Biogas, nessuna truffa: tutti assolti | MaremmaOggi Skip to content

Biogas, nessuna truffa: tutti assolti

Quattro gli imputati al processo per l’impianto di Perolla: erano accusati di falso ideologico e truffa aggravata. Nel mirino della Procura era finito il materiale che arrivava all’impianto per produrre energia, oltre alla richiesta di sostegni economici
La volante della polizia davanti al tribunale
Il tribunale di Grosseto

MASSA MARITTIMA. Prima era esploso il caso della presunta truffa del biogas a Cinigiano, poi la Procura aveva messo le mani nella carte di quello di Perolla, nel comune di Massa Marittima.

Esattamente come successo due anni fa in tribunale a Grosseto, dove i sette imputati al processo furono assolti dal giudice Andrea Stramenga, giovedì 7 settembre la stessa sorte è toccata a chi era stato indagato anche per la gestione dell’impianto di Perolla.

Tutti assolti: così ha deciso la giudice Ludovica Monachesi

I fatti contestati ai quattro imputati risalivano tutti al 2015, quando si conclusero le indagini della Digos.

Il sostituto procuratore Salvatore Ferraro, che si era occupato anche dell’altro procedimento, quello che riguardava l’Agri Power di Cinigiano, aveva contestato a quattro imputati i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati o in autorizzazioni amministrative nei confronti di Marzio Scheggi, amministratore delegato e co-rappresentante della Agri Energia Perolla Società agricola srl, difeso dagli avvocati Giada Isidori e Fabio Tavarelli, e di Alessandro Marri, progettista, difeso dall’avvocato Alessandro Antichi e quello di truffa aggravata, che aveva riguardato, anche Graziano Volpi e Fabio Lombardi, entrambi dipendenti del Consorzio agrario della Maremma. 

Biomasse extra aziendali nel mirino

Secondo l’accusa, Scheggi e Marri avevano attestato alla Provincia e al Comune di Gavorrano che l’impianto a biomasse di Perolla sarebbe stato alimentato completamente con il mais, il sorgo e il triticale prodotti sui terreni aziendali per quasi il 90% e per il restante 10%, circa 2mila tonnellate, da biomassa vegetale composta da sansa di olive e vinacce o comunque da materiale che poteva arrivare all’impianto da alcune aziende agricole della zona, rispettando così i limiti di filiera corta. 

Stando però alle indagini della Digos, l’impianto era stato alimentato con materiale che non faceva parte della filiera corta: Scheggi e Marri, insomma, si sarebbero fatti rilasciare le autorizzazioni dalla Provincia e dal Comune perché avevano indotto in errore gli enti. Enti, che, come riportato nel secondo capo d’imputazione contestato a Marri e Scheggi, sarebbero stati anche truffati: dichiarando di utilizzare materiale che proveniva dalla filiera corta per alimentare l’impianto, i due avevano ottenuto il rilascio dell’Autorizzazione unica per far partire l’impianto.

E un’altra ipotesi di truffa aggravata era stata contestata in concorso con Scheggi anche a Graziano Volpi e Fabio Lombardi, entrambi dipendenti del Consorzio agrario della Maremma Toscana Società Cooperativa. 

Sostegno economico per acquisti precedenti

Truffa aggravata che, in questo caso, avrebbe riguardato la richiesta di sostegno economico previsto dal Programma di sviluppo rurale 2007-2013. Sostegno che, l’impianto, realizzato secondo il magistrato dopo aver illecitamente ottenuto le autorizzazioni, non avrebbe potuto ottenere. 

Volpi e Lombardi erano finiti a processo perché accusati di aver emesso alcuni preventivi per l’acquisto di macchine agricole, come carri-botte e irrigatori, retrodatando le date di emissione degli stessi. Quei preventivi erano stati poi allegati alla richiesta di sostegni protocollata all’Unione dei comuni montani delle Colline metallifere che concedeva alla società un contributo di 121.798,62 euro. Soldi che sono stati restituiti dalla società nel 2017, perché non erano stati utilizzati. 

Due processi fotocopia e due assoluzioni

Alla fine dell’udienza celebrata nell’aula del tribunale di Grosseto, giovedì 7 settembre, per i quattro imputati e per la società, chiamata in causa per le stesse accuse, è finito un incubo durato 8 anni. Incubo che, per Marzio Scheggi, che era amministratore delegato anche della Ener Green Power di Cinigiano, è stato doppio. 

Due processi gemelli, quelli che sono stati celebrati in tribunale: entrambi sono finiti con un’assoluzione. 

I quattro imputati sono stati assolti dalla giudice Ludovica Monachesi per il secondo capo d’imputazione, quello che riguardava la truffa per l’approvvigionamento delle biomasse. La magistrata ha dichiarato il non doversi procedere per gli altri due capi d’imputazione, perché è intervenuta la prescrizione: le motivazioni, verranno depositate entro 45 giorni. 

 

 

 

 

Autore

  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

    Visualizza tutti gli articoli

Riproduzione riservata ©

Condividi su

Articoli correlati

Reset password

Inserisci il tuo indirizzo email e ti invieremo un link per cambiare la tua password.

Powered by Estatik