L’ossessione della medaglia
Il momento più toccante è quando Ambra, con la voce rotta dall’emozione, ha raccontato il dramma della sua gara a Parigi, quando a pochi metri dal traguardo, il sogno si è infranto su una caduta che ha gelato tutti coloro i quali stavano seguendo la competizione.
«Quella gara non l’ho persa – ha detto Ambra – Ho solo imparato un’altra lezione. Il vero traguardo è quello che si raggiunge dentro di noi. Certo, l’ossessione della medaglia c’è, il peso della competizione si fa sentire. Posso dire che da Parigi porto dietro una lezione: ciò che è veramente importante è chi mi sta accanto, le persone come voi, tutti quelli che mi vogliono bene, la mia famiglia, i miei allenatori. I compagni di nazionale. Ora guardo a Los Angeles, a centrare altri traguardi, mi cimenterò anche nel salto in lungo».
Nuovi obiettivi, con una nuova e maggiore maturità.
Valerio: un esempio di tenacia
Anche Valerio, con la sua presenza solida e la sua umiltà, ha saputo toccare il cuore di tutti: «Il mio percorso non è stato facile, ma ogni sacrificio è stato ripagato quando ho sentito il calore e il sostegno di tutti voi – ha detto – Sapere che c’è qualcuno che crede in te, che ti spinge a dare il massimo, è la forza più grande che un atleta possa avere. Io sono stato fortunato ad avere vicino la mia famiglia, il mio allenatore, Piro e tutti voi».
Emozioni incontenibili
L’insegnamento e il messaggio di Ambra e Valerio
«Qualcuno disse, non conta quante volte cadi nella vita, ma quante volte cadi e ti rialzi». Una massima che si sposa benissimo con quanto questi due atleti hanno dovuto affrontare nelle vita, di come ogni volta abbiano saputo rivitalizzarsi, cogliere l’aspetto positivo, farlo proprio e ripartire con più forza, maggiore determinazione.
Quale miglior messaggio, a chi è abituato a piangersi addosso, se non quello di reagire, tirarsi su le maniche e ripartire verso nuovi traguardi. La grandezza di Ambra Sabatini e Valerio Teodori è questa. Una, Ambra, ha subito l’amputazione di una gamba dopo un tragico incidente a soli 19 anni. Valerio, invece, è cieco dalla nascita.
Entrambi hanno in comune una forza interiore che li rende capace di rigenerarsi, di rinascere ogni volta. Di non arrendersi mai davanti alle difficoltà, ma anzi, hanno mostrato la via del coraggio.
Ambra Sabatini, visibilmente commossa, ha preso il microfono e con un pizzico di emozione ha ringraziato tutti i presenti: «Siete la mia grande famiglia – ha detto – L’importante è sempre rialzarsi e continuare a correre, perché so che dietro di me c’è sempre stato il sostegno della mia famiglia, dei miei amici e di questa comunità straordinaria, del mio allenatore, delle fiamme gialle».
Anche Valerio Teodori ha espresso la sua gratitudine con voce rotta dall’emozione: «Sentire il calore di casa, qui, stasera, è la vittoria più bella che potessi desiderare».
Una serata indelebile nella storia di Porto Ercole
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Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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