GROSSETO. L’allerta meteo per rischio temporali è arancione su tutta la Maremma. Ma oggi, 30 ottobre le precipitazioni si fanno attendere. Nelle ultime 24 ore è piovuto soprattutto sulla zona delle colline metallifere e nell’entroterra che da lì guarda l’Amiata.
Nonostante alcuni Comuni abbiano emesso ordinanze a chiusura delle scuole, almeno fino a questo pomeriggio, si è trattato di precipitazioni sporadiche e poco consistenti.
Ormai da tempo, quando scatta un’allerta meteo, è come se partisse anche una sorta di passaparola incontrollato. In base al colore, principalmente il giallo, tanti enti vengono sistematicamente messi in allarme. Chi è alla fine della catena, come un presidente di Provincia o il sindaco di un Comune, deve poi prendere decisioni che si ripercuotono su tutta la comunità.
Sicuramente è meglio aver paura e ascoltare gli allarmi che incorrere poi dopo in eventuali danni inaspettati. Ma non sempre l’allarme dato rispecchia poi i venti e i temporali attesi.
La chiusura delle scuole, per esempio, genera molti problemi che possono rappresentare uno scoglio insormontabile per alcune famiglie.
Come funziona un’allerta meteo
A spiegare nel dettaglio la dinamica di un avviso di allerta meteo è Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma, il laboratorio di monitoraggio e modellistica ambientale. Fondato dalla Regione Toscana nel 1997, tra i più apprezzati in fatto di previsioni meteo, e componente del Cnr.
«Un’allerta meteo arriva dalla Protezione civile nazionale – dice Gozzini – e la sua gravità varia in base agli eventi meteo attesi, su una scala di 4 colori: verde, giallo, arancione e rosso (la più grave). Ci sono poi i modelli matematici disegnati su ogni singolo territorio, e va sempre sottolineato che si tratta sempre di previsioni, non di granitiche certezze».
«Se pensiamo agli ultimi eventi meteo eccezionali come quelli a Follonica, o a Porretta Terme o Roma, si tratta di fenomeni circoscritti – dice Gozzini – con precipitazioni condensate in pochissimo tempo. Si parla di oltre 120 millimetri d’acqua cadute dopo un lungo tempo di siccità».
In toscana ci sono oltre 20 pluviometri. «Prevedere situazioni temporalesche circoscritte però rimane comunque difficile – precisa Gozzini – Le previsioni rimangono appunto tali e posso ben capire le difficoltà di chi poi deve prendere le decisioni finali. Dobbiamo però imparare anche a difenderci, dalla semplice pulizia di una caditoia al mettere in atto tutti quei sistemi per evitare maggiori danni».
Ad intervenire sulla questione degli allarmi meteo c’è anche la politica. Il Pci colline metallifere, per esempio, con una nota firmata da Mauro Lorenzini, Valter Cioni e Daniele Gasperi, avanza alcune proposte per migliorare un servizio, a suo giudizio, non troppo adeguato.
La nota del Pci colline metallifere
Prima la protezione Protezione civile faceva capo alle Province e, come nel caso di quella di Grosseto, avevano sedi operative locali in grado di monitorare la situazione ed entrare in operatività con i propri mezzi grazie anche al grande supporto del volontariato. A dire del Pci colline metallifere le risposte erano più efficienti, efficaci, rapide, in grado di mettere in sicurezza le situazioni e rassicurare da subito i cittadini.
«Poi grazie alle modifiche alla norma il tutto è stato accentrato a Firenze, nei palazzi della Regione, da dove qualcuno ha la presunzione di poter avere sotto controllo la situazione e poter intervenire in tempi adeguati in caso di eventi calamitosi – dicono dal Pci colline metallifere – E infatti si è visto bene cosa è successo nei giorni scorsi a Follonica».
«Al di là di carenze e possibili mancanze nella pulizia dei tombini e dei canali di sgrondo delle acque, come il mancato azionamento di pompe per limitare l’invasione delle acque nei sottopassi, l’evento ha colpito in modo serio la città -dicono dal Pci – provocando grossi disagi e, solo grazie alla clemenza del meteo che non ha visto il proseguirsi delle piogge, si sono evitate situazioni peggiori e più ingenti danni».
«Ci affidiamo troppo a mezzi informatici»
Troppa informatica e matematica, secondo il Pci. «Anche in questo caso ci si affida ai potenti mezzi informatici, a sensori, monitor che ci danno gli esiti di una situazione quando questa ormai è fuori controllo come nel caso di Follonica – ribadisce il gruppo politico – con strade e sottopassi che sono stati allagati e resi inservibili, con un’interruzione della circolazione che colpisce non i soli cittadini ma anche i mezzi di soccorso».
Il Pci colline metallifere non crede idonea la scelta di controllare tutta la situazione locale da Firenze. «Come è pensabile che si controlli da Firenze quello che succede in un comune della provincia di Grosseto. Come è pensabile intervenire e mettere in sicurezza in caso di problemi più seri, come ad esempio un’emergenza sanitaria, le persone», dicono con tono interrogativo.
«Va ripensato il sistema di protezione civile»
Se la funzione di gestione fosse sul territorio, il Pci sostiene che almeno sui tempi di intervento ci sarebbero meno ritardi. Un fattore che aumenterebbe il livello di sicurezza su tutta la popolazione.
«Va ripensato il sistema di protezione civile che evidentemente soffre di queste lacune – sottolineano – e va aumentata anche la dotazione di mezzi idonei per interventi di emergenza che, ripetiamo, fortunatamente non sono stati necessari. Ma che in ogni comune colpito da eventi simili e al di là dello studio teorico dei rischi, devono essere presenti per rispondere alle situazioni di protezione civile».
«Questa è una riflessione che non vale solo per Follonica – concludono dal Pci – ma per tutti i comuni ed è collegata alle caratteristiche e probabilità dei rischi propri ai quali è esposto questo o l’altro comune».
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Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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