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Ampliamento dell’impianto a biogas: «Inchiesta pubblica, nessuna risposta»

Cattivi odori in città: la Regione ha pubblicato le osservazioni sulla richiesta della Site di procedere al raddoppio del sito. Scompare la richiesta di valutazione cumulativa con gli altri 8 siti che si trovano intorno alla città
Protesta per i cattivi odori

GROSSETO. Cattivi odori e biogas: il comitato Grosseto aria pulita torna a scrivere al sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, a tutti i consiglieri comunali e a rivolgersi ai cittadini sulla richiesta di ampliamento presentata dalla società Site dell’impianto a biogas che si trova a sud di Grosseto. 

E torna a chiedere l’attivazione di un’inchiesta pubblica, come già aveva fatto qualche mese fa. «Quando però – dicono dal Comitato – nessuno delle istituzioni, ci ha risposto». 

Cattivi odori e biogas: pubblicate le osservazioni

Grosseto è circondata da 8 impianti a biogas, tra i quali quello della Site. Impianti ritenuti da sempre responsabili dei cattivi odori che ammorbano la città. E che rendono, a seconda del ciclo di produzione delle biomasse e dei venti che tirano a Grosseto, l’aria irrespirabile. 

Nel sito della Regione Toscana sono state pubblicate tutte le osservazioni prodotte sul progetto della società Site, progetto sottoposto a Valutazione di impatto ambientale (Via): progetto che è stato presentato proprio per raddoppiare l’importazione di rifiuti organici, per produrre energia dalla loro putrefazione, nell’impianto a biogas già esistente in località San Lorenzo a Grosseto, a poche centinaia di metri dai quartieri Casalone e Gorarella. «Senza precisare la loro provenienza, la qualità e la destinazione del materiale in uscita dall’impianto», dicono al Comitato aria pulita.

Oltre alle osservazioni inoltrate da diverse associazioni di tutela ambientale,  sono stati pubblicati anche i pareri espressi da vari uffici pubblici. «Alcuni di questi, in
particolare quelli presentati dalla Regione Toscana e da alcuni uffici del Comune di Grosseto, nonché dal Dipartimento Arpat – dicono gli ambientalisti – sembrano trascurare totalmente gli enormi problemi legati a questo tipo di impianti. Specie in relazione ai cattivi odori più volte segnalati dai cittadini. Che fine hanno fatto le diverse richieste di una Valutazione cumulativa del nuovo impianto rispetto alle emissioni odorigene complessive degli altri sette impianti in funzione intorno alla città di Grosseto?».

Scompare la valutazione cumulativa

È questa la domanda alla quale il Comitato aria pulita non riesce a rispondere. A chiedere la valutazione cumulativa erano stati alcuni uffici pubblici nel precedente procedimento regionale di valutazione dello stesso progetto.
«La Valutazione cumulativa, prevista dalla legge, era stata richiesta dall’Ufficio regionale procedente, la direzione Ambiente ed Energia, che aveva testualmente riferito della “necessità di una valutazione cumulativa con le altre attività di area vasta suscettibili di provocare significativa emissione di maleodoranze” – spiegano al Comitato –  Lo avevano richiesto anche il Comune di Grosseto, Servizio forestale e Politiche Agricole, nei suoi contributi del 16 giugno e del 28 ottobre 2022». Poi era stata la volta dell’Arpat nel proprio contributo del 15 luglio 2022, che aveva evidenziato che «nelle vicinanze dell’impianto in oggetto, sono già presenti altri impianti di recupero rifiuti che in passato sono stati spesso causa di disagi olfattivi segnalati dalla popolazione. Per tale motivo ritiene opportuno che il proponente integri la
documentazione effettuando una valutazione degli effetti cumulativi sulla matrice olfattiva in considerazione dell’aggiunta di un ulteriore impianto di recupero rifiuti sul territorio in esame».

Il Comitato Aria pulita aveva chiesto all’amministrazione comunale di Grosseto di attivarsi per realizzare un’inchiesta pubblica per  favorire un confronto con i cittadini. «Non abbiamo però ricevuto risposta – dicono ancora – Eppure, favorire la partecipazione dei cittadini non era un obiettivo anche del sindaco? La questione è rilevante, anche perché altri gestori di impianti a biogas, oltre a Site, potrebbero chiedere ulteriori ampliamenti nell’immediato futuro».

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