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Rifiuti pericolosi sversati nell’area protetta attraverso il bypass

Una parte dei fanghi non trattati sarebbe stato fatto confluire nelle acque della laguna attraverso un impianto che poteva essere utilizzato solo in caso di emergenza: ecco cosa hanno scoperto i carabinieri forestali
Il depuratore di Terrarossa
L’impianto di depurazione di Terrarossa

MONTE ARGENTARIO. Qualche anomalia era stata segnalata la scorsa estate al sindaco di Monte Argentario Franco Borghini, che aveva emesso un’ordinanza, datata agosto 2021, per far sì che la società Integra di Vicenza, che dal 2008 ha in gestione l’impianto di depurazione di Terrarossa, facesse delle opportune verifiche. 

Verifiche che sono state fatte, via via, anche dall’Arpat che ha accertato che nella laguna di Orbetello, erano stati scaricati dei fanghi con una concentrazione di metalli pesanti uguali a quelli portati in discarica con le autobotti. 

Fanghi, quindi, che non sarebbero stati depurati ma che sarebbero finiti nelle acque della riserva naturale con una concentrazione di sostanze pericolose dannosa per l’ecosistema. 

Inquinamento ambientale, mancato rispetto dell’Aia e gestione illecita di rifiuti i reati contestati

Sono quattro i nomi di dirigenti dell’impianto di Terarrossa iscritti nel registro degli indagati dal sostituto procuratore Giovanni De Marco, che ha coordinato l’indagine dei carabinieri forestali e del personale dell’Arpat. Dirigenti che lavorano per la società vicentina Integra, che ha in gestione l’impianto: gestione che scadrà a maggio 2023 e che, come ha annunciato il sindaco di Monte Argentario, non verrà rinnovata

L’impianto di Terrarossa era autorizzato, oltre che per la depurazione delle acque reflue delle fognature di Orbetello e di Monte Argentario, anche per lo smaltimento dei fanghi che arrivavano all’impianto con le autobotti. Sul sito Internet della società è specificato trattarsi di «rifiuti liquidi non pericolosi biocompatibili, quali percolati di discarica ecc., conferiti mediante autobotte per una quantità di 60.000 tonnellate all’anno». 

Stando però ai campionamenti di Arpat e alle indagini dei carabinieri forestali, coordinati dalla tenente colonnello Marta Ciantelli, i fanghi che venivano sversati in laguna contenevano concentrazioni di metalli pesanti identiche a quelle rilevate nei rifiuti liquidi portati al depuratore

Inquinamento ambientale, mancato rispetto dell’Aia e gestione illecita di rifiuti i reati che il pm ha contestato ai quattro indagati. Il gip del tribunale di Grosseto ha disposto il sequestro preventivo della linea chimico-fisica e di quella  biologica (quest’ultima in riferimento ai rifiuti su ruota) dell’impianto.

Liquami non depurati nella riserva

Fenoli, aldeidi, alluminio, zinco: sono queste le sostanze le cui concentrazioni maggiori sono state trovate nei fanghi scaricati attraverso un bypass direttamente in laguna, area protetta con un delicatissimo equilibrio

La società, secondo gli accertamenti svolti dai carabinieri forestali, depuravano parte dei fanghi che arrivavano all’impianto con le autobotti, e parte invece le scaricavano attraverso il bypass direttamente in laguna. Bypass che però poteva essere attivato soltanto nei momenti di emergenza e che non poteva certamente servire a sversare liquami non depurati nella riserva naturale della laguna. 

L’inchiesta, coordinata dal pm De Marco, è cominciata a metà 2021 ed è tuttora in corso: i militari della forestale stanno ricostruendo per filo e per segno sia il sistema di conferimento dei rifiuti in laguna, sia il motivo per cui sarebbe stato utilizzato proprio il bypass per scaricare parte dei liquami non trattati in laguna.

I fanghi trattati, così come le acque reflue delle fognature dei due comuni, opportunamente depurate vengono infatti scaricate in mare, come da autorizzazione. Lo stesso sarebbe dovuto avvenire per tutte le 60.000 tonnellate all’anno che arrivavano all’impianto con le autobotti, parte delle quali sono state invece smaltite semplicemente facendole defluire attraverso il bypass nella riserva naturale della Laguna. 

 

 

 

 

 

 

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  • Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma

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