GROSSETO. Quando il pallone tace, e resta solo il vento tra gli ulivi, si sente ancora la voce di chi ha amato questo gioco come una poesia. Il calcio maremmano è in lutto per la scomparsa di Moreno Coralli: aveva 72 anni, se n’è andato martedì 22 aprile.
Tutta la Maremma calcistica e non solo lo piange. Coralli, non era solo un tecnico, era un tessitore d’anime. Ogni allenamento, ogni partita con lui diventava una celebrazione della comunità, un atto d’amore verso quel calcio autentico che non fa rumore ma segna per sempre. Coralli durante la sua lunga carriera da allenatore, ha allenato in molte compagini, tra le compagini più significative: dalla Nuova Grosseto a Santa Fiora, fino a Batignano e Montiano.
Allenatore di uomini, prima ancora che di squadre
Moreno Coralli ha attraversato la provincia come un pellegrino del pallone. In ogni luogo ha lasciato impronte profonde, come un passo su sabbia calda. Le sue squadre non erano solo undici nomi su una lavagna: erano famiglie, racconti, sogni condivisi sotto le luci fioche dei campetti di periferia.
Il calcio maremmano, alla notizia della sua morte, nelle prime ore della mattinata, si è riversato sulla pagina Facebook dell’allenatore. In tanti hanno voluto ricordarlo, con un aneddoto. Moltissimi gli attestati di stima e vicinanza alla famiglia. Un mondo intero, quello del calcio maremmano, in lutto.
Tra i messaggi più struggenti, quello di Nicola Brezzi, direttore sportivo del Belvedere, che in questa stagione ha vinto il campionato di Promozione, che l’ ha avuto come allenatore. Brezzi ha usato parole al miele per il suo “primo” allenatore: «Grazie per quello che sei stato, per quello che hai fatto, per come l’hai fatto, per aver trasmesso a una manciata di ragazzini cosa vuol dire amare un posto, una squadra, un credo, nello specifico, il Montiano».
Tanto affetto e vicinanza da parte dei suoi giocatori, quello che lo hanno avuto come allenatore e a cui, erano sempre legati. Perché qui in Maremma, il calcio dilettantistico, è ancora famiglia, gruppo e i rapporti sono destinati ad andare oltre.
Il mister che ha scelto i nipoti
Nel 2020, con lo stesso garbo con cui dava indicazioni dalla panchina, Moreno salutò il calcio attivo. Lo fece con dolcezza, scegliendo di abbracciare un ruolo nuovo: quello del nonno presente. 174Ora è il momento dei miei nipoti», disse.
E in quelle parole c’era tutta la sua grandezza: sapere quando fermarsi per dedicarsi a ciò che conta davvero.
La sua eredità è fatta di gesti, sorrisi e silenzi. Moreno se n’è andato, ma resta nei racconti delle tribune, nei cori rauchi delle curve di paese, nei palloni calciati con speranza da chi sogna ancora. Non c’è bisogno di targhe o statue: la sua memoria è nei cuori di chi ha vissuto il calcio con lui.
Ciao, Moreno. Hai lasciato a questa terra un insegnamento che vale più di mille vittorie: che il calcio, se vissuto con amore, diventa poesia. Ai figli Alessandro e Riccardo, ai familiari, ed a tutti coloro che lo piangono, giungano le condoglianze dalla redazione di MaremmaOggi.
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Redattore di MaremmaOggi. Per me scrivere è uno strumento di verità, di bellezza, è di liberta, un mezzo per esprimere ciò che altrimenti rimarrebbe inespresso. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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