GROSSETO. Dal 1 gennaio 2025 in Italia è scattato l’obbligo per chi propone affitti brevi della casa del Cin, il codice univoco nazionale.
In Toscana ha spiegato Leonardo Marras, assessore al turismo e alle strutture ricettive – «I Cin rilasciati dalla Regione hanno raggiunto l’82,5%, superiore alla media nazionale».
Ma non tutto sembra filare per il verso giusto.
Cosa è il Cin
Il Cin infatti, è il codice univoco nazionale assegnato a ogni struttura ricettiva che serve a identificarla in modo chiaro e trasparente, a tracciare le attività ricettive e assicurare che siano in regola, favorendo controllo, trasparenza e monitoraggio del settore turistico.
Molti proprietari però non si sono messi in regola e le agenzie non possono affittare
Purtroppo però sembra che molti proprietari privati di abitazioni, ancora non si sono messi in regola, e chi in questo momento sta andando nelle agenzie per programmare le vacanze estive, sta ricevendo risposte negative.
Intendiamoci, c’è tempo per chi vuole affittare la propria casa per regolarizzare e attivare il Cin, ma rispetto a strutture ricettive importanti, chi ha solo una o due abitazioni ancora sta prendendo tempo. E inevitabilmente le agenzie non possono prendersi nessuna responsabilità, rinunciando a stipulare contratti di affitto breve.
Con il Cin “emerse” 35mila strutture
Sui tempi dell’aggiornamento e della riorganizzazione delle banche dati regionali Marras ha spiegato che – «La Regione Toscana ha iniziato a lavorare sull’implementazione della Banca dati nazionale a partire da fine agosto del 2024, in linea con le scadenze definite dal Ministero del Turismo. Un’implementazione che si è affiancata alla banca dati statistica precedentemente esistente in Regione. In parallelo è stato avviato il percorso di presa in carico graduale dei dati che sono comunque rimasti di competenza dei comuni capoluogo fino all’8 gennaio 2025. In questi mesi le strutture ricettive note sono sensibilmente aumentate passando da 39mila a oltre 74mila, portando alla luce un potenziale sommerso».
Come avere il Cin
«Il processo di riorganizzazione delle banche dati ex-provinciali – ha proseguito l’assessore – con la migrazione sulla gestione regionale è in corso un dialogando per garantire la continuità dei servizi erogati. Gli aspetti che hanno influito sui ritardi per ottenere il Cin sono tre. L’accesso alla banca dati ministeriale per la richiesta del Cin è possibile solo con Spid o Cie riferiti al codice fiscale dichiarato al momento in cui è stata fatta la prima comunicazione di locazione turistica al comune o è stato ottenuto il titolo abilitativo per l’esercizio dell’attività turistica imprenditoriale presso Suap. Alcuni utenti hanno poi cambiato il titolo di proprietà, ma non avevano comunicato tale variazione ai comuni. Infine le strutture e le locazioni non erano state ancora trasferite alla banca dati ministeriale per problemi di interoperabilità. Circostanza che si è verificata in particolare per la Città metropolitana e per il comune di Firenze».
Sul passaggio di titolarità del Cin da proprietario a gestore l’assessore Marras ha spiegato che – «Tale criticità sarà risolta in sede di regolamento attuativo del Testo Unico del Turismo e i Cin rilasciati fino ad ora ammonta all’82,5%, superiore rispetto alla percentuale nazionale dell’81,89%. Il lavoro di recupero delle posizioni è stato notevole e crescerà ulteriormente nel momento in cui anche l’area fiorentina procederà con il lavoro già svolto nelle altre aree della Toscana».
Rimangono però i problemi sui proprietari dei piccoli appartamenti che vivono con questa rendita importante per arrivare a fine mese, e stanno perdendo migliaia di euro perché non hanno il Cin, anche perché le prenotazioni avvengono con una pianificazione e spesso con grande anticipo.
In Toscana si devono registrare oltre 63 mila strutture ricettive
Tutte le 63 mila strutture registrate in Toscana dovranno obbligatoriamente adeguarsi al nuovo sistema degli affitti brevi.
Qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione dovrà essere registrata con il Cin, e avere la dotazione minima dei dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune della segnalazione certificato d’inizio attività (scia).
Previste sanzioni per chi affitta al “nero” e non rispetta i requisiti di sicurezza
Per chi non si adeguerà ai requisiti di sicurezza degli impianti secondo le relative sanzioni regionali o statali, in caso di assenza dei rilevatori e degli estintori, la sanzione pecuniaria va da 600 a 6000 euro per violazione accertata.
Ma non è tutto perché tra le nuove prescrizioni introdotte dal decreto legge è necessario, in caso di svolgimento dell’attività di locazione turistica o breve in forma imprenditoriale, che il titolare dell’attività presenti presso lo sportello unico per le attività produttive del proprio Comune, la segnalazione del certificato d’inizio attività, la Scia.
In caso di non osservanza dell’applicazione, la sanzione va da 2000 a 10000 euro, sempre in relazione alle dimensioni dell’immobile.
Autore
-
Giornalista di MaremmaOggi. Ho iniziato a scrivere a 17 anni in un quotidiano. E da allora non mi sono mai fermato, collaborando con molte testate: sport, cronaca, politica, l’importante è esagerare! Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
Visualizza tutti gli articoli