VETULONIA. La caccia al cinghiale in Maremma non è solo una passione è una vera scelta di vita per tanti cacciatori. Un appuntamento irrinunciabile, per trascorrere una giornata nei boschi e soprattutto coltivare l’amicizia fra tante persone che condividono lo stesso interesse. La caccia al cinghiale infatti, ha caratteristiche uniche e chi partecipa deve sottostare ad una vera disciplina, quasi militare. Rispettare le indicazioni è fondamentale per non rischiare imprudenze, e soprattutto divertirsi in piena sicurezza. Il primo obbiettivo di una cacciata è quello di organizzare nel migliore dei modi la dislocazione dei cacciatori, che devono in qualche modo interagire fra loro e con i canai, chi controlla e libera appunto i cani, che a loro volta trovati i cinghiali devono spingerli verso le poste, i punti fermi dove ci sono i cacciatori con i fucili. Una vera orchestra, oggi aiutata dai telefonini e dalle radioline per far rimanere sempre in contatto e sapere cosa avviene a tutti.
Un rito che si tramanda di generazione in generazione
La caccia al cinghiale è di fatto un affare di famiglia e seppur in calo, tanti giovani si appassionano sentendo i racconti dei genitori o dei nonni. I riti sono sempre gli stessi: la squadra dei cacciatori si ritrova di prima mattina, chi può nella propria sede, e poi viene scelto il luogo della cacciata con il capo caccia che è il responsabile unico.
L’estrazione dei “numerini” serve per la disposizione dei cacciatori alle poste, e non è cosa da poco: essere al punto giusto al momento giusto è determinante per vedere e provare a colpire un cinghiale. Non tutti i cacciatori riescono a sparare, anche se nell’arco di una stagione alla fine la possibilità di “tirare” capita. E’ sempre il capo caccia che alla fine della giornata, quando arriva il buio, sospende le operazioni e in caso di abbattimento di qualche animale, sempre alla sede, vengono fatte le “parti”. E il numerino torna ad essere utilizzato per portare a casa il “pezzo” di carne ambito.
La Velenosa festeggia i suoi primi quarant’anni
A Vetulonia da quarant’anni è stata costituita la squadra de la Velenosa, che può vantare tanti soci, circa una trentina, con il presidente Luciano Trovò, e soprattutto un’annata di abbattimenti, ben 144 irsuti all’ultima conta ufficiale del 2024-25.
Come tutte le squadre, anche nella Velenosa è l’amicizia che fa la differenza, soprattutto fra i più anziani e le nuove leve. Nei giorni consentiti ad organizzare le cacciate nelle varie zone del comprensorio, alcune praticamente a ridosso delle tombe etrusche, è il capo caccia Otello Cittadini insieme al suo vice Giacomo Bai, e le loro decisioni sono insindacabili.
Mucci il “padellatore”, Gemignani il tiratore scelto
Durante la stagione di caccia, quest’anno dal 2 ottobre 2024 al 30 gennaio 2025, il divertimento non è mancato. Come sempre c’è stato qualcuno che ha tenuto il conto di tutto, in particolare di chi non è riuscito a colpire il cinghiale. La “padella” d’oro, come si dice in gergo, è andata a Leonello Mucci, socio storico, mentre il miglior tiratore è stato il giovane Edoardo Gemignani.
Una menzione particolare va ai “canai”: Luciano e Niccolò Ronca, Fabio e figli Edoardo e Valerio Gemignani, Carlo Alberto Nencini, Rossano e Michele Cipriani, Simone Cittadini e Giacomo Bai, che sono determinanti durante la stagione.
E come sempre viene organizzata la cena di “benfinita”, dove oltre ai saluti alla prossima stagione le risate e gli sfottò, insieme ai tanti aneddoti, sono assicurati.
Nel distretto del comune di Castiglione della Pescaia la Velenosa è stata la squadra che ha fatto più abbattimenti, appunto 144. Il cinghiale più grosso pesava ben 146 kg.
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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