SCANSANO. Erano stati rinviati a giudizio con un’accusa terribile: quella di aver abusato di un’amica, una ragazza poco più che ventenne. E per il reato di violenza sessuale, due ragazzi, anche loro ventenni, si sono trovati questa mattina, giovedì 21 ottobre, in tribunale, di fronte al giudice Marco Mezzaluna, per il processo che li vedeva imputati. Ed entrambi, sono stati assolti perché non sarebbe stata raggiunta la prova. Difesi dagli avvocati Carlo Valle e Domenico Finamore e dall’avvocata Elena Pellegrini, i due giovani si sono presentati in aula, dove era presente anche la ragazza che li aveva denunciati e che si era costituita parte civile, assistita dall’avvocata Francesca Carnicelli.
Il sostituto procuratore Giovanni De Marco aveva chiesto la condanna dei due ragazzi: a 4 anni, per il ventenne che avrebbe abusato fisicamente della giovane e a 3 anni e 6 mesi per l’amico che non era intervenuto quando la ragazza aveva cercato di intercettare il suo sguardo per fargli mettere fine a quella che lei ha vissuto come una violenza sessuale.
Sentenza che ha lasciato perplessa l’avvocata Carnicelli. «La decisione del giudice lascia perplessi a fronte degli inequivocabili elementi di fatto che univocamente conducono ad una violenza sessuale – dice – per come anche puntualmente evidenziato dal pubblico ministero».
La denuncia dopo l’aggressione
I due ventenni erano finiti nei guai a giugno dell’anno scorso, quando il giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci aveva emesso nei loro confronti un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Tutto era cominciato quando il comandante dei carabinieri di Scansano, che conosce il borgo del Morellino come le sue tasche, era venuto a sapere che un uomo del paese aveva aggredito uno dei due giovani. Per capire cosa fosse successo, l’uomo e la comitiva di amici dei giovani erano stati convocati in caserma.
La giovane, coetanea dei due ragazzi, aveva poi confermata la voce che già circolava in paese e che era arrivata alle orecchie dei militari: ovvero che era stata portata nel bosco al quale si accede dal passaggio nelle Mura e lì uno dei due giovani le aveva usato violenza, toccandola nelle parti intime, senza che lei volesse.
La ragazza aveva cercato con lo sguardo l’aiuto dell’altro ragazzo che era poco distante dai due. Ma il ventenne non era intervenuto. E sarebbe proprio questo il passaggio difficile da dimostrare: ovvero che la ragazza abbia in qualche modo manifestato al giovane che era con lei la volontà di interrompere quel rapporto, che in un primo momento sarebbe stato consenziente, anche se avrebbe anche cercato di tirarsi su i pantaloni.
I due giovani avevano risposto alle domande del giudice Sergio Compagnucci, durante l’udienza di convalida dell’arresto. Avevano spiegato che la giovane li aveva seguiti nel boschetto di sua spontanea volontà: secondo la loro versione, la ragazza che aveva avuto già rapporti con uno dei due, era consenziente.
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Redattrice di MaremmaOggi. Da bambina avevo un sogno, quello di soddisfare la mia curiosità. E l'ho realizzato facendo questo lavoro, quello della cronista, sulle pagine di MaremmaOggi Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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