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Balneari, i manufatti allo Stato

Allo scadere delle concessioni, cabine, bar e ristoranti saranno acquisiti dallo Stato. La norma europea viene però contestata dai titolari delle licenze. Una questione che tira in ballo anche il Governo
Stabilimenti balneari

GROSSETO. Oltre ai rinnovi delle concessioni demaniali delle spiagge con la famosa legge Bolkestein, che entrerà di fatto in vigore a fine anno, ora a far discutere è anche cosa ne sarà dei manufatti inamovibili: cabine, e in generale i luoghi dove uno stabilimento svolge le sue attività, come bar e ristorazione. Si parla, praticamente in tutti i casi, di opere costruite negli anni e che sono parte fondamentale delle strutture ricettive.

La Corte Europea: opere inamovibili  allo Stato

La vicenda è iniziata con un ricorso dei Bagni Ausonia di Rosignano Marittimo verso il Comune.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, l’organo che si occupa di far rispettare i trattati e le leggi europee, ha stabilito infatti che alla scadenza delle concessioni balneari, lo Stato italiano può acquisire le opere “inamovibili”. Spogliatoi, piscine, bar,  senza dovere nulla agli imprenditori che le avevano realizzate e quindi pagate.

Il caso dei Bagni Ausonia

I giudici sono intervenuti perché interpellati dal Consiglio di Stato italiano, il quale doveva risolvere un vecchio contenzioso tra il Comune di Rosignano Marittimo, in Toscana, e lo stabilimento balneare Bagni Ausonia gestito in concessione dal 1928 dalla società Siib (società italiana imprese balneari).

Nel 2007, alla scadenza di uno dei periodi di concessione, il Comune di Rosignano acquisì i beni immobili dello stabilimento che negli anni avevano costruito i concessionari, in virtù dell’articolo 49 del codice della navigazione che non prevede risarcimenti per questo genere di acquisizioni.

Garantire la concorrenza

Dopo averli acquisiti, il Comune alzò i canoni di concessione. Ma nel 2014 la società si oppose sostenendo che i beni considerati “inamovibili” non erano davvero inamovibili e potessero essere rimossi in 90 giorni, con l’obiettivo di mantenere la loro proprietà. Il Comune respinse questa ricostruzione. In seguito a una lunga serie di ricorsi presentati alla giustizia amministrativa, la questione è stata infine valutata dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dato ragione al Comune di Rosignano Marittimo.

Secondo i giudici le norme del codice della navigazione non sono incompatibili con i trattati europei che garantiscono libertà d’impresa perché tutti gli operatori, quando presentano un’offerta per ottenere una concessione, non possono ignorare che le concessioni abbiano una durata determinata e sono revocabili.

In questo senso la Corte di Giustizia ha ribadito un principio che finora in Italia è stato poco applicato, e cioè che nella gestione delle concessioni balneari deve essere garantita la concorrenza.

La direttiva Bolkestein

In Italia, gli stabilimenti balneari si tramandano di generazione in generazione, ora però in violazione di una direttiva europea del 2006, la cosiddetta “Bolkestein”, che impone anche allo Stato italiano di fare i bandi per mettere a gara le concessioni e aprire così il mercato alla concorrenza.

Dal 2006 a oggi però, i governi italiani di vario orientamento politico, nel timore di inimicarsi la categoria dei balneari, hanno rinviato in maniera straordinaria la scadenza di queste concessioni, prorogandole.

L’ultima proroga era stata quella voluta dall’attuale governo di Giorgia Meloni, che nella legge di bilancio approvata nel dicembre del 2022 aveva prorogato le concessioni fino alla fine del 2024.

Diverse sentenze del Consiglio di Stato, il secondo grado della giustizia amministrativa, hanno stabilito che le concessioni non possono essere prorogate automaticamente. Nella sentenza è stato contestato anche il fatto che ci siano molte spiagge disponibili, tesi invece sostenuta dal governo per giustificare la mancata applicazione della direttiva Bolkestein.

L’impiccio degli indennizzi

Una delle questioni più discusse in merito alle gare che dovranno essere organizzate nei prossimi anni riguarda proprio gli indennizzi nei confronti delle imprese che potrebbero lasciare la gestione degli stabilimenti. Le associazioni che rappresentano gli imprenditori sostengono che debbano essere previsti risarcimenti ingenti, che tuttavia potrebbero scoraggiare possibili concorrenti. 

Secondo Antonio Capacchione, presidente nazionale del sindacato italiano balneari di Confcommercio, la Corte di Giustizia non mette in discussione gli indennizzi perché l’esproprio senza indennizzo discusso dalla sentenza riguarda lo Stato, non i privati.

Daniele Avvento (Siib): «Poterò avanti le istanze dei balneari»

Chi è sempre stato in prima linea è il grossetano Daniele Avvento, presidente provinciale Siib: nei giorni scorsi, durante la riunione della Siib Confcommercio proprio Avvento è stato nominato vicepresidente regionale Toscana e affiancherà il presidente Alberto Nencetti di Livorno.  

«Per me è un onore poter rappresentare la categoria con questa nomina – ha detto Avvento – e porterò in tutte le sedi le istanze dei balneari, a partite dalla Bolkestein».

Autore

  • Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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