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Accoltellato dopo la lite: «Voleva ucciderlo»

Lo dice la perizia medico legale disposta dal giudice dopo la brutale aggressione avvenuta lo scorso maggio a Roccastrada: due fendenti, uno potenzialmente letale
L’aula gup del tribunale di Grosseto

ROCCASTRADA. «No, non volevo ucciderlo». Lo aveva detto Ali Hamza al giudice Marco Mezzaluna, durante l’udienza preliminare. Il pachistano di 26 anni, accusato di tentato omicidio per aver accoltellato un 50enne anche lui originario del Pakistan, difeso dall’avvocata Francesca Carnicelli, aveva raccontato al magistrato che la sera del 2 maggio, quando era scoppiata la lite nell’appartamento dove stavano cenando insieme ad altri amici, era ubriaco.

Avevano discusso, perché il 50enne aveva offeso la madre del giovane. E lui, dopo averlo colpito con uno schiaffo,gli si era ripresentato con un coltello da cucina e poi, una volta in strada, lo aveva colpito all’addome. 

Soccorso per strada e operato d’urgenza

Il cinquantenne era stato trovato in una pozza di sangue a Roccastrada, in via Nazionale, da un’ambulanza della Pubblica assistenza di Sassofortino, che stava rientrando da un servizio. 

Il personale lo aveva soccorso e aveva visto poco lontano, insieme ad altri uomini, anche il giovane ancora con il coltello in mano. Il ragazzo poi, era scappato per i campi, per ripresentarsi qualche giorno dopo alla caserma dei carabinieri e confessare. 

Il 50enne, portato all’ospedale con un’emorragia interna, era stato operato e poi ricoverato in terapia intensiva. 

La perizia medico-legale: «Voleva ucciderlo»

Il giudice, per accertare che il ventiseienne, accusato di tentato omicidio, abbia davvero cercato di uccidere il cinquantenne, ha disposto una perizia medico-legale che è stata eseguita dalla dottoressa Valentina Bugelli. 

L’avvocata Francesca Carnicelli

Due le coltellate sferrate all’addome dell’uomo. Due coltellate che, scrive il medico legale nella sua relazione, avrebbero potuto uccidere il cinquantenne. 

«Il ferimento da arma bianca con reiterazione dei colpi (2) e la sede attinta (in particolare l’ipocondrio sinistro) – si legge nella relazione – rappresenta un atto idoneo a cagionare la morte di una persona in quanto il mezzo di offesa, con elevata probabilità un’arma da punta e da taglio, ha attinto distretti anatomici densi di strutture parenchimali (milza, stomaco, intestino) la cui lesione può essere potenzialmente fatale». 

Il cinquantenne si è salvato grazie all’intervento – immediato e provvidenziale – dell’ambulanza della Pubblica assistenza di Sassofortino che aveva a bordo già un altro paziente. «L’immediato intervento dei sanitari – scrive ancora la dottoressa Bugelli – fu indispensabile poiché, trattandosi nella fattispecie di lesione ineludibilmente idonea a cagionare il decesso di un soggetto, in assenza di soccorsi tempestivi si sarebbe determinato l’exitus dell’Iqbala». 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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