GROSSETO. Già a 14 anni, oltre che dalla pallacanestro, si era fatto conquistare dalla politica. Amava lo sport, chissà forse già allora pensava che da grande sarebbe stato assessore, ma le sue passioni erano la storia e, appunto, la politica.
Così per una volta le cose sono andate alla rovescia, perché la passione è stata passata dal figlio al padre e non viceversa. Se babbo Franco è consigliere comunale, di Fratelli d’Italia ovviamente, nella sua Civitella Paganico, è perché si è fatto rapire dall’entusiasmo del figlio Fabrizio.
Un figlio, Fabrizio Rossi, che la politica l’ha scalata dalle basi, facendo la gavetta. E, arrivando, con le elezioni del 25 settembre scorso, a guadagnarsi un posto a Montecitorio, eletto nelle file di Fratelli d’Italia.
«Avevo la passione per la politica già a 14 anni – racconta – e sono sempre stato un uomo di destra. Eppure non ho parenti in politica, era proprio un interesse mio, scattato con le superiori. E già da ragazzo ho mosso i primi passi in politica, nel Fronte della Gioventù (era l’organizzazione giovanile del Msi, ndr), quindi in Alleanza Nazionale».
Nel 1997, quando per la prima volta una città toscana, Grosseto, viene conquistata dalla destra con il sindaco Alessandro Antichi, Fabrizio Rossi si candida. E parte dal basso, dalla circoscrizione.
«Vengo eletto a 22 anni (è del 1975, ndr) nella circoscrizione Pace, neppure una delle più facili per noi di destra. Prendo un bel po’ di preferenze e mi riconfermano alle elezioni successive. Intanto, però, apro in città il circolo “Nuova destra”, frequentato da tanti giovani, in particolare universitari». Lui frequentava giurisprudenza, diventando poi avvocato.
Così inizia la scalata. Fabrizio partecipa al congresso nazionale di An del 2002 a Bologna, con Gianfranco Fini presidente (e vicepresidente del consiglio, del governo Berlusconi): «Due anni dopo divento dirigente locale di An, proseguo il lavoro politico sul territorio».
Il record in consiglio comunale, poi l’incontro con Giorgia Meloni
Però il vento in città cambia. Nel 2005 Antichi e Agresti lasciano il Comune per la Regione e, dopo un anno di “reggenza” di Gabriele Bellettini, nel 2006 il Comune passa al centrosinistra, con Emilio Bonifazi.
«Mi candido in consiglio comunale nel 2011, con il Pdl (Popolo della Libertà, il partito nato da Forza Italia e An, ndr) e vengo eletto. Sono anni di opposizione, una vera palestra politica, anni in cui ho stretto moltissimi rapporti in città».
Nel dicembre del 2012 con le “Primarie delle idee” nasce Fratelli d’Italia, con Ignazio La Russa, Guido Crosetto e, soprattutto, Giorgia Meloni che ne diventerà presidente nel 2014. Fabrizio non esita neppure un minuto e aderisce al nuovo partito.
«Fondo Fratelli d’Italia a Grosseto, uno dei primi incontri, con Giorgia Meloni, lo facciamo all’hotel Granduca. C’era tantissima gente».
Il rapporto di Fabrizio con la città è sempre più stretto. Nel 2016 da coordinatore provinciale di FdI è il più votato in città (744 preferenze), nel 2021 batte ogni record con 1376. Con Vivarelli Colonna è prima assessore a sport e urbanistica, poi, cinque anni dopo, anche vicesindaco.
Alle regionali del 2020 non si smentisce, prendendo in Maremma oltre 6000 preferenze: «Un ottimo risultato, tanto che Giorgia Meloni mi nomina coordinatore regionale del partito».
L’elezione alla Camera e il rapporto con il territorio da non perdere
Alla fine di settembre arriva l’elezione alla Camera. Fa 6000 km in 25 giorni e batte nettamente l’altro Rossi, Enrico: «I nostri sondaggi ci davano quasi alla pari, con un nostro piccolo vantaggio. Onestamente non mi aspettavo di vincere con 16 mila voti in più di Enrico Rossi (98652 contro 82096, ndr). Una grande soddisfazione e una grande sfida».
«Vado a Roma con grande entusiasmo, ma non voglio perdere il rapporto con il territorio. Infatti con Simona (Petrucci, eletta al Senato per Fratelli d’Italia, ndr) abbiamo pensato di aprire un ufficio in città, uno “sportello del parlamentare” per incontrare ogni settimana cittadini e imprese. Insomma, sono a un’ora e mezzo di treno da qui, ma non perdo certo il contatto».
Si apre, però, il problema della sua permanenza in giunta. Fabrizio è vicesindaco e assessore. Il doppio impegno è faticoso, ma in Italia di casi ce ne sono moltissimi, a partire da quella Carolina Varchi (anche lei di Fratelli d’Italia), che è vicesindaco di Palermo. Ma non è l’unico esempio.
La decisione, in questo caso, è del partito. Lo dice con chiarezza Fabrizio: «Sono sincero, non credo di poter fare ancora il vicesindaco. Sarebbe un impegno troppo gravoso, ma l’assessore vorrei continuare a farlo. Mi sono preso un impegno, un anno fa, e lo voglio mantenere. Credo sia rispetto verso le oltre 1300 persone che mi hanno dato la preferenza un anno fa. Ma la decisione spetta al partito, il posto in giunta è di Fratelli d’Italia».
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Direttore di MaremmaOggi. Dopo 30 anni di carta stampata ho capito che il presente (e il futuro) è nel digitale. Credo in MaremmaOggi come strumento per dare informazione di qualità. Maremma Oggi il giornale on line della Maremma Toscana - #UniciComeLaMaremma
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