GROSSETO. La bella stagione di fine ottobre e inizio novembre, sta permettendo di tenere sotto controllo l’influenza: ma occhio, sta per arrivare l’Australiana, il ceppo H3N2 diverso da quello del 2023 che potrebbe mettere a letto moltissimi italiani.
Nelle ultime settimane gli allarmi continuano a essere lanciati dagli esperti, su tutti quelli del professor Matteo Bassetti che ha sottolineato il caso dell’uomo (76 anni) ricoverato al Policlinico San Martino di Genova.
Bassetti ha spiegato che l’anziano non sentiva il sapore del cibo quando mangiava, come accadeva ai tempi del Covid con alta probabilità di interessamento del cervello. «Ci si deve vaccinare perché se avessimo più casi come questo, o anche encefaliti e interessamento neurologico da influenza – ha detto Bassetti – gli ospedali avrebbero un iper afflusso di pazienti e una situazione di difficoltà».
I sintomi della malattia innescata dal virus H3N2 sono i classici dell’influenza: febbre alta fra i 38 e i 40 gradi, brividi di freddo, mal di testa, dolori alle ossa, sonnolenza e stanchezza, sudorazione e anche naso che cola, congestione, mal di gola, tosse secca e poco appetito. In qualche caso il paziente lamenta vomito e diarrea.
La variante australiana è considerato un virus particolarmente aggressivo, che nell’emisfero sud ha provocato un alto numero di ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva. In Australia appunto, addirittura l’epidemia influenzale è risultata essere la più aggressiva degli ultimi 10 anni.
La dottoressa Nencioni: «Sotto controllo, ma non abbassare la guardia»
A Grosseto e in generale in Maremma, la situazione è sotto controllo come ha confermato la dottoressa Cesira Nencioni direttrice dell’Uoc malattie infettive dell’ospedale Misericordia di Grosseto.
«I nostri vaccini vengono fatti sui ceppi che arrivano dall’altre parte del Mondo – ha spiegato Nencioni – e quest’anno in particolare sulla variante chiamata Australiana, molto aggressiva. I vaccini proteggono dal ceppo H1N1 e appunto da quello previsto, H3N2, coprendo in pratica tutto l’arco influenzale».
«Le raccomandazioni sono sempre le stesse, soprattutto per i soggetti a rischio, e le persone che hanno oltre 60 anni, le donne in gravidanza e post parto. E per tutti quei soggetti che hanno patologie, anche chi ha un tumore, ricoverati nelle Rsa e i loro familiari e chi ha contatti. Ma anche chi è ad alto rischio come medici e personale militare, dottori e anche donatori di sangue. L’invito è dunque a vaccinarsi».
Il virus, come tutti gli altri virus respiratori, si trasmette per via aerea tramite le goccioline di saliva o attraverso il muco ma anche in modo indiretto, toccando oggetti o superfici infette. Si rimane contagiosi da circa due giorni prima dei sintomi fino a una settimana dopo l’esordio.
Nei bambini i periodi possono essere anche più lunghi.
Le cure sono sempre le stesse
Il consiglio degli esperti in caso d’influenza, è quello di bere molti liquidi per evitare la disidratazione e stare al caldo e a riposo. In caso di necessità, ma senza abusarne, è possibile assumere farmaci antinfiammatori come l’ibuprofene o il ketoprofene.
E per tenere sotto controllo la febbre si può utilizzare il paracetamolo. Gli antivirali invece, vanno assunti solo ed esclusivamente sotto controllo medico. Mentre invece sono totalmente inutili gli antibiotici, che non hanno effetto sui virus.
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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