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Morì dopo la lite: «Tamantini era privo di conoscenza»

Al processo per la morte dell’anziano parlano i poliziotti delle volanti chiamati da Boccagna, l’ex militare imputato per omicidio preterintenzionale
Da sinistra l’avvocato Lorenzo Borghi, Carlo Valle e a destra il pm Salvatore Ferraro

GROSSETO. Era in posizione supina, Ivo Tamantini, quando sono arrivati gli agenti delle volanti. Sdraiato per terra, con i piedi rivolti verso l’abitazione di Alessandro Boccagna, imputato al processo con l’accusa di omicidio preterintenzionale.

Dalla sua nuca, usciva sangue, così come dalla fronte dell’ex militare che aveva chiamato il 113: c’era stata una lite, tra i due, e il settantottenne, dopo essere caduto per terra, aveva perso conoscenza. 

Boccagna aveva chiamato la questura chiedendo l’intervento dei poliziotti e del 118 che in pochi minuti si erano precipitati in via della Dogana. 

Trasferito in rianimazione a Siena

La fotografia dei primi accertamenti l’hanno scattata durante il processo che si celebra in aula d’assise al tribunale di Grosseto i poliziotti delle volanti, che alle 7.50 del 23 luglio 2020 sono arrivati in via della Dogana.

Fotografia che è stata illustrata alla corte d’assise (presidente Laura Di Girolamo, giudice Marco Bilisari), alla giuria popolare, al sostituto procuratore Salvatore Ferraro e agli avvocati Lorenzo Borghi, che difende l’imputato e Carlo Valle per la parte civile. 

A sinistra, Alessandro Boccagna con il suo difensore Lorenzo Borghi @maremmaoggi

«Siamo arrivati intorno alle 7.50, appena ricevuta la telefonata – dicono gli agenti che hanno testimoniato in aula – Tamantini è stato soccorso e portato all’ospedale di Grosseto, era privo di conoscenza. Una seconda ambulanza ha accompagnato al Misericordia Boccagna». 

L’imputato, al telefono, aveva detto alla polizia che c’era stata una lite. «Ma quando siamo arrivati – aggiunge un’agente – Tamantini era esanime, la lite era già finita. Abbiamo sentito subito anche la persona che abita nella casa di fronte, ma di quello che era accaduto non c’era alcun testimone oculare». 

Le condizioni dell’anziano erano gravissime: dall’ospedale di Grosseto fu deciso il trasferimento alle Scotte. Tamantini fu ricoverato in rianimazione. 

La stessa mattina il personale delle volanti sequestrò la zappa che risultò essere spezzata in due all’altezza del manico. In via della Dogana arrivò anche il personale della polizia scientifica per i rilievi. 

La perizia sulla zappa

Fu il capoturno delle volanti, quello stesso giorno, a informarsi alle Scotte sulle condizioni dell’anziano: «Mi dissero che oltre all’emorragia cerebrale – spiega – aveva anche una costola fratturata». La zappa, sequestrata dalla polizia, verrà analizzata: la richiesta era stata fatta durante la prima udienza del processo. 

Mercoledì 1 febbraio, però, l’incarico al perito non è stato conferito perché il tribunale ha chiesto che venissero rilevate anche le impronte digitali. 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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