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Addio alla suora amata dai bambini

Suor Niccolina aveva 95 anni: è stata una degli angeli dell’asilo Regina Elena. È stata una dei pilastri della struttura che ha recentemente tagliato il traguardo dei 100 anni
A sinistra l’asilo, a destra suor Niccolina

FOLLONICA. Questa mattina ci ha lasciato suor Niccolina, un altro piccolo grande pezzetto della storia di ogni vecchio follonichese. Suor Niccolina aveva 95 anni, classe 1929, una vita per gli altri e un’instancabile fonte di amore per i moltissimi bambini che ha visto crescere e per quel Dio che non si è mai stancata di seguire nell’esempio.

Il ricordo affettuoso dei cittadini

Ad annunciarlo lo stesso istituto a cui sono seguiti, e tutt’ora si stanno accavallando, moltissimi messaggi e ricordi da parte di chi ha avuto la fortuna di conoscerla. «Sicuramente sarà già al lavoro in paradiso», è il ricordo che hanno lasciato quanti le sono stati vicino fino all’ultimo giorno, «a curare tutte le piante e a prendersi cura di tutti gli angioletti. Instancabile anima, piena di amore per tutti. Ci raccomandiamo a te, che da lassù non ci abbandonerai Mai. Ti vogliamo sempre tanto bene ed il tuo spirito sarà sempre presente nei nostri cuori».

Suor Angelina ha fatto appena in tempo a sapere della ricorrenza centenaria dell’asilo dove ha trascorso la sua lunga vita, il Regina Elena. Ribattezzato per adeguamento ai tempi “scuola per l’infanzia” rimarrà sempre “l’asilo delle suore”, almeno per i follonichesi doc. Quest’anno ricorreva il centenario dell’asilo Regina Elena, anche se dai documenti rinvenuti pare che la costruzione dell’edificio in questione cominciò nel 1910 con la volontà di farne la Casa dei Socialisti.

L’asilo e la sua storia

I lavoratori follonichesi prestarono le braccia all’esecuzione dei lavori la cui spesa venne sostenuta da un latifondista massetano, tale Rovis, lo stesso che si fece costruire il palazzo di Valmora sempre visibile sulla collina tra Massa e Follonica. Divenne luogo di aggregazione politico sindacale, punto di riferimento per tutto il comprensorio e dove addirittura nel 1919 i delegati delle leghe minerarie di Massa Marittima, Paganico, Montorsaio, Ravi, Spoleto, Caldana, Boccheggiano, Giuncarico, Montemassi, Castell’Azzara, Selvena, Roccatederighi, Gavorrano, Abbadia San Salvadore, Tatti, Monte Follonico, alla presenza dell’Onorevole Giovanni Merloni, approvarono il Memoriale Unico. Si trattava di una sorta di Contratto di Lavoro per i minatori che verrà successivamente sottoscritto anche dagli Industriali.

Con l’avvento del fascismo del 1921 e la successiva marcia su Roma, l’edificio fu chiuso ad ogni attività la cui proprietà, non avendo al tempo personalità giuridica né i partiti né le leghe sindacali, era intestata ai militanti che si erano resi disponibili a costruirlo. Nel 1923 fu lanciata una sottoscrizione pubblica da parte della prima amministrazione comunale del neonato Comune di Follonica per acquistarlo e destinarlo ad asilo religioso. Nel 1927, poiché insufficiente ad accogliere i bambini in conseguenza all’incremento demografico, fu deciso di ampliarlo facendolo divenire quello che ancora oggi tutti conosciamo. Dopo la caduta del fascismo e il ritorno della vita democratica, i socialisti follonichesi si costruirono una nuova sede politica in Via Marconi angolo via Bertani ancora oggi visibile.

Nel 1924 l’edificio divenne l’asilo che tutti conoscono

Nel pamphlet “Comune di Follonica sei anni di amministrazione fascista” Edizioni La Poligrafica 26 Aprile 1929, il podestà di allora Tullio Gaggioli fa un bilancio dei sei anni di amministrazione comunale, dovendo lasciare la carica perché nominato dal governo nazionale preside della Provincia di Grosseto ( al tempo con Regio Decreto su proposta del Ministero dell’Interno venivano nominati il Rettorato – al posto del Consiglio Provinciale – e il Preside della Provincia, entrambi gli organi restavano in carica per 4 anni).

L’asilo ha funzionato regolarmente dal 1924, superando anche il periodo bellico della seconda guerra mondiale.

E così quest’anno l’asilo delle suore che ha ospitato generazioni di bambini ma anche di ragazze che andavano ad imparare i “mestieri di casa” tra cui il cucito e il ricamo, è giunto ai suoi per lo meno 100 anni di età e di attività.

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  • Collaboratrice di MaremmaOggi. Il turismo e l'accoglienza sono nel dna familiare, ma scrivere è l'essenza di me stessa. La penna mi ha accompagnato in ogni fase e continua a farlo ovunque ce ne sia la possibilità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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