Attacco dei predatori, sbranate 27 pecore | MaremmaOggi Skip to content

Attacco dei predatori, sbranate 27 pecore

Molti capi dell’allevamento sono scappati terrorizzati. Pastorelli: «Abbattimenti necessari, il ministro non resti alla finestra per non scontentare chi considera il lupo intoccabile»
Le pecore sbranate dell’allevamento dei fratelli Serra

ORBETELLO. Altre 27 pecore sbranate dai predatori. È l’amaro bilancio che i fratelli Salvatore e Paolo Serra, che mandano avanti la loro azienda agricola nel cuore del Parco della Maremma, si sono trovati a fare sabato 5 aprile.

E non si fa attendere, sull’ennesima strage di animali, la posizione di Mirella Pastorelli, presidente del Comitato pastori d’Italia. «Grazie a idrologie utopistiche non realizzabili come la convivenza tra lupo e pecora – dice – a progetti improponibili finanziati dalla comunità europea, a leggi contorte che non risolvono il problema, in questo caos si trovano gli allevatori che subiscono ogni giorno le predazioni».

27 pecore sbranate dai predatori

È un danno inqualificabile per l’azienda, l’uccisione di quei 27 capi di bestiame. Un danno che sta mettendo a repentaglio la tenuta dell’azienda. «Una vergogna in un momento così incerto per le aziende che stanno rischiando di chiudere per leggi inique che colpiscono soprattutto chi produce con grande sudore – dice ancora Pastorelli – Una volta la legge del più forte esisteva nella foresta, oggi esiste tra gli umani e colpisce soprattutto quelle persone che si dedicano con grande dedizione  a produrre alimenti sani e genuini».

I fratelli Serra, con grande dolore hanno dovuto recuperare le carcasse delle pecore morte e fare la conta dei danni, visto che molte di quelle sfuggite all’attacco dei predatori, sono scappate

Pastorelli: «Allevatori abbandonati»

Si sentono abbandonati, gli allevatori, che nulla possono di fronte ai continui attacchi dei predatori. «L’Italia non può restare in silenzio davanti a certe carneficine – dice la presidente del Comitato pastori d’Italia –  L’Italia deve essere più responsabile e proteggere gli allevatori come succede nei Paesi comunitari, dove si abbattono annualmente i lupi, in modo da avere una tenuta che non metta a rischio le attività pastorali».

Pastorelli attacca l’Ispra: «L’istituto ha detto che in Toscana possono essere abbattuti 22 capi – spiega –  mentre la Regione smentisce che non è possibile farlo fin quando il lupo non sarà declassato e non sarà modificata la legge 157.  Il ministro Pichetto Fratin risolva in tempi brevissimi questo dannoso problema senza stare alla finestra per non voler scontentare chi ancora oggi considera il lupo animale intoccabile».

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