GROSSETO. «Da quanto scrive oggi l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni, che chiede agli uffici regionali di “intervenire sull’autorizzazione al conferimento dei gessi presso la ex cava di Montioni”, sembrerebbe che a governare in Toscana siano altre persone. Non lei».
Roberto Barocci, del Forum ambientalista di Grosseto, ci va giù duro, intervenendo sulla questione “gessi rossi”, dopo le dichiarazioni della Regione, affidate ieri, 21 maggio, a un comunicato stampa che parla di “non conformità” nei dati della relazione tecnica consegnata dai carabinieri del Noe all’assessora Monni.
«In questi stessi giorni il settore Ambiente della Regione ha fatto l’esatto contrario di quanto oggi sostiene il suo assessore», aggiunge Barocci, secondo il quale ciò emergerebbe dalla memoria difensiva, depositata dall’amministrazione regionale al Tar contro il ricorso del Forum Ambientalista per l’annullamento dell’autorizzazione al deposito dei gessi a Montioni (dibattimento previsto tra un mese).
«Quei documenti – scrive Barocci in riferimento alla memoria difensiva – sono fuorvianti in quanto affermano che i gessi rossi sarebbero impermeabili, non soggetti al dilavamento e incapaci di rilascio di inquinanti alle falde di Montioni.
Ma è la Regione, e non altri, ad aver autorizzato i gessi rossi a Montioni, anche sulla base di un’analisi del rischio, secondo la quale addirittura non c’è il dilavamento. Come se quei gessi non fossero responsabili dell’inquinamento già accertato delle falde idriche nella piana di Scarlino e Follonica e come se non fosse documentata la loro capacità di dilavamento a Montioni», continua Barocci.
Tra un mese, la decisione del Tar sul destino dell’autorizzazione al deposito dei gessi
Dunque, fra 30 giorni il tribunale amministrativo regionale dovrà pronunciarsi sull’autorizzazione e deve farlo sulla base della documentazione presentata dal Forum e sui documenti regionali.
«La Regione ha evitato di presentare al giudice quanto ha già accertato la Commissione parlamentare d’inchiesta sui reati ambientali, che, operando da tre anni con le stesse regole di una Procura della Repubblica, ha approvato all’unanimità una relazione tecnica conclusiva dei suoi lavori, secondo la quale “…i gessi rossi non avevano le caratteristiche per essere reimpiegati per il recupero della cava di Poggio Speranzona”, scrive Barocci.
La presenza di cromo esavalente accertata dai consulenti della commissione parlamentare sulle ecomafie
L’aspetto più preoccupante secondo il Forum ambientalista, sarebbe la presenza di cromo esavalente nei gessi, «documentata – scrive Barocci – dalle analisi dei consulenti incaricati dalla Commissione parlamentare sulle ecomafie. Si parla di uno dei più pericolosi cancerogeni esistenti, ma non ci risulta che sia stata attivata, dalla Regione e dai sindaci, la legge che prescrive l’immediata perimetrazione delle falde inquinate. Nessuno sa dire fin dove arriva questo inquinamento e se qualcuno utilizza quelle acque».
Poi l’affondo.
«Chiediamo che la Regione sia trasparente: dia pubblicità e porti in giudizio anche quei dati tecnici che oggi hanno convinto l’assessore Monni a chiedere di modificare le autorizzazioni su Montioni», conclude Barocci.
Autori
-
nasce dall'idea di Guido Fiorini e Francesca Gori Notizie in tempo reale, turismo, economia, sport, enogastronomia, ambiente, informazione MaremmaOggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli -
Redattrice di MaremmaOggi. Laurea in Lettere moderne, giornalista dal 1995. Dopo 20 anni di ufficio stampa e altre esperienze nel campo dell’informazione, sono tornata alle "origini" prima sulla carta stampata, poi sulle pagine di MaremmaOggi. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli