PORTO ERCOLE. Il porto di Cala Galera non era ancora stato disegnato quando il proprietario della vecchia rimessa che sorgeva su quei terreni, il conte Lorenzo Bucci Casari, lo diede in gestione a Brunero Galeotti, allora rivenditore di Alfa Romeo a Orbetello.
Quella rimessa divenne ben presto uno dei luoghi cult della vita notturna degli anni Settanta: qui si esibivano personaggi come Franco Califano, Ornella Vanoni, Gino Paoli e Claudio Baglioni, qui si accomodavano a sedere sui ciocchi i reali che passavano qualche giorno di vacanza a Villa Felice, la residenza della regina d’Olanda. Si entrava solo con la prenotazione. Gli ospiti erano pochi. “Vitelloni” che potevano permettersi di fare la bella vita, attrici e attori, cantanti, reali, personaggi del mondo dello spettacolo e dell’alta finanza, politici. E un locale così, non poteva che chiamarsi King’s.
Ora la sorte della discoteca che ha fatto ballare generazioni e generazioni di giovani e meno giovani, pare segnata: il King’s sarà demolito. E lo stesso destino toccherà alle Streghe, l’altra discoteca regno dei vip: oggi su via della Panoramica 375, a Porto Santo Stefano, c’è solo un cancello arrugginito. Anche qui, verranno realizzati appartamenti.
Due archivi distrutti e un documentario in arrivo
Il primo gennaio 2017, dopo quasi cinquant’anni, il cancello del King’s è stato chiuso definitivamente. E ora, al posto della gloriosa discoteca, arriveranno appartamenti, dopo il cambio di destinazione d’uso della struttura.
Ma la storia del King’s è una storia che vale la pena raccontare. A provare a farlo è Maurizio Amadio, storico dj della discoteca di Cala Galera che ha occupato la consolle del locale dal 1990 al 2011. Da pochi giorni Amadio ha aperto un profilo Instagram, Kingsclub73, sul quale sta via via pubblicando le vecchie foto scattate nella discoteca. Foto che raccontano quella notti magiche e che lo fanno attraverso i volti e i sorrisi di chi si scatenava in balli sfrenati al King’s.
Foto difficilissime da trovare, perché i due archivi sono andati distrutti.
Amadio, che come tutti i suoi colleghi djs, durante la pandemia, si è trovato con tantissimo tempo a disposizione, si è rimesso a studiare. «Tramite l’Università di Siena – dice – avevo cominciato a frequentare un corso alla Scuola di cinema di Grosseto, con il regista Francesco Falaschi. Studiando Scienze storiche del patrimonio culturale, proposi quindi di fare un documentario sul King’s. Lì per lì mi disse di no, ma il giorno dopo ci ripensò: e così mi sono messo a cercare materiale sul locale. Materiale difficilissimo da trovare».
Due erano gli archivi esistenti: quello di Brunero Galeotti, distrutto dalle fiamme nella sua auto, e quello dell’agenzia Foto Casamenti, spazzato via dall’acqua e dal fango durante l’alluvione di Albinia.
Un dj a caccia di foto e ricordi
Amadio non si è perso d’animo. Ha cominciato a cercare tutte le persone con le quali aveva lavorato, che aveva incontrato nel corso degli anni al King’s, per ricostruire quel patrimonio storico e culturale. «Ho cominciato a lavorare al King’s quando avevo 16 anni – dice – quando la discoteca era frequentata da attrici come la Sandrelli o l’Antonelli. O personaggi come la regina Giuliana d’Olanda, con il marito Bernardo». Molte foto sono arrivate grazie all’archivio di Nino Mortoni, storico barman del King’s, scomparso da poco.
Nel locale, gli ospiti erano pochi e selezionati. «Se non avevi prenotato, non entravi e se non c’era posto al tavolo – dice Amadio – restavi in piedi. Questa per Brunero era una regola: nemmeno se arrivavano i suoi amici di Orbetello venivano fatti sedere al posto di qualcun altro».
Tra i pochi, però, che si potevano incontrare c’erano politici come Gianni De Michelis, c’erano personaggi come Pippo Franco o Loretta Goggi. E ancora: Umberto Smaila, Renzo Arbore, Jacqueline Kennedy.
Giorno per giorno, sul profilo Instagram di Amadio, vengono pubblicate le foto che l’ex dj sta raccogliendo per realizzare il documentario, che sarà pronto l’anno prossimo. Alcune, inedite, sono quelle che vedete nella galleria qui sotto.
Ci sono Fred Bongusto, Natalie Delon, Niki Pende e Stefania Sandrelli e Gino Paoli.
La rivoluzione, al King’s, ce la portò Natalino Galgani, negli anni Novanta. «Da allora il locale fu aperto a tutti, qua arrivavano tantissimi grossetani amici di Natalino – dice Amadio – è stato grandioso perché ho avuto la possibilità di suonare anche davanti a più di mille persone».
L’appello ai candidati a sindaco
Demolire il King’s vuol dire cancellare un pezzo di storia. Per questo Amadio ha deciso di lanciare una petizione online sulla piattaforma Change.org, per raccogliere firme da presentare ai tre candidati a sindaco di Monte Argentario: Priscilla Schiano, Arturo e Roberto Cerulli.
Per poter firmare basta cliccare su questo link.
La speranza, anche se non facilissima da cullare, è che il locale non venga demolito, com’è successo ad esempio al Black Sun a Punta Ala, dove ora è sorto un centro commerciale.
«In questi luoghi hanno ballato cinque generazioni di personaggi famosi, avvocati, nobili, politici, imprenditori, pariolini, argentarini e grossetani – si legge nella petizione – Ballato fino all’alba, per poi ricominciare la notte successiva e quella ancora dopo per settimane, mesi ,anni, decenni. Fino a un’alba, l’ultima, in cui la musica si spegnerà per sempre. Sulle immagini di quello che oggi resta delle Streghe e del King’s Club scorrono i titoli di coda. Abbiamo ancora un nervo scoperto per l’abbattimento della discoteca Black Sun di Castiglione della Pescaia. All’Argentario la questione è ancora più grave perché volumetrie concesse per uso commerciale, in luoghi suggestivi come la Panoramica e Cala Galera, verranno trasformate in abitazioni. Diciamolo senza la paura di essere contraddetti, il nostro “Patrimonio Culturale” viene trasformato per il diletto di pochi in villette, piscine ed appartamenti. Con questa petizione di sensibilizzazione, che consegneremo ai tre candidati sindaci delle prossime elezioni di Monte Argentario, vogliamo informare tutti di quanto sta accadendo».
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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