ORBETELLO. Un bruttissimo episodio, accaduto durante la processione del Venerdì Santo a Orbetello. Mentre le statue del Cristo Morto e della Madonna addolorata venivano trasportate per le strade cittadine durante la Via Crucis, ad un certo punto si è sentito un gruppo di adolescenti che urlavano bestemmie al passaggio delle statue sacre.
Un gesto che ha indignato la comunità e acceso un dibattito, anche grazie alla denuncia pubblica di Marco Capitani, persona molto conosciuta a Orbetello per essere sempre presente nella vita socio-culturale della cittadina.
Tutto si è consumato nelle vie del centro storico, immerse nel silenzio solenne della Via Crucis. Un gruppo di adolescenti ha deciso di rompere quel silenzio sacro con grida e bestemmie, trasformando un momento di raccoglimento in una scena di sfida e provocazione.
Marco Capitani” denuncia” il gesto e apre il dibattito
A raccontare l’accaduto, è stato Marco Capitani, che con un post sulla pagina Facebook “Orbetello come è e come lo vorremmo”, ha voluto condividere la sua indignazione, sottolineando come quello a cui ha assistito sia solo l’ennesimo segnale di un degrado che ormai non è più solo urbano, ma anche e soprattutto culturale.
Il suo messaggio, tutt’altro che moralista o religioso, ha colpito nel segno: «Questo – ha detto – non vuole essere, sia chiaro, un post bacchettone o bigotto, ma una semplice ulteriore testimonianza di come il degrado generalizzato in questa comunità ormai non sia solo materiale».
E poi a suggello della riflessione, ha riportato parole forti, prendendole in prestito – spiega lui stesso – dalle dichiarazioni di alcune mamme: «Ai ragazzini che iniziano a bestemmiare a voce alta quando passa la Via Crucis, auguro non tanto di trovare la fede, perché quella è strettamente personale, ma il rispetto per gli altri magari sì».
Commenti, riflessioni e indignazione
Il post ha scatenato un acceso dibattito. Centinaia i commenti tra chi si è detto scioccato, chi ha cercato di analizzare le cause di certi comportamenti giovanili e chi ha lamentato l’assenza di educazione civica e di valori condivisi.
«Non è questione di fede – scrive Capitani – perché quella è strettamente personale, ma di rispetto per gli altri».
Un episodio che diventa simbolo di qualcosa di più profondo: una frattura tra generazioni, tra valori, tra linguaggi. Un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
Oltre la fede, una questione di civiltà
La questione non è (solo) religiosa. È sociale. È educativa. È culturale. Nessuno pretende che tutti partecipino alla Via Crucis o che condividano la fede cattolica. Ma il rispetto per ciò che rappresenta, per chi ci crede, per il momento e per la città stessa, dovrebbe essere alla base della convivenza.
Su quanto accaduto venerdì sera durante la via Crucis ci si deve interrogare.
La maggior parte dei cittadini ha condannato il gesto: «se ignorato – hanno scritto e detto – rischierebbe di diventare normalità». E ancora: «occorre riflettere su come cresciamo i nostri figli, su cosa trasmettiamo, su cosa accettiamo in silenzio». Perché il problema, hanno convenuto in molti, non è solo cosa hanno fatto quei ragazzi, ma perché hanno pensato che fosse giusto, o divertente, farlo.
Qualcuno ha cercato di derubricarlo ad una ragazzata. La maggior parte però, si è schierata, non ha dubbi.
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Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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