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Acque nere in mare: RaiTre denuncia i casi di Grosseto e Follonica

Fiammetta Spina, inviata dalla Rai, sul fosso Beveraggio e il fosso Petraia, corsi d’acqua che sono di fatto fogne a cielo aperto
Un momento del servizio di Mi manda RaiTre su fosso Beveraggio e fosso Petraia
Un momento del servizio di Mi manda RaiTre su fosso Beveraggio e fosso Petraia

GROSSETO. Fosso Beveraggio e fosso Petraia, due città con lo stesso problema: fogne che funzionano male e corsi d’acqua che portano direttamente in mare le acque nere.

Con conseguenti divieti di balneazione. A Follonica ce n’è uno permanente. A Grosseto capita quando piove con grande violenza, come a volte accade, e il divieto scatta nelle vicinanze del canale San Rocco, che raccoglie le acque del vastissimo reticolo di fossi che c’è fra la città e Marina.

In questi giorni in Maremma c’è stata una troupe del programma “Mi manda RaiTre”, con Fiammetta Spina che ha indagato sui casi dei due fossi, parlando a Grosseto con i membri del forum ambientalista (Matteo Della Negra, Roberto Barocci e Laura Coralli) e a Follonica con Marco Stefanini (La Duna), oltre che con il sindaco di Grosseto e il vicesindaco di Follonica.

Ed è emerso che la problematica è seria. 

Il fosso Beveraggio, a servizio dei Ricasoli

Il fosso Beveraggio fu scavato negli anni immediatamente successivi all’unità d’Italia ed era inizialmente un canale di irrigazione e di abbeveramento a servizio delle campagne intorno al centro storico di Grosseto.

Completato nel 1873, il canale aveva origine dalla diga della Steccaia, dove erano deviate le acque del fiume Ombrone, alimentava il mulino di San Martino e, distaccandosi dal canale diversivo dell’Ombrone, lambiva la città a nord-est raggiungendo la località di Barbanella, dove irrigava i terreni della tenuta omonima proprietà del barone Bettino Ricasoli, e andava a confluire nel fosso Barbanella.

Pieno di scarichi abusivi è interrato per oltre la metà del suo percorso, uscendo in superficie soltanto nella parte terminale fuori dall’abitato urbano.

Il corso d’acqua ha inizio al Mandraccio, breve canale che unisce la diga della Steccaia a una presa d’acqua dotata di uno sgrigliatore automatico, con il compito di bloccare tronchi e rami che arrivano con le piene recuperandoli attraverso un “pettine”. Da questo punto, dietro alla struttura di ponte Tura, comincia il suo tragitto sotterraneo costeggiando il diversivo anch’esso interrato.

Dopo essere passato sotto la centrale elettrica di San Martino, alimentandola, continua verso ovest lungo la strada provinciale Scansanese, per poi risalire leggermente verso nord-ovest curvando in via Teano, via Adda e continuando lungo l’asse di via Liri, viale Ombrone e via della Pace. Nel punto in cui via della Pace si interseca con via Aurelia Nord, si trova un agglomerato di case popolari, sorte alla fine degli anni quaranta lungo il corso del fosso, che sono per questo chiamate “Case del Fossino”. 

Il fosso passa poi sotto la ferrovia presso il cimitero della Misericordia e, sempre interrato, continua a Barbanella lungo via Cavalcanti, attraversa viale Uranio ed emerge infine appena fuori il perimetro urbano dietro alla lottizzazione Le Gemme.

Il fosso Beveraggio a Barbanella, sullo sfondo Le Gemme
Il fosso Beveraggio a Barbanella, sullo sfondo Le Gemme

L’ultimo tratto a cielo aperto segue il tracciato del canale diversivo lambendo la fattoria Barbanella Vecchia II e il fosso confluisce poi nel canale emissario di San Rocco in località Bellavista.

Fosso Beveraggio, scarichi abusivi e “bocche a stramazzo”

L’inviata di Mi manda RaiTre parla con Laura Coralli, Matteo Della Negra e Roberto Barocci.

«Oltre agli scarichi abusivi – dicono dal Forum Ambientalista – il problema è legato alla bocca a stramazzo, in sostanza un sistema che, in caso di vera emergenza, quando il depuratore è troppo pieno, scarica nel fosse le acque nere in eccedenza. Il problema è che dovrebbe avvenire in una vera emergenza, non 30 volte in due anni e mezzo com’è successo a Grosseto».

Attraverso il San Rocco le acque nere del Beveraggio arrivano in mare, all’altezza del porto di Marina. Tanto che pochi giorni fa il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha dovuto firmare un’ordinanza di divieto di balneazione.

Il reticolo dei fossi fra Grosseto e Marina di Grosseto
Il reticolo dei fossi fra Grosseto e Marina di Grosseto

«Succede solo quando piove tanto e in modo violento – spiega il sindaco a Fiammetta Spina -. Stiamo lavorando a una ricognizione degli scarichi abusivi, ma il problema è che il sistema delle fogne della città andrebbe completamente rinnovato. E ci vogliono tanti tanti soldi che non abbiamo. Contiamo, però, di chiedere finanziamenti alla Regione e all’autorità idrica, per risolvere il problema una volta per tutte».

Fosso Petraia e Gora delle Ferriere, divieto permanente di balneazione

Dove il fosso Petraia, che arriva da nord, e nel quale confluisce, all’altezza del parco centrale di Follonica, la Gora delle Ferriere, che arriva da Valpiana, c’è un divieto permanente di balneazione. Ignorato dai più, la gente ci fa il bagno e ci va anche a pescare, ma il divieto c’è.

Qui Fiammetta Spina parla con Marco Stefanini, dell’associazione La Duna.

«Il problema è presente da tanti anni – spiega – e non è mai stato fatto niente per risolverlo. Qui il divieto è permanente, perché di fatto il Petraia è una fogna che scarica in mare».

Il vicesindaco Andrea Pecorini, e assessore al mare, conferma: «Il problema lo conosciamo da molti anni. Abbiamo stanziato 4 milioni di euro per aggiornare le fogne e risolverlo. I lavori sono già iniziati».

Il reticolo dei fossi a Follonica
Il reticolo dei fossi a Follonica

E la visita di Mi manda RaiTre è servita anche a mettere, finalmente, cartelli chiari di divieto di balneazione. Finore ce n’era solo uno, mezzo rotto, datato 2015.

QUI il link al servizio di Mi manda RaiTre su RaiPlay

Autore

  • Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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