GROSSETO. Giovanni è un giovane di 55 anni che fa cucina come se dipingesse una tela. Sì, a 55 anni lo dice anche lui che propriamente dei ragazzi non lo si è più. Angeletti ha alle spalle un’esperienza solida e tra le mani un mestiere che con Artidoro in via de Barberi gli sta dando soddisfazione.
Ma i suoi occhi sono ancora vivaci come quelli dei giovani che scalpitano e hanno voglia di sperimentare.
Questa sua indole la si vede in ogni menu che confeziona. Quello nuovo, riformulato con le materie prime della stagione, approda al ristorante nella sua riapertura del 2 maggio e già promette di stupire.
Scuola, gavetta e tanta passione
Giovanni Angeletti è lo chef che ha aperto Artidoro nel 2015 e qui ha iniziato a circondarsi da professionisti. In sala c’è l’esperienza di Massimiliano e Roberto e in cucina l’aiuto di sua moglie Sara che è un’ottima cuoca, con una spiccata attitudine nel fare i dessert. A completare dei piatti davvero unici, in cucina c’è anche uno staff che ha come età media 26 anni. Persone che ascoltano alla lettera Giovanni e che lo aiutano a comporre menu anche con sfiziose curiosità.
Giovanni è nato a Orbetello, ha studiato quanto bastava per andare subito a “mettere le mani in pasta”. «Non amavo molto studiare – dice Giovanni – fino alla terza media che era d’obbligo ressi. Poi mio babbo mi dette due opzioni: “O lavoro o studi”, mi disse».
Poi arrivò la folgorazione. «Erano gli anni ‘80 – racconta Giovanni – e in tv la domenica fecero vedere un buffet con una grande tavola imbandita, mi piacque così tanto che dissi “voglio fare il cuoco”». Allora, alloggiando dalla zia della mamma che abitava a Roma, decise di frequentare una scuola nella Capitale dove insegnavano veri cuochi. «Lì i docenti erano dei veri professionisti del settore che lavoravano nei loro locali – dice Giovanni – il fine settimana portavano al lavoro quelli che gli sembravano più adatti. Dopo poco iniziai, mi portarono in cucina e non ho più smesso».
Ha fatto esperienza con una miriade di piatti è poi si è anche specializzato con corsi sulla panificazione, sulla pasticceria e sulla cacciagione. Il suo ristorante, infatti, oltre a essere molto rinomato per i piatti a base di pesce, propone fin dall’apertura secondi col piccione e con l’anatra.
Con Sara si sono conosciuti lavorando, poi hanno visto che l’alchimia era perfetta anche in cucina, così non hanno potuto fare a meno di aprire un ristorante insieme.
Il nome del locale poi è venuto da sé. «Artidoro è il nome di mio nonno – dice Giovanni – faceva il carabiniere. Cercando un nome per il locale, volevamo sceglierne uno particolare, Artidoro ci è sembrato il più adatto». Hanno messo insieme memoria e originalità.
Così Giovanni e Sara hanno sostituito il pub che aveva prima sede lì, con un ristorante dagli interni e calorosi e accoglienti. In vista rimangono i mattoni delle colonne e i soffitti ad arco, in un’architettura che avvolge il cliente fin dall’ingresso, stupendolo con la ben fornita parete dei vini scelti appositamente da Giovanni. La maggior parte è toscana, non mancano le bollicine (italiane e francesi) e ci sono anche etichette del Friuli Venezia Giulia, del Veneto, del Trentino Alto Adige, del Piemonte e della Francia.
Una meta garantita per celiaci, a tutela delle intolleranze
Il ristorante negli anni si è anche distinto per la sua attenzione ai clienti che hanno bisogno di un riguardo in più. «Da anni lavoriamo e ci siamo specializzati in piatti dedicati anche a chi è celiaco – dice Giovanni – a chi ha allergie e intolleranze. Certo è impegnativo ma serve farlo e la riconoscenza dei clienti ci ripaga degli sforzi».
Corsi di cucina, anche da regalare
Artidoro non è solo un luogo dove si mangia bene e dove la cucina è di qualità. Qui si può partecipare anche a veri e propri corsi di cucina.
«Ne facciamo molti di corsi – dice Giovanni – possono essere organizzati anche sotto forma di regalo. Solitamente le lezioni durano due giorni, ci troviamo qui dalle 3 alle 6 e mezzo dove facciamo vedere la creazione di 8 piatti. Il cliente ovviamente può scegliere cosa gli interessa di più o di meno, incentrando il corso su quello che preferisce».
Questa, dunque, è la ricetta di Artidoro: un ristorante che non si ferma ai piatti ma che apre le frontiere del gusto a tutta la città.
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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