – evidenzia Terribile- l’aumento in Provincia di questi nuclei familiari è stato del +11,9%, a fronte di una media regionale del +8,2%»
Il problema è doppio, da una parte il grande numero di case sfitte causa un problema di penuria di alloggi che ha come conseguenza un livello medio di canoni alto, dall’altra parte invece ci sono invece grosse difficoltà nelle politiche pubbliche della casa.
558 famiglie hanno fatto richiesta di contributo affitti
«A settembre 2023 c’è stato il bando del contributo affitti, per il quale sono state presentante ben 558 domande a fronte di soli 438.000 euro disponibili, purtroppo solo il 40% dei fondi disponibili nel 2022 – spiega Terribile -. Questa diminuzione è stata causata dal mancato rifinanziamento del fondo nazionale peri il contributo sugli affitti, pari a 330 milioni di euro nel 2022».
«Questo ha causato il fatto che i Comuni si sono ritrovati a poter destinare al bando molte meno risorse rispetto al passato – prosegue il segretario- la situazione è difficile anche per l’edilizia pubblica, infatti stimiamo che servirebbero almeno 500 nuovi alloggi. Dobbiamo considerare poi la problematica dei circa 200 appartamenti di edilizia popolare vuoti per vie delle mancate manutenzioni, per le quali i fondi sono stati azzerati».
Un piano da 90 milioni per le case popolari
Intanto si sta muovendo qualcosa in regione, infatti è stato recentemente approvato un piano da 90 milioni di euro per le case popolari, che prevede sia costruzioni ex novo che interventi sul patrimonio esistente.
«Il piano regionale è molto importante – osserva Terribile- ma purtroppo non sarà sufficiente, infatti come sezione grossetana abbiamo già raccolto 1200 firme per la petizione promossa dal Sunia (45000 firme già raccolte a livello nazionale) indirizzata alle due camere per chiedere il rifinanziamento del fondo affitti nazionale e chiedere urgentemente anche un Piano casa nazionale e una legge quadro di riordino degli enti gestori di immobili pubblici».
«A livello locale invece chiediamo che i Comuni che costituiscono il Lode grossetano (livello ottimale di esercizio, conferenza permanente con il quale i Comuni delle varie province coordinano la gestione del patrimonio di edilizia pubblica) si impegnino a destinare almeno il 2% del bilancio per realizzare nuova edilizia popolare e progetti di social housing».
«Un appello che ribadiamo proprio in vista delle elezioni, che nella nostra provincia porteranno al voto ben 14 comuni – riflette in conclusione il sindacalista – quello della casa è un problema – ma che è molto spesso ignorato, anche perché le persone che ne sono impattate, spesso sono reticenti a parlarne e ad esporsi, è quindi nostro dovere come sindacati far sì che le istituzioni e l’opinione pubblica non dimentichino il problema.»
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