AMIATA. Un territorio ricco di meraviglie quello del monte Amiata. Guarda dall’alto la Maremma, e la val d’Orcia.
Proprio da qui, da un’altra altezza, quella dello sperone di roccia che ospita la fortezza storica di Radicofani (900 mt) è iniziata la puntata di Linea Verde. Il classico appuntamento domenicale del primo canale Rai, oggi 23 ottobre, ha celebrato uomini, natura e imprese del territorio. Partendo da uno dei promontori vicini, e avvicinandosi man mano all’Amiata.
La puntata, per chi la volesse vedere o ri-vedere è disponibile su RaiPlay.
Giuseppe Convertini e Giuseppe Calabrese, i due testimoni della trasmissione, celebrando l’unicità di prodotti e luoghi, hanno seguito un percorso che li ha portati successivamente ad Abbadia San Salvatore, al suo Parco-museo minerario. Il geologo Antonio Montesanti e la guida Daniele Coppi hanno illustrato l’ex sito industriale, dove si estraeva in passato il cinabro (minerale che contiene mercurio). Un’attività durata fino verso la fine degli anni ’70.
La camminata sull’Amiata è proseguita poi tra castagne e castagni di Piancastagnaio, parlando di funghi. L’appuntamento col micologo Sauro Visconti è servito anche a dare alcuni consigli e avvertimenti utili sulla loro raccolta.
Da Arcidosso: percorsi, natura e mountain bike
Francesco Gasparri, il camminatore della trasmissione, è poi partito dai piedi della scalinata che porta al monumento di caduti di Arcidosso per intraprendere un percorso che mette insieme natura e spiritualità.
Tra Parco faunistico del Monte Amiata e la riserva naturale del Monte Labro, ha toccato il centro spirituale tibetano di Merigar West, col suo tempio e il tipico stupa. Un luogo spesso scelto anche come ritiro spirituale.
Al parco faunistico la guida Mauro Malinverno ha portato poi Gasparri e i telespettatori alla scoperta del Miccio amiatino.
La razza di questo asino porta come segni caratteristici una zebratura delle zampe e la “croce” che tocca schiena e garrese. La razza ha origini antiche, proviene dall’Africa. I primi esemplari probabilmente furono importati più di 4.000 anni fa dalle rotte dei fenici o degli etruschi.
Proseguendo nel cammino, Gasparri e Malinverno sono arrivati sulla cima del monte Labbro (1200 metri). Un punto che dà una vista sul territorio veramente impressionante e dove si trova l’eremo di Davide Lazzaretti, considerato il “profeta dell’Amiata”. Nato nel 1834 e ferito a morte nel 1878, fu il fondatore della comunità religiosa e sociale denominata “chiesa giurisdavidica“.
La camminata poi si ferma, e si monta in bici. La natura e le mountain bike diventano le padrone della trasmissione. Andrea Mammolotti parla della pratica del downhill tra le faggete del Monte Amiata.
Un luogo dove anche tramite scuole di bike nate dalla passione per le bici, si possono fare sia tour per grandi e piccoli, sia seguire corsi per migliorare le proprie abilità sulle mountain bike.
Latte, formaggio e serre
La penultima sezione della trasmissione è un breve approfondimento sul latte di pecora e sul formaggio. L’intervista a Gianni Contena offre un assaggio della sua azienda, che produce latte allevando pecore di razza sarda.
Un’azienda che comunque non nasconde di soffrire delle difficoltà che ultimamente attanagliano il settore: dalle predazioni agli aumenti dei costi, sia delle materie prime che dell’energia. Contena, come molti altri agricoltori e allevatori, è il testimone di una resistenza delle piccole e medie imprese, che in territori vocati alla pastorizia sfida un periodo affatto facile.
Il racconto passa poi nelle mani del casaro Giuseppe Pischedda. Dai locali del Caseificio Val d’Orcia parla della sua nascita a vocazione sociale nel 1964, dall’impulso di don Oscar Guasconi.
Ora la società cooperativa, trattando esclusivamente latte di pecora, dà lavoro a circa 50 dipendenti. Tutti contribuiscono a trasformare la materia prima in formaggi di alta qualità.
Prima dell’assaggio finale dei piatti locali a Contignano, l’ultimo appuntamento con le imprese si traforma in una passeggiata in bici con Roberto Leo nell’immensa superficie coperta dalle serre di Floramiata. Realtà unica in Europa, con oltre 30 ettari di serre, produce oltre due milioni e mezzo di piante all’anno, sfruttando l’energia geotermica.
La puntata è solo un assaggio, ma ben confezionato (dato anche il tempo a disposizione) di quello che l’Amiata può offrire. Ricordiamo che puntata, per chi se la fosse persa o semplicemente per chi la volesse ri-vedere è disponibile su RaiPlay.
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Nato a Grosseto, pare abbia scelto quasi da subito di fare l’astronauta, poi qualcosa deve essere cambiato. Pallino fisso, invece, è sempre rimasto quello della scrittura. In redazione mi hanno offerto una sedia che a volte assomiglia all’Apollo 11. Qui scrivo, e scopro. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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