GROSSETO. Una multiutility regionale che riunisca tutti i servizi per i cittadini: il tema è all’ordine del giorno quasi ovunque, in Toscana. Ma in Maremma se ne parla pochissimo, anche se siamo comunque coinvolti, come tutta la Toscana.
Sul tema interviene Roberto Valente, membro della direzione provinciale del Pd.
La multiutility si farà, ma in Maremma non se ne parla
C’è una discussione accesa – scrive Valente – che anima la politica in tutta la Toscana, che viene sostanzialmente ignorato in provincia di Grosseto.
Ma che meriterebbe approdasse anche nelle nostre zone. Si tratta dell’opportunità o meno di costituire una multiutility regionale all’interno della quale far confluire le diverse aziende i soci nelle quali sono gli enti locali, che oggi si occupano di gestione del ciclo dei rifiuti, di quello delle acque, di produzione energetica e di distribuzione del gas.
La Toscana, infatti, diversamente da quanto hanno già fatto Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio, è l’unica regione industrializzata del centro nord che non ha una propria grandi azienda Multiservizi, come Iren, Hera, A2A, Acea…..
La discussione, che sembra almeno approdata alla decisione di massima di costituire una multiutility Toscana, è ancora in pieno svolgimento rispetto a due grandi opzioni di fondo: quotarla o meno in borsa, oppure farne una semplice società ad azionariato pubblico (enti locali e cittadini). Conferirle o meno il business del trattamento del ciclo delle acque, che come è noto comprende l’acqua potabile e la depurazione delle acque fognarie e reflue in generale.
Interessa la qualità della vita di tutti
Quello che a prima vista potrebbe sembrare una discussione molto tecnica, in verità riguarda temi molto politici. Nel senso che concerne questioni che incidono pesantemente sulla qualità della vita delle persone comuni, perché si parla di fornitura di energia e dei suoi costi, che si tratti di energia elettrica o gas, anche nella prospettiva della decarbonizzazione; si parla di ritiro, recupero e smaltimento dei rifiuti urbani e degli assimilati; si parla della distribuzione di un bene limitato e indispensabile come l’acqua potabile, che serve tanto a bere e a lavarci, quanto a garantirci le produzioni agricole. Fra le altre cose. Beni pubblici che hanno un costo di produzione e distribuzione, che vengono ripartiti sui cittadini attraverso le tariffe.
Ebbene, nonostante l’enorme rilevanza di questa discussione, in provincia di Grosseto non se ne parla. O se ne parla pochissimo, solo in ambiti ristretti confinati alla politica o ad alcuni settori economici interessati allo sfruttamento di questi beni pubblici.
Il caso di Grosseto per i rifiuti, il gas e l’acqua
Tutti quanti sappiamo che la provincia di Grosseto per errori gravi fatti in passato trasversalmente agli schieramenti politici, non ha impianti di trattamento dei rifiuti che siano di proprietà degli enti locali. Ha dei pezzi di rete di distribuzione del gas, all’interno di società un po’ più grandi. E soprattutto ha, insieme agli enti locali della provincia di Siena, la proprietà di Fiora Spa, l’acquedotto che rifornisce 55 comuni delle province di Grosseto, Siena e di uno spicchio di quella di Arezzo.
Una società che gestisce un monopolio naturale e che garantisce ai propri soci utili che superano il 10% del fatturato annuo totale.
Già nel recente passato, in veste di cittadino e componente della direzione provinciale del Partito democratico, ho sollevato il problema delle modalità di riacquisizione della completa proprietà di Fiora Spa da parte dei soci pubblici. Senza che – non pretendo mi sia stato risposto sul piano personale – in sede politica sia stata presa in considerazione la questione che sollevavo.
Ecco, tenendo conto di tutto quanto ho cercato brevemente di mettere in fila, mi aspetterei che in questa provincia si cominciasse ad affrontare con trasparenza e una volta tanto con lungimiranza questo enorme tema.
Chiarendo ai cittadini quali sono le posizioni in campo, sia in quello di centrosinistra, al quale appartengo, sia in quello di centrodestra. Perché bisogna accuratamente evitare che le decisioni che ci riguardano tutti vengano ancora una volta prese in altri contesti. Magari con la compiacente inettitudine di chi oggi non ha idee da esprimere, ma domani sarebbe il primo a protestare per essere stato scippato.
Roberto Valente
membro della direzione provinciale del Partito Democratico
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