MONTE ARGENTARIO. È originario di Porto Santo Stefano, Alessio Scotto, il 27enne caduto mercoledì 27 marzo da un muro alto 10 metri in un campo di basket a Cortona, dov’era stato portato dagli operatori della struttura che lo aveva accolto, qualche mese fa. Alessio è sfuggito al controllo degli operatori e si è sporto dalla balaustra della palestra, precipitando nel vuoto e facendo un volo di oltre 10 metri per finire nel terreno agricolo che si trova sotto al campo di basket.
Ora è ricoverato in Rianimazione, a Careggi dopo essere stato sottoposto a un delicatissimo intervento chirurgico durato quasi cinque ore. Rischia di restare completamente paralizzato.
La famiglia, all’Argentario, è molto conosciuta. il babbo Paolo, per tutti “Paolicchio” e la mamma Marzia sono due santostefanesi doc ed hanno vissuto per tanti anni all’Argentario, prima di potersi trasferire nel comune di Manciano per iniziare a seguire il figlio Alessio, affetto da gravi problemi psichici.
Paralizzato dalla vita in giù
Dopo l’incidente, Alessio è stato immediatamente soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale fiorentino, dov’è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico durato molte ore.
Nonostante gli sforzi dei medici, è stata confermata la paralisi agli arti inferiori, mentre permane il rischio di una paralisi totale. Al momento, il giovane è in terapia intensiva e dovrà restare sotto osservazione per almeno 48 ore per monitorare eventuali complicazioni.
Nel frattempo, la Procura di Arezzo ha aperto un’indagine per chiarire le dinamiche della caduta. I reati ipotizzati sono quelli di lesioni gravissime e di omessa custodia.
La lotta per entrare nella struttura
Ma chi è Alessio Scotto e perché si trovava in quella struttura? La sua storia è segnata da un passato difficile, fatto di isolamento e sofferenza psicologica. Per mesi, il ragazzo aveva vissuto chiuso nella sua stanza, rifiutando qualsiasi contatto con il mondo esterno. Una situazione disperata che aveva spinto il padre, Paolo Scotto, a lanciare appelli accorati alle autorità per ottenere un aiuto concreto. Dopo due anni di richieste inascoltate, finalmente era arrivata la svolta: Alessio era stato accolto nel Centro di Attività Motoria di Ferretto, una struttura specializzata nel trattamento di disturbi comportamentali. Struttura che è aperta dal 1965 e che è considerata da tutti uno dei fiori all’occhiello nel campo dell’assistenza alle persone con disturbi psichici e comportamentali.
Il giorno del suo arrivo, il personale della struttura gli aveva organizzato una festa di compleanno, un gesto simbolico che aveva segnato l’inizio di una nuova speranza per il giovane e la sua famiglia. Dopo tanto dolore, Alessio sembrava aver trovato un ambiente in cui poter ricostruire la sua vita.
Invece, ecco arrivare ciò che non ti aspetti, che mai potresti immaginare e la storia si è nuovamente trasformata in un nuovo incubo. Il tragico incidente di mercoledì ha cancellato in un istante, i progressi e le speranze che Alessio e la sua famiglia avevano costruito con tanta fatica. Ora resta l’incertezza sul suo futuro e il dolore per una vita che, ancora una volta, è stata messa a dura prova dal destino.
La famiglia tra incredulità e speranza
Paolo Scotto il babbo di Alessio, non ha dubbi. «Dobbiamo capire cosa sia accaduto e come possa essere accaduto – dice – Noi eravamo tranquilli, la struttura ci è parsa sempre all’altezza, il personale è serio e ci ha sempre dato l’impressione di curare con grande attenzione mio figlio Alessio. Cosa possa essere accaduto non lo so. Certo che una negligenza da parte di qualcuno c’è stata, anche perché mio figlio a me come ad altri ci aveva detto nelle scorse settimane che in quella palestra c’era un muretto che gli piaceva».
Paolo, Marzia e la sorella di Alessio, Veronica, sono tutti al fianco di Alessio a Firenze, in attesa del suo risveglio, di un suo cenno.
Lo sconforto del babbo
Si lascia andare in tutto il suo sconforto babbo , Paolo Scotto. «Sono stanco – dice – veramente stanco di questa vita. Ne ho passate tante, ma questa non riesco a mandarla giù. Voglio capire».
Non si dà pace Paolo, pensando ancora al terribile incidente che è successo a suo figlio. «Noi eravamo tranquilli, cinque persone erano intente a seguire tre ragazzi – dice – voglio risposte su come e cosa possa accaduto».
Qualcosa, evidentemente, non è andato per il verso giusto. Dispiace solo che a pagare c’è sicuramente la famiglia del giovane sfortunato, ma soprattutto Alessio, che dopo aver lottato così tanto per ottenere una possibilità di riscatto, si trova ora a dover affrontare una nuova, terribile sfida.
Se già il suo percorso di recupero era stato difficile, ora il rischio di una paralisi completa segna un drammatico punto di svolta nella sua vita. La sua famiglia che per anni ha cercato disperatamente aiuto, si ritrova ancora una volta a combattere contro il dolore e l’incertezza. Dopo la speranza accesa con l’ingresso nella struttura, ora deve affrontare un destino ancora più crudele che lascia domande senza risposte e un senso di ingiustizia difficile da accettare.
Indagano i carabinieri
La Procura di Arezzo ha aperto un fascicolo per ricostruire la dinamica della caduta e verificare se vi siano state delle negligenze o falle nei protocolli di sicurezza della struttura. Era stato fatto tutto il possibile per proteggerlo? Alessio era in un contesto realmente sicuro per la sua fragilità? Domande che meritano risposta, soprattutto per chi, come lui, aveva faticosamente conquistato un’opportunità di rinascita. Intanto tutta la Maremma è con il fiato sospeso, si aspettano aggiornamenti sulle sue condizioni. Domande alle quali risponderanno le indagini dei carabinieri, che mercoledì sono intervenuti subito dopo il terribile incidente.
La speranza è che Alessio trovi la forza di reagire , come ha già fatto in passato, anche se questa volta il prezzo da pagare sembra davvero troppo alto.
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Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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