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Cercava il tesoro a Montecristo: arrestato

L’imprenditore naufragato a poche miglia dall’isola è stato raggiunto da un mandato di cattura emesso dall’Albania: è accusato anche di frode e profanazione di tombe
L’auto bruciata presa a noleggio e nel riquadro Davide Pecorelli

ISOLA DEL GIGLIO. Il colpo di scena è arrivato sabato 10 dicembre quando la squadra mobile della questura di Perugia si è presentata a casa dell’imprenditore Davide Pecorelli con un mandato d’arresto internazionale e una richiesta di estradazione

Classe 1975, residente a Selci frazione di San Giustino, Pecorelli per nove mesi aveva finto di essere morto, per sottrarsi ai debiti che aveva fatto, per poi comparire di nuovo a settembre dell’anno scorso su un un gommone al largo di Montecristo. Dove, aveva spiegato ai carabinieri che lo avevano soccorso, voleva arrivare per cercare il tesoro

Reati commessi in Albania

L’imprenditore di San Giustino era inseguito da un mandato di cattura internazionale per i reati commessi in Albania. Ai primi di ottobre la Procura di Puka aveva chiuso le indagini contestandogli i reati di frode, profanazione di tombe, azioni che impediscono la scoperta della verità, distruzione di beni mediante incendio in concorso con altri complici attraversamento illegale del confine di Stato.

Dalla procura albanese, gli atti sono stati trasmessi al procuratore capo di Perugia e lunedì 11 ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto in Corte d’Appello. Pecorelli, da sabato pomeriggio è rinchiuso nel carcere di Perugia Capanne. 

Davide Pecorelli con i sacchi delle monete

Difeso dall’avvocato Andrea Castori, l’imprenditore che voleva trovare il tesoro sull’isola di Montecristo, non si aspettava un finale del genere. Ma dall’Albania, è arrivata la richiesta di estradizione. L’imprenditore fece perdere le sue tracce nel gennaio 2021, dopo essere volato in Albania per vendere un macchinario per 100.000 euro e cercare di risollevare con quei soldi i suoi affari in Italia, che avevano cominciato ad andare male sotto la scure della pandemia. 

Ma il giorno dell’Epifania, l’auto che aveva noleggiato, fu trovata su una strada di montagna distrutta dal fuoco. All’interno delle ossa, il cellulare e l’orologio in qualche modo riconducibili allo scomparso.

La polizia albanese, all’iniziò, ipotizzò che fosse trattato di un suicidio. Ma i resti trovati nell’auto, inviati alle autorità italiane per l’esame del dna, erano ridotti talmente male da risultare inutilizzabili. Dopo un silenzio lungo otto mesi, a settembre Pecorelli venne recuperato dai carabinieri del nucleo biodiversità di Follonica su un gommone nel mare in burrasca al largo dell’isola di Montecristo.

Chiesto il processo anche a Grosseto

L’imprenditore aveva preso una camera in un albergo a Giglio Porto, fornendo nome e cognome di un geologo.

A Montecristo, Pecorelli era sicuro di trovare il tesoro del conte protagonista del romanzo di Alexandre Dumas sotto l’altare del monastero di San Mamiliano. Nella camera dove alloggiava i carabinieri della compagnia di Orbetello insieme ai militari del nucleo investigativo trovarono una mappa dell’isola sulla quale erano state cerchiate tre calette.

È lì che sarebbero state nascoste le monete rubate a Sovana nel 2019, il tesoro di San Mamiliano, appunto. Iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Grosseto per ricettazione, la pm Anna Pensabene, lo scorso giugno, ha chiesto l’archiviazione. Resta in piedi invece la richiesta di rinvio a giudizio per autocalunnia e sostituzione di persona. 

I carabinieri infatti, non avevano trovato alcuna traccia dell’oro nonostante il selfie caricato nel cellulare dell’uomo che lo ritraeva davanti ad un sacco che sembrava pieno di monete. 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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