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Albanelle predate per la mania della foto sui social

Scattare una fotografia al nido mette in grande pericolo la specie. Alla salvaguardia del rapace pensa l’associazione Pygargus Ets
Maschio di Albanella, foto di Marco Brandi

GROSSETO. La Maremma è uno dei principali siti di nidificazione dell’Albanella minore, un rapace molto particolare che, a differenza degli altri, crea il proprio nido a terra, tra i coltivi di cereali e foraggere. Proprio questa particolarità ha reso famoso il rapace sui social, ma purtroppo scattare una fotografia al nido mette in grande pericolo la specie.

Tale attività è pericolosissima proprio perché il passaggio umano apre piste odorose e veri e propri sentieri verso i nidi, attraverso i quali arrivano predatori che fanno razzia delle uova. Non solo: l’avvicinamento ai nidi determina forte stress nelle coppie di Albanella che possono abbandonare il nido o trascurarlo per troppo tempo mettendo a rischio la sopravvivenza delle uova e dei pulli.

Grazie all’associazione Pygargus Ets e alla sezione maremmana della federazione nazionale Pro-Natura è nato dal 2020 un progetto di salvaguardia del rapace

Il progetto di ricerca per salvare l’Albanella

Il logo del progetto

Il progetto di ricerca e conservazione Albanella minore (Circus pygargus) in Maremma toscana nasce dall’esigenza di conoscere lo stato di salute del rapace in uno dei maggiori siti italiani di nidificazione, ai fini della conservazione della specie.

Il progetto ha fra i suoi obiettivi quello di mettere a conoscenza le aziende agricole e la comunità della Maremma della presenza e delle abitudini di questo rapace e far conoscere, al tempo stesso, il valore aggiunto della presenza del rapace per l’ambiente naturale e agricolo, poiché la sua presenza denota un’attenzione all’ambiente e ad un’agricoltura ecologica e di qualità.

La minaccia principale per la specie è infatti rappresentata dalle uccisioni ad opera di macchine agricole durante le operazioni di trebbiatura e dalla progressiva eliminazione dei siti riproduttivi che portano ad una diminuzione degli habitat della specie.

Una specie vulnerabile

Ai fini conservazionistici questa specie di rapace è dichiarata vulnerabile dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura e in pericolo dal Repertorio Naturalistico della Regione Toscana. Il progetto di ricerca è nato nel 2020 ed è portato avanti dall’associazione Pygargus Ets, con il benestare della Regione Toscana e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, con l’aiuto per le attività di campo dalla sezione maremmana della Federazione Nazionale Pro-Natura.

Un nido di albanella minore

L’Albanella e la lotta biologica che aiuta l’agricoltura

Il progetto punta ad istruire gli agricoltori su quanto la presenza dell’Albanella sia di aiuto nella lotta biologica agli insetti nocivi, e soprattutto ad aiutare a preservare i nidi e le nidificazioni messe a rischio dalle operazioni di trebbiatura nei campi di cereali e fieno.

Di fatto la protezione del nido non comporta problemi all’agricoltore, il quale attorno ad un’area di rispetto adiacente al nido può svolgere le operazioni agricole in tranquillità. A tutto pensa l’associazione che solleva il proprietario del terreno da qualsiasi onere.

I nidi messi a rischio a causa di errori banali

Avvicinarsi ai nidi per ottenere foto o, semplicemente, guardare, mette a rischio la specie causando l’abbandono della nidificazione o, addirittura del sito di nidificazione. C’è poi chi usa i droni per individuare i nidi nella delicata fase di cova, non sapendo che per questa specie i droni si utilizzano solo in caso di pericolo distruzione ad opera di mietitrebbie. Tutti i gruppi di ricerca europei seguono una linea di condotta che non permette di compromettere la nidificazione di una specie a rischio per avere dati facili.

Avvicinarsi troppo ad un nido senza avere cognizione di causa può inoltre causare l’allontanamento del maschio che per non attirare attenzione non va a dare il cibo alla femmina in cova e, se lo stesso succede quando ci sono i pulli, sia femmina che maschio ritardano l’entrata al nido. Tutto questo induce gli individui a spostarsi e, di conseguenza, le colonie si smembrano. E se l’animale infastidito rinuncia a nidificare, si rende vano il pericoloso viaggio di migrazione di andata e ritorno svolto dall’Africa subsahariana all’Europa.

I dati della ricerca svolta nel 2024

Il bellissimo rapace bianco e nero che nidifica in Italia quasi esclusivamente in Maremma nel 2024 grazie all’associazione Pygargus Ets ed ai volontari di Maremma Pro Natura ha visto l’involo di una media di 12 giovani. In totale sono 9 i siti di nidificazione individuati nella zona sud est della provincia di Grosseto e tra le 9 e le 14 le coppie di rapaci individuate. I siti che sono stati monitorati costantemente fino al volo sono stati 4 e tra le 7 e le 9 le coppie controllate.  

Come fare per aiutare le Albanelle?

Sono molto utili le segnalazioni o un aiuto nei monitoraggi. Chi avesse segnalazioni o volesse aiutare in qualità di volontario  unendosi al personale dell’associazione può contattare via whatsapp il numero 3496668959 o via mail l’indirizzo pygargus.info@gmail.com.

Non servono competenze specifiche, tutte le informazioni saranno fornite dall’associazione, è inoltre possibile realizzare tesi di laurea. Ulteriori notizie si possono trovare sulla pagina social del progetto.

 

 

 

 

 

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