FOLLONICA. L’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi)di Grosseto esprime piena solidarietà alle due colleghe e al medico aggredito, la notte scorsa, al punto di primo soccorso di Follonica.
«Ci siamo messi immediatamente in contatto con le colleghe – dice il presidente di Opi Grosseto Nicola Draoli – per accoglierle e sostenerle. Questa è una situazione che ormai fa parte del quotidiano. Stiamo verificando se ci sono le condizioni per costituirci parte civile, perché questa ennesima aggressione dimostra che non si può pensare che siano episodi singoli di violenza ai danni di singoli malcapitati, ma si tratta di un’aggressione ai danni dell’intera professione.
Gli infermieri, e sanitari più in generale, non possono vivere la sensazione continua di essere alla mercé di chiunque si avvicini a un posto di cura con intenzioni bellicose, senza protezione: è quella che, psicologicamente, è molto pesante da affrontare e a cui bisogna porre rimedio, anche perché quasi sempre questi episodi riguardano quasi esclusivamente, come in questo caso, personale femminile risultando ancora più violenti ed odiosi», continua Draoli.
Un servizio di vigilanza nei pronto soccorso
«Auspichiamo – prosegue Draoli – che vengano messi in essere, anche in vista dell’estate e almeno per il periodo notturno, delle postazioni di sicurezza, soprattutto in quei presidi che più sono a rischio per il numero ridotto degli operatori presenti e per l’isolamento, anche fisico, in cui si trovano.
Il punto di primo soccorso di Follonica è certamente uno di questi luoghi, perché ha registrato un numero importate di aggressioni ed episodi violenti che, perché il personale in servizio è di poche unità e, soprattutto, perché durante la notte, è un presidio che tende ad essere isolato. Per questo auspichiamo che sia istituito un servizio di vigilanza che permetta a professionisti e operatori sanitari di sentirsi al sicuro nello svolgimento dei loro compiti».
Sulla stella linea anche Paola Pasqualini, presidente dell’Ordine dei medici di Grosseto. «La sicurezza sul posto di lavoro – scrive – deve essere tutelata. La nostra categoria non può rischiare ogni giorno un’aggressione fisica o verbale, non è più ammissibile. Adesso le istituzioni e l’Azienda devono attivarsi necessariamente per assicurare la presenza di personale addetto al controllo nei luoghi più a rischio: penso ai punti di primo soccorso, ai presidi di continuità assistenziale, nei reparti di psichiatria.
Lo stiamo dicendo da giorni: non si tratta più di casi sporadici ma di un vero e proprio attacco ai danni di chi opera nel settore sociosanitario. Stiamo ancora piangendo la scomparsa della psichiatra pisana Barbara Capovani e oggi dobbiamo fare nuovamente i conti con un’aggressione ripetuta per due volte, prima ai danni dei soccorritori del “Codice rosa” e adesso di una collega e di due infermiere. Che cosa si sta aspettando per trovare soluzioni reali ed efficaci? Non è ammissibile lavorare in un clima di paura, perdipiù per chi come noi ha il compito di occuparsi della salute dei cittadini», conclude Pasqualini.
L’Asl, Simona Dei: «Amareggiati e vicini a chi ha subito violenza»
«Siamo tutti scossi e indignati per questo ennesimo e grave episodio di violenza contro il nostro personale – dichiara Simona Dei direttrice sanitaria della Asl Toscana sud est –, a nome anche di tutta la direzione voglio esprimere la vicinanza e solidarietà a chi ha subito questa violenza assurda».
«Purtroppo da tempo – prosegue – stiamo assistendo ad un susseguirsi di aggressioni nei confronti di medici, infermieri e operatori sanitari, ma episodi di violenza sono segnalati anche su avvocati e insegnanti, quindi un fenomeno che riguarda diversi settori della società civile».
«In tutti questi casi violenza verbale e fisica non sono altro che due facce della stessa medaglia».
«Il nostro poi non è un problema solo della sanità – ammonisce la ds – , le aggressioni e le violenze negli ospedali e nei luoghi di cura riguardano tutte le istituzioni e bisogna lavorare insieme per evitare il ripetersi di fatti dolorosi e tragici come l’omicidio della dottoressa Capovani a Pisa».
«Siamo amareggiati ma anche orgogliosi della grande squadra di professionisti che ogni giorno, malgrado questi episodi – conclude Simona Dei -, svolgono il proprio lavoro con passione e competenza per garantire il diritto alla salute di tutti».
Fratelli d’Italia: «Servono misure urgenti»
«È l’ennesima aggressione verso gli operatori sanitari. Questa volta, dopo quella avvenuta solo alcuni giorni fa che ha portato alla morte della psichiatra pisana, adesso assistiamo a quella accorsa al personale sanitario del punto di primo soccorso follonichese, al quale va tutta la nostra solidarietà e vicinanza»: così, il coordinatore regionale Fratelli d’Italia-Toscana, onorevole Fabrizio Rossi, il coordinatore provinciale Luca Minucci e il presidente del circolo Fdi-Follonica, Agostino Ottaviani.
«La sicurezza sul posto di lavoro deve essere tutelata sempre. – affermano, Rossi, Minucci e Ottaviani – Non è più possibile tollerare che medici, infermieri, Oss e operatori sanitari siano oggetto di aggressioni giornaliere sia verbali che fisiche, mentre stanno espletando il proprio lavoro. Urge più che mai che la Regione Toscana, le aziende sanitarie locali, e tutte le Istituzioni si attivino affinché sia assicurata la tutela e che i presidi di periferia non siano abbandonati a se stessi».
«Per tamponare la situazione del piccolo presidio follonichese serve con urgenza un intervento da parte dell’Asl affinché istituisca un servizio di vigilanza, così da fare sia da deterrente sia per proteggere il personale sanitario», concludono l’onorevole Fabrizio Rossi, Luca Minucci e Agostino Ottaviani.
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