GROSSETO. Ha ridato ossigeno all’edilizia, nel suo complesso. Ora rischia di soffocarla.
I continui cambiamenti in corso d’opera al superbonus creano confusione, destabilizzano e soprattutto scoraggiano le imprese virtuose del nostro territorio.
Basti pensare che da maggio 2020 il decreto è stato modificato 9 volte, quasi un record.
Gianni Lamioni e Mauro Ciani, presidente e segretario di Confartigianato Grosseto si fanno portavoce delle difficoltà delle imprese locali nel seguire il classico valzer all’italiana che modifica norme e procedure creando scompiglio in un momento dove ci sarebbe invece bisogno di coerenza e competenza.
Incertezza attorno al superbonus
«La continua incertezza che ruota attorno all’argomento sta rallentando la ripresa del settore delle costruzioni, per questo giudichiamo i continui stop and go normativi sull’utilizzo dei bonus edilizia e per la riqualificazione energetica inqualificabili» commenta il presidente Lamioni.
«Le ultime restrizioni alla cessione del credito, assunte con il pur doveroso e condivisibile intento di contrastare le truffe, rischiano di affossare il mercato delle costruzioni, l’occupazione del settore, la propensione dei cittadini a effettuare interventi di manutenzione ed efficientamento energetico delle abitazioni, allontanando anche gli obiettivi di abbattimento delle emissioni ambientali. Inoltre risulta difficile capire come non si comprenda che, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, sono a rischio imprese, dipendenti, famiglie e professionisti».
«Vale ricordare – conclude il presidente – che il superbonus 110%, introdotto con il decreto legge “Rilancio” del maggio 2020, nell’arco di 20 mesi ha subito ad oggi ben 9 interventi di modifica, praticamente 1 ogni 68 giorni, trasformandosi in un vero e proprio percorso ad ostacoli e trasformandosi in un danno incalcolabile per un’economia che, con difficoltà, sta cercando di riprendersi».
Secondo i dati resi noti dal Centro Studi di Confartigianato sono oltre 127mila i lavoratori che rischiano di restare senza lavoro.
Nel dettaglio sono coinvolte 486mila micro e piccole imprese delle costruzioni, edilizia e installazione di impianti, che rappresentano l’87,5% dell’occupazione del comparto, con 1 milione 155 mila addetti. Cifre significative quelle a livello nazionale, ma molto importanti anche quelle espressa dalla provincia di Grosseto che, in base agli ultimi dati disponibili, contano 1552 imprese artigiane (76.0% del totale) con 3424 addetti.
«La modifica più recente, prevista dall’articolo 28 del decreto legge Sostegni ter, limitando ad una sola cessione il trasferimento dei crediti fiscali – spiega il segretario Mauro Ciani – rischia di bloccare la corsa del settore delle costruzioni che ha determinato il 15,2% della crescita del Pil tra gennaio e settembre 2021. In pratica, 1 punto di maggiore Pil italiano è arrivato dall’aumento del valore aggiunto delle costruzioni sorretto dagli incentivi del superbonus».
Una sensibile diminuzione dei lavori
«Oggi i risultati di questa confusione non stanno tardando ad arrivare – continua il segretario – tant’è che già si registra una sensibile riduzione dei lavori conclusi ammessi a detrazione: a gennaio 2022 questi ammontano a 1.563 milioni di euro, un valore praticamente dimezzato (-46,2%) rispetto ai 2.904 milioni di dicembre 2021 che aveva segnato un +87,5% rispetto a novembre 2021».
«Per questi motivi, anche Confartigianato Grosseto, ha deciso di aderire, in linea con Confartigianato nazionale e regionale, alla campagna “Sbloccare la cessione dei crediti per garantire crescita e lavoro” nella quale vengono indicati i 10 motivi per correggere l’articolo 28 del Dl Sostegni ter, eliminando le restrizioni alla cessione dei crediti fiscali per l’utilizzo del superbonus e prevedendo controlli efficaci contro le truffe».
«Oltre alla suddetta iniziativa – conclude – abbiamo anche predisposto una lettera da consegnare al prefetto di Grosseto nella quale esprimiamo la nostra forte preoccupazione, ma anche quella di un intero territorio unitamente ai parlamentari che sono espressione della nostra provincia».
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