GROSSETO. Erano entrati nella farmacia Salus di Follonica, avevano minacciato le tre farmaciste con una pistola e si erano fatti consegnare l’incasso: 1.400 euro, i soldi che erano nella cassa. Poi, con il volto coperto e le armi in pugno, erano scappati.
I carabinieri del comando provinciale di Grosseto, al termine di nove mesi di indagini hanno arrestato quattro uomini, tutti di origini campane, individuati come responsabili della rapina avvenuta il 29 gennaio alla farmacia Salus di via della Repubblica.
Gli arresti sono stati eseguiti in forza di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Grosseto, su richiesta della Procura.
I fatti risalgono alla fine di gennaio, quando due persone con il volto coperto e armate di pistola avevano fatto irruzione all’interno della farmacia e, dopo aver minacciato, pistola in pugno, le tre farmaciste che in quel momento erano dietro il bancone, si erano fatti consegnare l’incasso, 1400 euro in tutto, dandosi poi alla fuga per le vie circostanti, infilandosi poco dopo in un’auto che li aveva portati fuori dall’abitato, verso un’area boschiva.
Subito alcune pattuglie dei carabinieri erano arrivate sul posto, mettendosi sulle tracce dei responsabili: poco dopo infatti fu rinvenuta un’auto che era stata rubata poco prima della rapina, intatta e con il motore ancora acceso, utilizzata in prima battuta per la fuga dai malviventi.
Da allora l’attività dei carabinieri, coordinati dalla Procura, è stata sviluppata con servizi di osservazione, raccolta di testimonianze e attività tecniche, che hanno portato fino al luogo di origine dei responsabili. Quattro in totale le persone individuate, tutte con precedenti specifici.
Tre di loro sono in carcere, a uno è stato applicato l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
La minuziosa ricostruzione ha fatto emergere l’intera dinamica degli eventi. C’era un basista, residente in un paese del Grossetano, che aveva “selezionato” l’obiettivo della farmacia, forse prevedendo che in quella circostanza, di piena emergenza sanitaria causata dal Covid, potesse esserci in cassa un importo maggiore. È emersa una lunga conoscenza con l’organizzatore della rapina, arrivato appositamente in provincia pochi giorni prima. Quest’ultimo, dopo alcuni sopralluoghi, aveva ingaggiato il resto della squadra, ovvero i due che hanno poi materialmente messo a segno il colpo , i quali erano arrivati dai loro luoghi di origine dopo essersi procurati una pistola a tamburo.
Poco prima di commettere il reato , grazie alle conoscenze del basista, era stata anche rubata l’auto utilizzata per il colpo, poi abbandonata a poca distanza e recuperata dai carabinieri, e da cui erano partite le indagini.
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